515ª Seduta pubblica
Venerdì 2 ottobre 2015 alle ore 09:40
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1429-B, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
Nella seduta di ieri, è stato approvato l'articolo 1, con l'emendamento 1.203 del sen. Cociancich (PD), che attribuisce nuovamente al Senato funzioni proprie che, nel passaggio all'altro ramo del Parlamento, sono state assegnate alla competenza concorrente delle due Camere.
In apertura di seduta, è proseguita la polemica sulla presentazione dell'emendamento canguro approvato ieri. I sen. di FI-PdL e di LN hanno reiterato la richiesta di accesso al testo originale, corredato dalla firma autentica del proponente. In relazione a notizie di stampa, che hanno attribuito la stesura dell'emendamento ad un funzionario del Senato, attualmente segretario generale della Presidenza del Consiglio, il sen. Gasparri (FI-PdL) ha chiesto al Consiglio di Presidenza di revocare il mandato fuori ruolo. Il sen. Cociancich (PD), infine, è intervenuto per assumersi la paternità dell'emendamento 1.203.
L'Assemblea è passata all'esame dell'articolo 2, che riguarda la composizione e le modalità di elezione del Senato. In base alle valutazioni della Presidenza, può essere emendato solo il quinto capoverso, che è stato modificato dalla Camera dei deputati; sono ammessi, inoltre, emendamenti interamente soppressivi. La Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Boschi ha espresso parere favorevole sull'emendamento 2.204, presentato dalla sen. Finocchiaro (PD) e sottoscritto dai sen. Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda e D'Adda (PD), che integra il quinto capoverso ("La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti)", con le seguenti parole: "in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi".
Sono stati respinti gli emendamentisoppressivi dell'articolo 2, presentati da M5S, Misto, CR, volti a ripristinare l'elezione a suffragio elettorale dei sentori. In dichiarazione di voto, hanno annunciato voto favorevole i senatori i sen. Calderoli (LN), Loredana De Petris (SEL), Endrizzi (M5S), Paola De Pin (GAL), Bruni (CR), Caliendo (FI-PdL). La sen. Finocchiaro (PD) ha annunciato voto contrario, difendendo il concetto di Senato rappresentante degli enti territoriali. I sen. Mineo (PD) e Laura Bignami (Misto), in dissenso dai rispettivi Gruppi, hanno annunciato voto favorevole. Dopo un lungo dibattito, è stato respinto l'emendamento 2.6, originariamente presentato dal sen. Augello (AP), poi ritirato e sottoscritto dai Gruppi M5S, FI-PdL, LN e Misto-SEL. Prevedeva che la durata del mandato dei senatori, designati dai cittadini della Regione con metodo proporzionale, fosse di cinque anni e che i senatori fossero di diritto membri del Consiglio regionale. Secondo le opposizioni questa proposta, a differenza dell'emendamento 2.204, garantisce l'elezione diretta dei senatori e definisce con chiarezza la durata del mandato. Il sen. Chiti (PD) ha invitato l'Assemblea a concentrarsi sulla legge transitoria per l'elezione dei senatori e sulle modalità di elezione del Presidente della Repubblica: a suo giudizio l'emendamento 2.6 non è una buona soluzione perché demanda ad una legge statale la determinazione del numero dei consiglieri regionali. Il sen. Augello (AP) ha annunciato a titolo personale la non partecipazione al voto, segnalando che l'emendamento avrebbe consentito di raccogliere un consenso più ampio di quello di maggioranza. Il sen. Crimi (M5S) ha ribadito che l'emendamento 2.204 è una proposta truffa: in attesa di una legge delle due Camere, saranno i consiglieri regionali a scegliere i senatori.
E' stato respinto l'emendamento di SEL 2.2503. Prevedeva che i senatori fossero eletti dagli organi delle istituzioni territoriali, su vincolante indicazione degli elettori in base a specifica legge elettorale regionale conforme ai principi stabiliti con legge della Repubblica. Respinto anche l'emendamento 2.2697c di M5S: prevedeva che nell'elezione dei senatori fosse assicurata la corrispondenza fra percentuale dei voti popolari a livello regionale e seggi senatoriali. Respinto infine l'emendamento 2.204/27 di FI, che prevedeva un Senato eletto a suffragio diretto e su base regionale, in base al metodo proporzionale, in concomitanza con l'elezione dei Consigli regionali mediante la presentazione di due liste separate.
Nel corso delle votazioni senatrici del M5S hanno denunciato un gesto sessista e volgare del sen. Barani (AL). Tutti i Capigruppo hanno auspicato un confronto più rispettoso e disciplinato. Il Presidente Grasso ha convocato per lunedì prossimo alle ore 13 il Consiglio di Presidenza per accertare l'accaduto e decidere eventuali sanzioni.
Dopo che la Ministro Boschi si è rimessa all'Aula, con votazione a scrutinio segreto, è stato respinto il subemendamento 2.204/1, a prima firma del sen. Calderoli (LN),che prevedeva la salvaguardia delle minoranze linguistiche nella scelta dei candidati consiglieri. Pur rilevando una mancanza di portata normativa, il sen. Palermo (Aut) ha annunciato voto favorevole. Il sen. Tonini (PD) ha invece annunciato voto contrario, perché la norma comporta difficoltà nella messa a punto della legge elettorale. Il sen. Uras (SEL) ha annunciato voto favorevole, osservando che le minoranze linguistiche non sono sufficientemente tutelate.
E' stato respinto il subemendamento 2.204/2 a prima firma del sen. Calderoli (LN) in base al quale, in mancanza della legge sull'elezione del Senato approvata dalle future Camere, si applica la legge elettorale vigente (metodo proporzionale e indicazione delle preferenze). Il sen. Calderoli (LN) ha rilevato che, in base all'attuale norma transitoria, i senatori saranno scelti dai consiglieri regionali e non avranno alcun interesse ad approvare una legge che riconsegni la scelta ai cittadini. Anche il sen. Crimi (M5S) ha rilevato una grave lacuna nella norma transitoria che non garantisce l'approvazione di una legge attuativa di quanto previsto dall'emendamento 2.204. La maggioranza, peraltro, non ha previsto una legge elettorale per il Senato, ove la riforma sia bocciata dal referendum popolare. Hanno annunciato voto favorevole all'emendamento anche i sen. Anna Bonfrisco (CR), Mario Mauro (GAL), Loredana De Petris (SEL) e D'Alì (FI-PdL), evidenziando che l'emendamento rappresenta l'ultima possibilità per dare sostanza al principio dell'elezione diretta.
Sono iniziate le dichiarazioni di voto sull'emendamento 2.204. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha ribadito che la mediazione raggiunta nel PD, per ammissione della stessa sen. Finocchiaro, ribadisce l'elezione indiretta dei senatori. Ha poi osservato che l'elezione di secondo livello ha dato una pessima prova nelle aree metropolitane ed è destinata ad approfondire la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il sen. Romani (FI) ha evidenziato che la revisione dell'intero articolo 2 avrebbe consentito di introdurre chiaramente il principio dell'elezione diretta; il mancato accordo politico su questo punto ha costretto a escogitare una soluzione pasticciata: è molto difficile immaginare una scheda elettorale che contemperi il principio dell'elezione contestuale con i Consigli regionali, con il premio di maggioranza e la volontà degli elettori.