569ª Seduta pubblica
Martedì 2 febbraio 2016 alle ore 16:38
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi.
Il Capo I (articoli da 1 a 10) introduce l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la costituzione delle unioni civili e ne delinea le cause di impedimento; definisce diritti e doveri derivanti dall'unione; estende alle parti le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi; permette alla parte dell'unione civile di ricorrere all'adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale dell'altra parte; disciplina lo scioglimento dell'unione. Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l'obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza.
Nella seduta antimeridiana del 28 gennaio ha avuto inizio la discussione delle pregiudiziali di costituzionalità e delle questioni sospensive che è proseguita oggi con gli interventi favorevoli dei sen. Giovanardi (GAL), Formigoni (AP), Caliendo (FI-PdL), e gli interventi contrari dei sen. Crimi (M5S) e Palermo (Aut). Respinte con unica votazione le questioni pregiudiziali, e respinto il rinvio in Commissione, è iniziata la discussione generale. Hanno preso la parola i sen. Monica Cirinnà, Dalla Zuanna, Nadia Ginetti, Laura Fasiolo, Stefania Pezzopane, Ichino (PD); Palma, Maria Rizzotti (FI-PdL); Arrigoni, Candiani (LN); Alessia Petraglia (SEL); Mazzoni (AL); Di Biagio (AP).
Secondo i Gruppi Area Popolare, Grandi Autonomie e Libertà, Forza Italia, Conservatori e Riformisti e Lega Nord, la coincidenza tra matrimonio e unioni civili, sancita dal ddl n. 2081, è in contrasto con gli articoli 29 e 31 della Costituzione, secondo i quali la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e ne agevola con misure economiche la formazione e l'adempimento dei compiti. La circostanza che alle unioni civili non possano accedere coppie eterosessuali realizza una discriminazione, in violazione del principio di eguaglianza. La norma sulle adozioni è in contrasto con la protezione dell'infanzia: il diritto alla genitorialità non è assoluto e l'articolo 5, riguardante la step child adoption, non distingue l'ipotesi dell'adozione del figlio di un precedente matrimonio dall'ipotesi di maternità surrogata, giudicata illegittima dalla Cassazione. Inoltre, l'estensione della pensione di reversibilità comporta oneri di difficile previsione, in contrasto con la clausola di copertura finanziaria stabilita all'articolo 81 della Costituzione. Sul piano procedurale, l'interruzione dei lavori in sede referente costituisce una violazione dell'articolo 72 della Costituzione, in base al quale i ddl sono esaminati prima in Commissione poi in Assemblea e approvati articolo per articolo e con votazione finale. Infine, i trattati istitutivi dell'Unione europea non devolvono la competenza in materia di famiglia, che rimane oggetto di sovranità statuale. Secondo la sen. Rizzotti (FI-PdL) i diritti riconosciuti alle coppie conviventi sono largamente insufficienti e, per ragioni propagandistiche, si è perduta l'occasione di varare un testo condiviso sulla regolamentazione delle unioni civili. Il sen. Candiani (LN) ha precisato che il Gruppo non ha ritirato gli emendamenti presentati e ha ironizzato sulle richieste di votazioni segrete, che la maggioranza cercò di impedire sulla riforma costituzionale.
Secondo il PD, il legislatore ha il dovere di intervenire nella materia, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito il diritto delle coppie stabili ad essere riconosciute. Il diritto di famiglia è in costante evoluzione e il testo scaturisce da faticose mediazioni: non introduce il matrimonio e l'adozione per le coppie gay, non contempla ipotesi di utero in affitto; disciplina invece il diritto di una coppia a formare un'unione e l'adozione, in casi specifici, del figlio naturale del partner. Il sen. Dalla Zuanna (PD) ha presentato un emendamento che considera illecita la pratica della surroga di maternità per tutte le coppie, etero e omosessuali. Secondo SEL, lungi dall'essere un faro dei diritti civili, il ddl è un testo al ribasso, perché non riconosce i matrimoni e le adozioni di genitori dello stesso sesso: il Gruppo ha presentato emendamenti per estendere le garanzie e per rafforzare le politiche a sostegno del welfare familiare. Secondo AL, il ddl introduce norme a tutela della stabilità delle coppie, salvaguardando la specificità del matrimonio.