576ª Seduta pubblica
Giovedì 11 febbraio 2016 alle ore 09:35
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi.
Il Capo I (articoli da 1 a 10) introduce l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la costituzione delle unioni civili e ne delinea le cause di impedimento; definisce diritti e doveri derivanti dall'unione; estende alle parti le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi; permette alla parte dell'unione civile di ricorrere all'adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale dell'altra parte; disciplina lo scioglimento dell'unione. Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l'obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza.
Nella seduta di ieri si è svolta la replica del Ministro della giustizia ed è stata respinta la proposta di non passaggio agli articoli.
In apertura della seduta odierna si è svolto un dibattito sull'organizzazione dei lavori e sull'interpretazione di quanto stabilito ieri dalla Conferenza dei Capigruppo. Il sen. Caliendo (FI-PdL) ha chiesto chiarimenti alla Presidenza sulle modalità di illustrazione degli emendamenti. Il sen. Volpi (LN) e la sen. Bonfrisco (CR) hanno chiesto di conoscere gli emendamenti non ammissibili prima di procedere all'illustrazione. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha ricordato che gli emendamenti vanno esaminati articolo per articolo: la Conferenza dei Capigruppo non ha deciso di procedere questa mattina all'illustrazione di tutti gli emendamenti al ddl: ha stabilito soltanto di rinviare l'inizio delle votazioni a martedì prossimo. L'unico precedente di una discussione unica degli emendamenti riguarda un caso eccezionale: gli ottantacinque milioni di proposte di modifica presentate in seconda lettura sulla riforma costituzionale. Secondo il sen. Mario Mauro (GAL) l'illustrazione di tutti gli emendamenti al ddl sarebbe un'operazione di regime. Il sen. Formigoni (AP) ha invitato la Presidenza a considerare che il Regolamento prevede l'esame articolo per articolo, unica procedura che consente uno svolgimento ordinato dei lavori. Il sen. Calderoli (LN) ha ricordato che la discussione unica degli emendamenti presuppone la conclusione dell'esame in sede referente e la nomina di un relatore. Il sen. Gasparri (FI-PdL) ha evidenziato che il rinvio delle votazioni è stato chiesto dal Gruppo di maggioranza relativa; FI non ha intenti ostruzionistici e vuole discutere le proposte nel merito; sono in corso contatti per ridurre gli emendamenti e non si comprendono forzature regolamentari. Il sen. Santangelo (M5S) condivide la necessità di rispettare la procedura d'esame normale degli emendamenti. Il sen. Zanda (PD) ritiene che nella Conferenza dei Capigruppo di ieri vi sia stata unanimità sulla proposta del Presidente Grasso di svolgere un'unica discussione su tutti gli emendamenti. Ha ricordato che l'ostruzionismo ha bloccato il ddl per nove mesi in Commissione, che in Aula vi è stata una lunga discussione e non sono stati fissati termini per la votazione. Il sen. Centinaio (LN) si è dichiarato disponibile a ritirare immediatamente 4.500 emendamenti se il sen. Marcucci (PD) ritirerà un emendamento canguro, volto a cassare significative proposte di modifica. La sen. Catalfo (M5S) ha espresso il timore che la discussione sull'ordine dei lavori sia strumentale ad un rinvio, non essendosi ancora trovato un accordo sugli emendamenti. La sen. De Petris (SEL) è favorevole al rispetto di procedure d'esame ordinarie; ritiene tuttavia che il calendario approvato ieri, in base al quale le votazioni inizieranno martedì prossimo, sottenda la volontà di concludere oggi l'esame degli emendamenti. Secondo il sen. Sacconi (AP) non è opportuno aggiungere divisioni di metodo alle divisioni di merito: una procedura d'esame straordinaria degli emendamenti richiederebbe una condivisione che al momento manca. Secondo il sen. Augello (GAL) il PD, non avendo trovato un accordo interno, non vuole iniziare la votazione degli emendamenti all'articolo 1 e sta cercando un trucco per far saltare le proposte dell'opposizione.
La Presidente di turno Fedeli, rileggendo le comunicazioni fatte ieri dal Presidente Grasso, ha affermato che oggi saranno illustrati gli emendamenti al complesso del ddl. Ai sensi dell'articolo 100, comma 9 del Regolamento, sugli emendamenti ad uno stesso articolo si svolgerà un'unica discussione.
L'Assemblea è passata all'esame dell'articolo 1, che istituisce l'unione civile tra persone dello stesso sesso come specifica formazione sociale. Nell'illustrazione degli emendamenti la sen. Cantini (PD) ha proposto di elencare i diritti e i doveri delle coppie omosessuali, senza rendere automatica l'adozione del figlio del partner. I sen. Malan (FI-PdL), Di Biagio e Formigoni (AP) hanno proposto di specificare che la disciplina dell'unione civile non è omologabile e sovrapponibile a quella della famiglia fondata sul matrimonio. Il sen. Marinello (AP) ha presentato emendamenti per abrogare il Capo I del ddl, per eliminare la qualifica di specifica formazione sociale alle coppie omosessuali, per impedire le unioni civili di comodo o fittizie. Il sen. Caliendo (FI-PdL) ha proposto di introdurre all'articolo 1 l'unione civile, quale specifica formazione sociale tra persone anche dello stesso sesso, legate da vincoli affettivi e stabili: questa formulazione sarebbe più rispondente alla giurisprudenza costituzionale. La sen. Stefani (LN) ha proposto di rafforzare le tutele della famiglia come società naturale e di intervenire sull'affido e sulle adozioni per rafforzare la tutela del minore. Il sen. Liuzzi (CR) ha presentato un emendamento che introduce un istituto giuridico autonomo, realmente fondato sull'articolo 2 della Costituzione, che prescinde dall'identità sessuale dei conviventi. Il sen. Sacconi (AP) ha insistito sull'opportunità di modificare i primi tre articoli del ddl per ricomprendere le coppie omosessuali in un testo unico sulle convivenze di fatto. Secondo il sen. Quagliarello (GAL) l'unione civile limitata a persone dello stesso sesso discrimina le coppie eterosessuali conviventi, violando il principio di eguaglianza. La qualifica di formazione sociale specifica è ipocrita e fuorviante, nascondendo l'omologazione sostanziale tra unione civile e matrimonio. Propone quindi di prevedere che alle unioni civili possano accedere coppie eterosessuali conviventi, ovvero di introdurre una disciplina unica delle convivenze. Il sen. Giovanardi (GAL) ha proposto, sul modello della legge approvata in Grecia, di varare una disciplina unica, fondata su diritti individuali, che prescinda dal tipo di relazione che lega due persone in una convivenza stabile. I sen. Lo Giudice e Laura Puppato (PD), in spirito di mediazione, hanno ritirato la proposta che introduce il matrimonio egualitario; la sen. Petraglia (SEL) ha invece mantenuto l'emendamento che estende il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Il sen. Verducci (PD) ha presentato un emendamento volto a specificare che la nuova formazione sociale si fonda sugli articoli 2 e 3 della Costituzione - non sugli articoli 29, 30 e 31 relativi alla famiglia - e sull'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti e delle libertà. La sen. Mussini (Misto) ha presentato un emendamento che sopprime la qualifica di specifica formazione sociale per le coppie omosessuali.