557ª Seduta pubblica
Martedì 12 gennaio 2016 alle ore 16:30
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1678-B (Delega appalti pubblici), recante deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
Il ddl, composto di un solo articolo, reca una delega al Governo, che dovrà essere attuata entro il 18 febbraio 2016, per il recepimento di tre direttive che riordinano la normativa europea. E' prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. Tra i criteri della delega: la razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti pubblici e di concessioni a fini di semplificazione dei procedimenti; la trasparenza e pubblicità delle procedure di gara; la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti; il contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi finanziari; la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato; la revisione del sistema di qualificazione degli operatori economici; la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto; il miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni; l'individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento; la trasparenza, nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni. Nella prima lettura in Senato sono stati introdotti ulteriori criteri direttivi: la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei servizi ad alta intensità di manodopera; la valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di clausole sociali; la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull'ambiente; la valorizzazione della fase progettuale e il contenimento delle varianti in corso d'opera; il rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei commissari di gara; l'istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori; l'affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni autostradali.
Il relatore, sen. Stefano Esposito (PD), ha dato conto delle numerose modifiche introdotte alla Camera, che ha ulteriormente precisato i criteri della delega, introducendo il coordinamento con le disposizioni in materia di tutela ambientale, il riferimento al costo del ciclo di vita nella valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, la previsione di specifiche tecniche per assicurare l'accessibilità delle persone con disabilità, la previsione di una disciplina per i contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, la previsione di disposizioni per emergenze di protezione civile e di una specifica disciplina per i contratti segretati, il superamento della legge obiettivo. La Camera, inoltre, ha ampliato le possibilità di appalto integrato e le deroghe al principio di affidamento con gara ad evidenza pubblica, rafforzando però gli obblighi per l'affidamento in house. Nell'auspicare l'approvazione definitiva del ddl, il relatore ha espresso perplessità sulla riscrittura della norma relativa alla centralizzazione delle committenze, che rischia di moltiplicare il numero delle stazioni appaltanti: il testo, per quanto riguarda i comuni non capoluogo di provincia, pone ora l'obbligo di ricercare forme di aggregazione o di centralizzazione delle committenze a livello di unioni di comuni o comunque in ambito subprovinciale.
Nella discussione generale hanno preso la parola i sen. Malan, Gibiino (FI-PdL), Annamaria Parente, Laura Cantini (PD), Crosio (LN), Langella (AL), Orellana (Aut), Loredana De Petris (SEL).
In replica il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Del Rio ha ricordato che gli appalti pubblici valgono il quindici per cento del Pil e si è detto convinto che la revisione del codice degli appalti darà un contributo allo sviluppo economico e alla credibilità del Paese.
Nella votazione della proposta di non passaggio agli articoli, avanzata dal sen. Candini (LN), è mancato il numero legale.
In apertura di seduta la Presidente di turno Lanzillotta ha ricordato la figura di Valerio Zanone, già segretario del Partito Liberale e senatore del PD nella XV legislatura, scomparso lo scorso 7 gennaio. Dopo un minuto di silenzio, hanno partecipato alla commemorazione i sen. Zanda (PD), Carraro (FI-PdL), Albertini (AP), D'Anna (AL), Compagna (GAL), Di Maggio (CR).