Mercoledì 24 Settembre 2014 alle ore 09:33
316ª Seduta pubblica
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316ª Seduta pubblica
Mercoledì 24 settembre 2014 alle ore 09:33
L'Assemblea ha approvato in via definitiva i ddl n. 1594, Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013, e n. 1595, Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.
Il ddl di assestamento si compone di tre articoli che intervengono su alcune disposizioni della legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2013. All'articolo 2, che contiene modifiche alla legge di bilancio per il 2014, il comma 1 dispone l'aumento dell'importo massimo autorizzato di emissione dei titoli pubblici, che viene portato da 59.000 a 99.000 milioni di euro. L'incremento di un milione cui al comma 2 riguarda il fondo occorrente per la riassegnazione dei residui passivi della spesa in conto capitale eliminati negli esercizi precedenti per perenzione amministrativa. Nel corso dell'esame del disegno di legge di assestamento presso la Camera, è stata approvata una sola modifica, per 2 milioni di euro, riguardante lo stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Nella seduta pomeridiana di ieri i sen. Chiavaroli (NCD) e Del Barba (PD) hanno svolto le relazioni e si è svolta la discussione generale.
In replica, il vice ministro Morando ha sottolineato, in via preliminare, come il confronto sulla politica economica e fiscale risenta dell'assenza di alcuni dati di valutazione importanti: ha quindi sottolineato la necessità di una modifica della legge di contabilità, che consenta di passare da un bilancio formale a un bilancio sostanziale, con indicatori che permettano di valutare i risultati delle politiche pubbliche. In risposta alle critiche dell'opposizione, ha precisato che i versamenti al Meccanismo europeo di stabilità sono uno strumento necessario per sviluppare politiche espansive e ha espresso preferenza per i project bond, emessi per investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, piuttosto che per gli eurobond volti a garantire i debiti sovrani. Ha poi rilevato che l'aumento dei residui dipende paradossalmente sia dalla difficoltà delle amministrazioni centrali e territoriali di spendere nei tempi previsti le somme impegnate e di procedere alla riscossione delle somme accertate, sia dall'adozione di provvedimenti legislativi che hanno ridotto i tempi di mantenimento in bilancio di tali somme. Ha poi osservato che negli ultimi anni, anche grazie al Governo Berlusconi, la spesa primaria al netto della spesa previdenziale si è ridotta in termini nominali: la spesa previdenziale continua a crescere, nonostante i significativi interventi strutturali, per ragioni legate all'andamento demografico. Il Governo in carica intende procedere a tagli selettivi che riducano la spesa corrente di un punto sia nel 2015 sia nel 2016. La revisione della spesa richiede però una riforma della pubblica amministrazione che è chiamata ad accompagnare gli interventi legislativi volti a implementare obiettivi di risparmio. L'aumento di emissione dei titoli del debito pubblico è dovuta per metà al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e per metà al peggioramento del fabbisogno del settore statale. Infine, le eccedenze di spesa segnalate dalla Corte dei conti si riferiscono a spese di natura obbligatoria e, alla luce delle attuali regole, il Governo può solo aggiornare le dotazioni, non potendo modificare in sede di assestamento il bilancio a legislazione vigente.
Nelle dichiarazioni di voto finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Fravezzi (Misto-PSI), Mancuso (NCD) e Santini (PD).Hanno invece annunciato voto contrario i sen. Tosato (LN-Aut), Uras (Misto-SEL), Bertorotta (M5S) e Bonfrisco (FI-PdL).
Movimento 5 Stelle ha rilevato che le politiche di austerità hanno prodotto disoccupazione (un milione di posti lavoro in meno) e una riduzione di un quarto della produzione industriale. Per stimolare la crescita occorre una politica fiscale non convenzionale, che tagli di sette punti le aliquote per famiglie e imprese. Bisogna inoltre intervenire sulle regole europee per emettere eurobond e contrastare la speculazione finanziaria. Anziché stimolare investimenti e consumi, redistribuire la ricchezza, contrastare la corruzione, contrastare l'evasione fiscale, il Governo non rinuncia a finanziare programmi militari e si appresta a ridurre lo stock del debito con la svendita del patrimonio pubblico.
La Lega Nord ha rilevato che i dati di finanza pubblica, con un rapporto debito Pil che ha raggiunto la cifra record del 132,6 per cento, smentiscono l'ottimismo del Presidente del Consiglio: il declino non è stato arrestato e l'obiettivo del consenso a tutti i costi ha comportato un aumento della spesa. Anziché concentrarsi sulla propaganda, il Premier dovrebbe alleggerire la pressione fiscale e sbloccare il patto di stabilità per gli enti locali virtuosi. Infine, le scelte del Governo relative a Mare nostrum e alle sanzioni contro la Russia hanno penalizzato l'economia reale.
Forza Italia ha evidenziato il carattere preoccupante degli indicatori economici, citando in particolare il calo dell'Ires, e ha addebitato al Governo in carica il peggioramento dei saldi, l'aumento della spesa corrente e della pressione fiscale. Il risanamento dovrebbe puntare sulla riduzione del deficit più che del debito, e sulla riduzione delle aliquote fiscali. Le privatizzazioni, che non hanno prodotto riduzione di spesa, andrebbero valutate con cautela.
Secondo SEL i documenti di bilancio certificano il fallimento delle politiche di austerità recessiva. Il Gruppo ha auspicato un piano di investimenti contro il dissesto idrogeologico e ha invitato il Governo a rinunciare a scelte autolesioniste in tema di lavoro.
Il PD ha rilevato che il rapporto tra indebitamento netto e Pil al 2,8 per cento consente all'Italia un margine di manovra. Ha inoltre evidenziato, pur all'interno di un quadro difficile, alcuni aspetti postivi: l'aumento delle prestazioni sociali, la riduzione della spesa per interessi, la riduzione della pressione fiscale, l'aumento dei trasferimenti agli enti locali e degli investimenti fissi lordi, l'eccedenza dei residui attivi. Per quanto riguarda l'assestamento ha evidenziato la contrazione delle spese finali per riduzione della spesa per interessi e diminuzione delle entrate sui giochi.
Il Gruppo NCD pur ribadendo il proprio appoggio al Governo, loha ammonito circa l'opportunità di una maggiore conoscenza della qualità della spesa al fine di individuare dove si determinano sprechi e inefficienze. Ha auspicato quindi una riduzione della pressione fiscale e un rilancio degli investimenti per le infrastrutture e i trasporti, vero volano della ripresa.
Il Gruppo Autonomie ha posto l'accento sulla necessità di tagli alle spese improduttive dei Ministeri che tuttavia non dovranno essere lineari ma selettivi e l'opportunità di interventi volti alla semplificazione dell'apparato burocratico condividendo le proposte avanzate dal Governo sulla revisione del sistema impositivo.
Il Gruppo Misto ha messo l'accento sul maggior ricorso all'indebitamento e sugli elevati costi di adesione al Meccanismo europeo di stabilità (Fondo salva-Stati), ricordando che il Fiscal compact sta uccidendo l'economia reale ed erodendo la democrazia.
Secondo Scelta Civica, che ha espresso preoccupazione per l'andamento delle entrate, la debolezza dell'Italia nella crisi globale dipende dall'elevato debito pubblico, che non consente di allentare il processo di risanamento dei conti. Di qui la necessità di un'incisiva revisione della spesa della spesa.
L'Assemblea è poi passata all'esame del bilancio interno del Senato 2014 e del rendiconto 2013.
Il presidente della Commissione bilancio Azzollini (NCD) ha sottolineato come gli sforzi compiuti vadano nella giusta direzione giacché si registra una riduzione notevole in termini di contenimento delle spese. Ha però ribadito che la democrazia ha un costo ed è impensabile ridurre drasticamente i supporti necessari allo svolgimento dell'attività parlamentare. Ha sottolineato infine la necessità di distinguere nel bilancio interno del Senato la spesa previdenziale dalla spesa per senatori, personale e funzionamento.
Il sen. questore De Poli (PI) ha rilevato, per quanto riguarda il rendiconto, la necessità di passare dalla logica degli interventi una tantum alla riduzione strutturale della spesa. Il bilancio di previsione 2014 conferma le dinamiche virtuose delle principali voci di spesa. Sono stati recepiti gli ordini del giorno dello scorso anno su dematerializzazione, convenzioni con la Consip, ruolo unico del personale. Nel settore della spesa per i senatori, grazie alla riduzione di competenze e indennità accessorie, sono stati realizzati risparmi per tre milioni di euro; nel settore della spesa per il personale il mancato adeguamento degli incentivi e il blocco del turn over comporta nel 2014 un risparmio di quattro milioni. Nel 2015 il personale scenderà ulteriormente a 770 unità. E' in corso avanzato una trattativa con le organizzazioni sindacali per applicare tetti agli stipendi, per istituire il ruolo unico del personale parlamentare, per unificare i servizi della biblioteca, dell'informatica, della documentazione e della logistica. Nel settore della spesa previdenziale, che ha un'incidenza sul bilancio maggiore della spese di funzionamento, il risparmio è legato al contributo di solidarietà. Nel settore tecnico sono stati realizzati risparmi strutturali per tre milioni di euro.
Nella discussione generale hanno preso la parola i sen: Vacciano, Bertorotta, Blundo, Gaetti, Giarrusso, Castaldi, Cioffi, Girotto, Cappelletti, Serra, Fucksia (M5S); Battista (Misto-PSI); Pegorer, Di Giorgi (PD); Colucci (NCD); Candiani (LN).
M5S ha evidenziato la necessità di aumentare la trasparenza, di ridurre le indennità dei senatori e i consumi energetici, di garantire una maggiore informazione dell'attività parlamentare e di sospendere il trattamento economico ai senatori detenuti in carcere. Il PD ha auspicato una diminuzione delle spese per consulenze e di segreteria, un intervento sul trattamento degli ex senatori, una misura per dare certezza contrattuale ai dipendenti dei Gruppi. NCD ha sottolineato che intervenire sulla struttura amministrativa del Senato prima della riforma che ne determinerà le nuove funzioni è prematuro e frutto di considerazioni astratte. Non bisogna disperdere il patrimonio di conoscenze e professionalità del personale, rispetto al quale la disposizione sul tetto stipendiale andrebbe valutata con cautela alla luce delle sentenze della Corte costituzionale e della specificità del lavoro svolto dall'istituzione Senato. La Lega Nord ha auspicato che i servizi di ristorazione utilizzino prodotti della filiera italiana.