43ª Seduta pubblica
Martedì 18 giugno 2013 alle ore 16:32
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 720, recante "Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011", già approvato dalla Camera dei deputati, dei connessi ddl nn.243, 641 e 729, e delle mozioni nn. 56, dei senatori Bitonci (LN-Aut) e altri, e 64, dei senatori Fattorini (PD) e altri, per l'adozione di misure contro la violenza sulle donne.
Integrando la relazione scritta, la relatrice, senatrice Fattorini (PD) ha ricordato anzitutto che il numero degli omicidi perpetrati nei confronti delle donne, negli ultimi dieci anni, è aumentato in modo allarmante e gli autori dei delitti, nella maggior parte dei casi, sono legati alle vittime da un rapporto di parentela. Più che negli stereotipi e nei pregiudizi, le radici culturali del femminicidio affondano in una crisi profonda di identità della soggettività maschile.
La relatrice ha quindi illustrato i contenuti della Convenzione di Istanbul che rappresenta il primo strumento internazionale, giuridicamente vincolante, volto a creare un quadro normativo completo per un'efficace lotta alla violenza contro le donne in termini di prevenzione, protezione, repressione, monitoraggio. Il trattato è il punto più avanzato del diritto internazionale, riconoscendo che la violenza sulle donne è anzitutto una violazione dei diritti umani e del principio di eguaglianza e poi una forma di discriminazione.
Il testo si compone di un preambolo e 81 articoli suddivisi in 12 capitoli. Il preambolo riconduce la violenza contro le donne a una manifestazione di rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi e individua nel raggiungimento dell'eguaglianza l'elemento chiave per prevenire il fenomeno. Scopo della Convenzione, che si applica sia in tempo di pace sia nelle situazioni di conflitto armato e prevede il risarcimento economico delle vittime, è creare un quadro globale e integrato che consenta la protezione delle donne, nonché la cooperazione internazionale e il sostegno alle autorità e alle organizzazioni deputate. Nella consapevolezza che cuore della prevenzione non è l'aspetto giuridico bensì l'aspetto culturale e politico, il trattato impegna le parti a promuovere campagne di sensibilizzazione e programmi educativi; stabilisce l'obbligo di adottare normative di adeguamento dell'ordinamento interno sotto il profilo del diritto sostanziale e processuale; individua una serie di reati che gli Stati s'impegnano a introdurre nel proprio ordinamento, stabilendo che le sanzioni devono essere efficaci, proporzionali e dissuasive. In più punti si afferma l'inaccettabilità, a giustificazione delle violenze, delle motivazioni fondate sulla cultura, i costumi, la religione, le tradizioni. Un apposito capitolo è dedicato alle donne migranti e ribadisce l'obbligo di rispettare il diritto del non-respingimento per le vittime di violenza.
La relatrice ha spiegato che la scelta di approvare una ratifica secca, priva di norme di adeguamento all'ordinamento interno, è giustificata dalla volontà di pervenire in tempi rapidi alla ratifica che, da un lato, consente l'entrata in vigore delle norme autoapplicative e, dall'altro, produce un'accelerazione: per entrare in vigore, infatti, la Convenzione dovrà essere ratificata da almeno dieci Stati, di cui otto membri del Consiglio d'Europa. La relatrice ha espresso infine riserve sull'inserimento della clausola di neutralità finanziaria, richiesta dalla Commissione bilancio della Camera.
Nella discussione generale sono intervenuti i senatori: Patrizia Bisinella (LN-Aut), la quale ha illustrato anche la mozione 1-00056, che impegna il Governo a promuovere la stesura di un codice di autoregolamentazione per la tutela delle donne nella pubblicità e a contrastare efficacemente la pratica della mutilazione genitale femminile nel territorio nazionale; Alessandra Mussolini (PdL), la quale ha illustrato anche la mozione unitaria 1-00064, che impegna il Governo ad adottare le misure necessarie a dare piena attuazione alla Convenzione nell'ordinamento nazionale. Hanno preso parte alla discussione anche i senatori: Filippi, Laura Cantini, Monica Cirinnà, Micheloni, Magda Angela Zanoni, Francesca Puglisi, Giuseppina Maturani, Verducci, Maria Spilabotte, Emilia De Biasi, Pagliari, Donella Mattesini (PD); Maria Rizzotti, Malan (PdL), Ivana Simeoni, Orellana (M5S); Silvana Comaroli (LN-Aut); De Cristofaro (Misto-SEL).
Sull'annunciata espulsione della senatrice Gambaro dal Gruppo Movimento 5 Stelle hanno preso la parola, nel corso della seduta, i senatori: Nencini (Aut-PSI), Malan (PdL), Morra (M5S), De Cristofaro (Misto-SEL).