597ª Seduta pubblica
Martedì 22 marzo 2016 alle ore 15:04
L'Assemblea ha ripreso l'esame, nel testo proposto dalla Commissione, del ddl n. 1870, delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, già approvato dalla Camera dei deputati.
Nella seduta antimeridiana di giovedì 17 marzo il relatore, sen. Lepri (PD), ha illustrato il provvedimento.
L'articolo 1 delega il Governo ad adottare, entro un anno, uno o più decreti di riforma del Terzo settore, al fine di sostenere l'autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale. Per Terzo settore si intende il complesso di enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, che promuovono e realizzano, in attuazione del principio di sussidiarietà, attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita, di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi. L'articolo 2 richiama, tra i principi generali della delega, la garanzia più ampia del diritto di associazione, il riconoscimento dell'iniziativa economica privata che concorra ad elevare la tutela dei diritti civili e sociali, la tutela dell'autonomia statutaria, la semplificazione della normativa vigente. L'articolo 3 riguarda il riordino del titolo II del libro primo del codice civile: la Commissione ha previsto che siano definite le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e ha introdotto la disciplina della trasformazione diretta e fusione tra associazioni e fondazioni. L'articolo 4 riguarda il riordino e la revisione della disciplina e del codice del Terzo settore: la Commissione ha precisato i criteri per differenziare le attività di interesse generale che caratterizzano gli enti del Terzo settore, prevedendo un elenco nazionale, e ha valorizzato le reti associative di secondo livello. L'articolo 5 riguarda attività di volontariato, promozione sociale e mutuo soccorso. La Commissione ha introdotto criteri specifici per favorire le organizzazioni di soli volontari e per rivedere il sistema, la gestione e la programmazione dei centri di servizio per il volontariato. Il sistema degli Osservatori sarà superato con l'istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore. L'articolo 6 precisa che l'impresa sociale, quale organizzazione che destina i propri utili prioritariamente allo svolgimento delle attività statutarie, in analogia con le cooperative a mutualità prevalente, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il coinvolgimento dei dipendenti e utenti, rientra a pieno titolo nel complesso degli enti del Terzo settore. L'articolo 7 riguarda le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico sugli enti del Terzo settore che sono esercitate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con il Dipartimento della protezione civile. L'articolo 8 istituisce il servizio civile universale che, finalizzato alla difesa non armata della patria, viene aperto anche agli stranieri regolarmente soggiornati in Italia. La Commissione ha attribuito allo Stato la funzione di programmazione, organizzazione e controllo. L'articolo 9 mira a ridefinire e semplificare le misure agevolative e di sostegno e la fiscalità di vantaggio. La Commissione ha previsto l'istituzione di nuovi fondi. L'articolo 10 reca disposizioni finanziarie e finali, l'articolo 11 prevede una relazione annuale alle Camere.
Respinta la pregiudiziale di costituzionalità dei sen. Calderoli (LN) e altri, è iniziata la discussione generale, alla quale hanno partecipato i sen. Liuzzi, Bruni (CoR); Laura Bottici, Rosetta Blundo, Airola, Puglia (M5S); Paola Pelino, Piccoli, Marin (FI-Pdl); Manuela Granaiola, Nerina Dirindin, Nicoletta Favero (PD); Silvana Comaroli (LN); Alessia Petraglia (SI-SEL) e Sacconi (AP). Sono state rivolte critiche alla genericità della delega e all'impostazione economicistica del ddl, che non valorizza la partecipazione attiva e l'autorganizzazione dei cittadini e detta norme ambigue sull'impresa sociale, che andrebbe nettamente distinta dalle associazioni di volontari. Inoltre, le commistioni emerse recentemente tra politici corrotti, cooperative sociali e organizzazioni criminali, dovrebbero indurre il legislatore a prevedere adeguati controlli. Forti perplessità sono state espresse sull'emendamento 9.0.100 del Governo, volto a istituire la fondazione Italia sociale: l'ente risponde ad una logica centralistica, che penalizza le associazioni territoriali e quelle di più piccole dimensioni; rischia inoltre di assumere un ruolo sostitutivo e non sussidiario rispetto all'intervento pubblico.
In replica il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Bobba ha evidenziato che la finalità principale del ddl è dare attuazione al principio di sussidiarietà, sancito dall'articolo 118 della Costituzione: la Repubblica favorisce l'iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Ha precisato, inoltre, che l'obbligo di iscrizione al registro unico, per godere di vantaggi fiscali, è volto a garantire maggiore trasparenza e che il Governo, con le due ultime leggi di stabilità e con i fondi istituiti dal ddl, ha stanziato complessivamente 900 milioni di euro per il Terzo settore. Ha affermato, infine, che la revisione del servizio civile e la revisione della normativa sulle imprese con finalità sociali sono punti qualificanti della delega.
All'articolo 1 è stato approvato l'emendamento 1.210 del relatore che ridefinisce il complesso degli enti di terzo settore i quali promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita "o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi". All'articolo 2 non sono state approvate modifiche. All'articolo 3 sono stati approvati l'emendamento 3.214 (testo 2) del sen. Endrizzi (M5S), che prevede la pubblicazione dei bilanci nel sito internet, e gli emendamenti del relatore 3.217, 3.219 e 3.234. All'articolo 4 sono stati approvati l'emendamento 4.279 (testo 2) della sen. Catalfo (M5S), che prevede, al fine di garantire l'assenza di scopi lucrativi, di promuovere un principio di proporzionalità tra i diversi trattamenti economici, e l'emendamento 4.323 della sen. Guerra (PD), che sopprime il coinvolgimento delle reti associative di secondo livello in attività di controllo degli associati.
L'esame del ddl proseguirà domani.
In apertura di seduta il Presidente Gasparri ha evidenziato la valenza simbolica degli attentati terroristici di Bruxelles contro l'Europa e i suoi valori; ha quindi auspicato una risposta corale e ferma. Il Presidente ha poi ricordato le sette studentesse italiane che, domenica scorsa, hanno perso la vita in un incidente stradale in Spagna. Al termine della seduta il sen. Candiani (LN) ha chiesto un'informativa del Governo sugli attentati di Bruxelles.