Mercoledì 24 Settembre 2014 alle ore 16:33
317ª Seduta pubblica
Senato TV
317ª Seduta pubblica
Mercoledì 24 settembre 2014 alle ore 16:33
L'Assemblea ha approvato il bilancio interno del Senato 2014 e il rendiconto 2013.
Nella seduta antimeridiana si sono svolte le relazioni e la discussione generale.
Il sen. questore De Poli (PI) ha sottolineato che il bilancio di previsione 2014 conferma le dinamiche virtuose delle principali voci di spesa. Sulla spesa per il mandato dei senatori sono realizzati risparmi per tre milioni di euro; alla voce della spesa per il personale, che il prossimo anno scenderà a 770 unità, è conseguito un risparmio di quattro milioni; nel settore tecnico sono realizzati risparmi strutturali per tre milioni di euro; nel capitolo della spesa previdenziale, che ha un'incidenza maggiore della spese di funzionamento, il risparmio è legato al contributo di solidarietà. Ha auspicato infine la rapida conclusione della trattativa con le organizzazioni sindacali per applicare tetti agli stipendi, istituire il ruolo unico del personale parlamentare e unificare alcuni servizi.
Il presidente della Commissione bilancio Azzollini (NCD) ha ricordato che la democrazia ha un costo e la doverosa diminuzione della spesa non deve intaccare i servizi necessari allo svolgimento dell'attività parlamentare.
In sede di illustrazione degli ordini del giorno, M5S ha evidenziato la necessità di aumentare la trasparenza, di ridurre le indennità dei senatori, di contenere i consumi energetici, di garantire una maggiore informazione dell'attività parlamentare, di sospendere il trattamento economico ai senatori detenuti in carcere. Il PD ha auspicato una diminuzione delle spese di consulenze e di segreteria, un intervento sul trattamento degli ex senatori, una misura per dare certezza contrattuale ai dipendenti dei Gruppi. La Lega Nord ha auspicato che i servizi di ristorazione utilizzino prodotti della filiera italiana. Secondo NCD è prematuro e intervenire sulla struttura amministrativa del Senato prima della riforma che ne determinerà le funzioni. Va considerato inoltre che l'introduzione di tetti stipendiali per il personale rischia di incorrere in una pronuncia di illegittimità costituzionale.
In sede di replica, il sen. questore Malan (FI-PdL) ha respinto gli odg di M5S volti a sopprimere ogni indennità, a rideterminare la diaria, a dimezzare il rimborso forfettario mensile per i senatori, a introdurre un contributo di perequazione del 10 e del 20 per cento agli assegni vitalizi, ad applicare un limite al trattamento economico dei dipendenti in quiescenza. Respinti anche gli odg che prevedono la sospensione dell'assegno vitalizio al senatore sottoposto a regime di custodia cautelare, introducono un limite quinquennale al mandato del segretario generale, prevedono la nomina di solo vice segretario generale. Il sen. Malan ha rinviato, infine, ad un ddl di revisione costituzionale il tema del superamento dell'autodichia, sollevato dal sen. Buemi (Aut-PSI).
Tra i numerosi ordini del giorno approvati, il G1 testo 2, sottoscritto dai Capigruppo Zanda (PD), Paolo Romani (FI-PdL), Zeller (Aut), Romano (PI) e Susta (SC), che impegna a dare attuazione all'integrazione delle due Camere, a predisporre un piano di riforma dell'amministrazione, a proseguire il lavoro sul trattamento giuridico ed economico nel rispetto delle delibere del Consiglio di Presidenza per l'ulteriore contenimento della spesa, a valutare ulteriori misure per disciplinare il rapporto contrattuale tra senatore e collaboratore; a rafforzare la trasparenza per l'assegnazione di appalti.
Hanno annunciato voto favorevole al bilancio i sen. Silvana Comaroli (LN), Alessia Petraglia (SEL), Colucci (NCD), Mandelli (FI-PdL), del Barba (PD). Il sen. Cioffi (M5S) ha annunciato l'astensione.
Il sen. Buemi (Aut-PSI) ha lamentato il rinvio della soppressione dell'autodichia, auspicando la parificazione del trattamento del personale al pubblico impiego. La sen. Comaroli (LN) ha sollecitato una maggiore responsabilità politica nella revisione della spesa. L sen. Petraglia (SEL) ha dimostrato, sulla base dei dati di bilancio, che la riforma costituzionale del Senato comporta risparmi dubbi; ha invocato certezza ed equità per il personale dei Gruppi e per il personale a contratto e accortezza nella fissazione dei tetti, che dovrebbero escludere gli stipendi più bassi. Secondo il sen. Cioffi (M5S) i risparmi conseguiti sono di entità trascurabile e si basano su mere operazioni contabili come l'aumento dei fondi di riserva; ha infine criticato gli avanzi di esercizio. Il sen. Mandelli (FI-PdL) ha ricordato che il costo complessivo del Senato rappresenta lo 0,066 per cento della spesa dello Stato; ha poi sollecitato ulteriori interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa. Il sen. Del Barba (PD) ha ricordato che gli obiettivi di risparmio fissati l'anno scorso sono stati raggiunti: nel 2014 è prevista una riduzione della spesa del 2,47 per cento. Alla riduzione hanno concorso sia la sostituzione del vitalizio con un sistema contributivo pro-rata sia il contenimento delle spese di funzionamento. Conclusa la fase dei tagli lineari, si tratta di lavorare ad un progetto più ambizioso che punti all'efficienza e all'allineamento delle spese del Senato alle altre amministrazioni.
L'Assemblea ha poi avviato l'esame del ddl n. 1428 (jobs act) e connessi, recanti deleghe in materia di lavoro.
Il relatore, sen. Sacconi (NCD), ha ricordato che il testo proposto dalla Commissione porta a compimento il processo, avviato nel 1997, di rinnovamento del mercato del lavoro nel segno della flessibilità richiesta dalle imprese e della sicurezza dei lavoratori nel contesto della globalizzazione. La legge Treu superava infatti il pregiudizio ideologico del monopolio del collocamento pubblico e introduceva il lavoro interinale. Il passaggio, prefigurato da Marco Biagi, dalle tutele rigide e passive all'autosufficienza del lavoratore, occupabile in quanto titolare di diritto di accesso alle conoscenze, è stato interrotto dalla legge n. 22 del 2012 che ha irrigidito l'ingresso e non ha dato certezze sulla risoluzione del contratto di lavoro. Il ddl in esame disegna un progetto ambizioso: prevede l'istituzione di un'Agenzia nazionale del lavoro per superare la segmentazione delle competenze su base regionale e provinciale e conferisce deleghe al Governo per riformare gli ammortizzatori sociali su base assicurativa, per riformare i servizi per l'impiego e per promuovere politiche attive attraverso il fascicolo elettronico; per riordinare le tipologie dei contratti di lavoro e per tutelare la maternità favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; per semplificare le norme in materia di igiene e sicurezza del lavoro e razionalizzare i controlli ispettivi; per riformare lo Statuto dei lavoratori, ad eccezione dei diritti sindacali. La riforma dovrebbe realizzarsi secondo criteri di certezza, semplicità, efficienza, sussidiarietà. Il cuore del testo unico semplificato, previsto dall'articolo 4, sarà la riforma del contratto a tempo indeterminato sulla base delle tutele crescenti. La Commissione ha riaffermato all'articolo 3 il divieto della pubblica amministrazione di chiedere atti di cui è già in possesso. Sottolineando positivamente l'incontro tra riformismi di diversa origine, il relatore ha auspicato una rapida approvazione del ddl.
L'Assemblea ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate dai sen. Endrizzi (M5S) e Uras (SEL). Ha poi bocciato la proposta di rinvio in Commissione avanzata dalla sen. De Petris (SEL), la quale ha rilevato che gli emendamenti su cui la Commissione bilancio ha espresso parere contrario non sono stati posti in votazione, e la questione sospensiva proposta dal sen. Crimi (M5S), il quale ha chiesto il parere del CNEL.
Contro le pregiudiziali e le sospensive sono intervenuti i sen. Ichino (SC) e Anna Maria Bernini (FI-PdL).