471ª Seduta pubblica
Mercoledì 24 giugno 2015 alle ore 09:31
A conclusione del dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno, l'Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza e le risoluzioni, riformulate, della Lega Nord. Approvati, con votazione per parti separate, anche singoli punti delle risoluzioni di SEL, M5S, FI-PdL, GAL e CR.
Il Presidente del Consiglio ha ricordato che i temi principali del vertice saranno la crisi greca e la questione migratoria, ma all'ordine del giorno ci sono anche l'agenda digitale e la strategia per la crescita. La ripresa dell'economia europea è ancora fragile: secondo il premier Renzi l'Italia è al riparo dalla turbolenza finanziaria legata alla situazione greca in virtù delle riforme strutturali che hanno aumentato l'autorevolezza del Paese e costituiscono una sorta di cintura di sicurezza. Pur concordando con le autorità greche sulla necessità di cambiare la politica di bilancio europea, il Presidente del Consiglio ritiene che la Grecia debba fare chiarezza sulla sua permanenza nella zona euro. Le prime bozze di un accordo sono timide e l'Italia deve tornare a contribuire alla discussione economica europea, anche alla luce del fallimento del progetto di Lisbona sull'innovazione economica. Sull'immigrazione il Presidente del Consiglio ha sottolineato la mancanza del consenso necessario per modificare il regolamento di Dublino; ha invitato a non investire nella paura e ha auspicato un approccio unitario per favorire un intervento strutturato europeo che preveda la redistribuzione dei profughi aventi diritto all'asilo e il rimpatrio dei non aventi diritto.
Nella discussione hanno preso la parola i sen. Manuela Repetti, Monti (Misto); Bruni (CR); Tronti, Anna Finocchiaro (PD); Centinaio (LN); Giarrusso, Elena Fattori (M5S); Scavone (GAL), Compagna (AP), Gasparri (FI-PdL), Napolitano (Aut).
Il Governo ha accolto integralmente la proposta di risoluzione n. 4 della maggioranza, che impegna il Governo a facilitare il raggiungimento di un accordo ampio e complessivo in vista di una gestione comune delle politiche migratorie; a facilitare il raggiungimento di un accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo che sia equo, vincolante, operativo prima dell'estate; a promuovere un sistema europeo di asilo; a riconoscere la cooperazione allo sviluppo come priorità italiana ed europea; a favorire un esito positivo del negoziato tra istituzioni europee e autorità elleniche, scongiurando l'ipotesi di uscita dall'euro; a proseguire l'attuazione delle riforme strutturali.
Il Governo ha accettato, con riformulazione, la proposta di risoluzione n. 1 del sen. Calderoli (LN), che impegna a proseguire le azioni di difesa dei confini del Paese e dell'Unione europea. Della proposta di risoluzione n. 3 della LN il Governo ha accettato l'impegno, nell'ambito del Consiglio europeo, a organizzare rapidamente il rimpatrio dei clandestini non meritevoli di tutela internazionale e a rappresentare l'urgenza di un accordo politico per la Libia.
Della proposta di risoluzione n. 2 di SEL, il Governo ha accettato solo gli impegni relativi all'agenda digitale e ai rapporti con il Regno Unito. Ha respinto invece gli impegni concernenti il rifiuto di ogni ipotesi di uso della forza nel problema delle migrazioni, la richiesta di immediata sospensione del regolamento Dublino III, la subordinazione della restituzione dei prestiti internazionali della Grecia al mantenimento di iniziative pubbliche per fronteggiare la crisi sociale, la sospensione delle trattative sul TTIP.
Della proposta di risoluzione n. 6 di M5S il Governo ha accettato l'impegno a raggiungere una posizione condivisa sulla ricollocazione dei migranti; a sostenere il superamento delle norme di Dublino III al fine di creare un sistema di asilo europeo; a farsi promotore di un riesame delle sanzioni nei confronti della Russia. Ha rifiutato invece l'impegno a garantire la massima trasparenza nelle trattative sull'accordo di libero scambio con gli USA.
Della proposta di risoluzione n. 5 di GAL il Governo ha accolto l'impegno a coinvolgere l'ONU in vista di una risoluzione per interventi mirati in Libia e a proporre il rafforzamento di un sistema di intelligence europea. Ha invece respinto l'impegno ad assumere un atteggiamento più energico perché passi il principio di obbligatorietà dell'accoglienza per ciascun Paese europeo.
Della proposta di risoluzione n. 7 di FI-PdL il Governo ha accettato gli impegni a chiedere una valutazione semestrale dei risultati dell'Agenda europea ai fini di una nuova politica delle migrazioni; ad adoperarsi affinché una risoluzione dell'ONU autorizzi gli interventi di EUNAVFOR; a far sì che l'accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo sia vincolante; a promuovere iniziative diplomatiche per una soluzione del conflitto in Ucraina che non produca tensioni con la Federazione Russa. Ha invece respinto l'ipotesi, in caso di mancato impegno dei Paesi europei, di sottrarre il costo dell'emergenza migratoria dal contributo che l'Italia versa all'UE. Della proposta di risoluzione n. 8 di CR il Governo ha accettato gli impegni relativi ad una politica effettiva dei reimpatri e all'organizzazione di una struttura comune di intelligence.
Nelle dichiarazioni di voto, il sen. Casini (AP) ha invocato la necessità per l'Europa di concorrere alla costruzione di un nuovo equilibrio mondiale, a fronte dei processi in atto di disgregazione delle statualità. Il sen. Centinaio (LN) ha annunciato che al vertice europeo saranno disattese le richieste italiane. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha richiamato le cause delle migrazioni, evidenziando che ulteriori operazioni militari aggraveranno il problema. Il sen. Marton (M5S) ha denunciato le ipocrisie di una politica che fa guerre per accaparrarsi risorse strategiche, depredando i popoli dei Paesi che originano emigrazione. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha evidenziato la difficoltà per l'Italia di stare in un'Europa sempre più burocratica, irragionevole, sorda ad esigenze di sviluppo. Il sen. Tonini (PD) ha insistito invece sulla scala europea come dimensione irrinunciabile dell'azione politica.