30ª Seduta pubblica
Mercoledì 29 maggio 2013 alle ore 09:33
Al termine della discussione sulle mozioni relative all'avvio del percorso delle riforme costituzionali, l'Assemblea ha approvato i testi presentati dai Gruppi di maggioranza, dalla Lega Nord e dalle Autonomie.
La mozione di maggioranza (1-00047), sottoscritta dai senatori Zanda (PD), Schifani (PdL), Susta (SCpI), Mario Ferrara (GAL) e Zeller (Autonomie), impegna il Governo a presentare alle Camere, entro il prossimo mese di giugno, un disegno di legge costituzionale che preveda una procedura straordinaria, rispetto a quella delineata dall'articolo 138 della Costituzione, per agevolare il processo di riforma. In particolare, il ddl dovrà prevedere l'istituzione di un Comitato (composto da 20 senatori e 20 deputati nominati in modo da garantire piena rappresentatività e proporzionalità tra i Gruppi) al quale conferire poteri referenti per l'esame dei progetti di revisione costituzionale dei titoli della seconda parte della Costituzione riguardanti la forma di Stato e di Governo e l'assetto bicamerale del Parlamento, nonché dei progetti di riforma dei sistemi elettorali. Le modalità di esame dovranno assicurare tempi certi, con l'obiettivo di concludere il procedimento parlamentare di riforma entro 18 mesi dall'avvio. Sarà prevista comunque la facoltà di chiedere un referendum confermativo.
La mozione 1-00031 (testo 3), del senatore Calderoli (LN) e altri, prevede di dare attuazione alle dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente del Consiglio in tema di riforme costituzionali, con esplicito riferimento all'ipotesi di una Convenzione che, facendo tesoro del lavoro della precedente legislatura e delle conclusioni del Comitato di saggi istituito dal Presidente della Repubblica, avanzi proposte sul superamento del bicameralismo perfetto, l'istituzione del Senato delle Regioni, la riforma del Titolo V, l'attuazione del federalismo fiscale.
La mozione 1-00044, del senatore Zeller (Autonomie) e altri, mira a garantire la presenza di almeno un senatore delle minoranza linguistiche nel Comitato per l'esame dei progetti di revisione costituzionale.
E' stata invece respinta la mozione 1-00046, del senatore Crimi (M5S) e altri, volta a indire un referendum popolare d'indirizzo per scegliere la forma di Stato e di Governo e a delineare un percorso per una limitata riforma della seconda parte della Costituzione, riguardante la riduzione del numero di deputati, senatori e consiglieri regionali, la soppressione delle province, l'introduzione del referendum propositivo, l'incandidabilità delle persone condannate con sentenza definitiva, l'incremento delle garanzie costituzionali per le opposizioni parlamentari, la fissazione di un termine perentorio per l'esame dei ddl d'iniziativa popolare.
Respinta anche la mozione 1-00048 (testo 2), della senatrice De Petris (Misto-SEL) e altri, volta a svincolare la modifica della legge elettorale dall'iter delle riforme costituzionali, a valorizzare l'azione del Parlamento e a restituire slancio al progetto di emancipazione delineato dalla Costituzione.
A seguito del parere contrario del Governo, il senatore Nencini (PSI) ha ritirato l'ordine del giorno n. 1, concernente l'elezione a scrutinio proporzionale di un'Assemblea costituente, composta da 75 membri, con il compito di approvare entro dodici mesi la proposta di revisione della forma di Stato e di Governo; e il senatore Barani (GAL) ha ritirato l'ordine del giorno n. 3, volto a riportare in capo allo Stato le competenze in materia sanitaria, nell'ambito della revisione dell'articolo 117 della Costituzione. E' stato invece respinto l'ordine del giorno n. 2, del senatore Crimi (M5S) e altri, sull'avvio di un percorso per correggere alcuni aspetti della legge elettorale vigente, quali la soglia per il premio di maggioranza e il ripristino del voto di preferenza.
In fase di illustrazione dei testi di indirizzo, sono intervenuti i senatori: Calderoli, (LN), Laniece (Aut), Campanella (M5S), De Cristofaro (Misto-SEL), Nencini (PSI). Nella discussione hanno preso la parola i senatori: Anna Finocchiaro, Tonini, Latorre, Moscardelli, Chiti, Corsini, Doris Lo Moro, Isabella De Monte, Martini (PD); Bruno, Zanettin, Gasparri, Scilipoti, D'Alì, Alessandra Mussolini, Anna Maria Bernini (PdL); Maran, Della Vedova, Linda Lanzillotta (SCpI); Centinaio, Patrizia Bisinella (LN); Uras (Misto-SEL); Giovanni Mauro, Barani, Compagna (GAL); Morra, Crimi, Campanella (M5S); Mastrangeli (Misto).
Tutti i senatori hanno convenuto sulla necessità e l'urgenza delle riforme istituzionali; diverse, invece, le valutazioni sui contenuti e sul percorso da seguire. Secondo le opposizioni, le modifiche costituzionali devono essere limitate e finalizzate all'incremento della partecipazione dei cittadini; il procedimento di revisione deve rispettare l'articolo 138 della Costituzione e salvaguardare la forma di governo parlamentare. Il Movimento Cinque Stelle, in particolare, ha posto l'accento sulla riduzione dei costi della politica; Sinistra Ecologia e Libertà sulla necessità di abrogare subito la legge elettorale, ripristinando il Mattarellum, senza attendere la pronuncia della Corte costituzionale.
I Gruppi di maggioranza hanno sottolineato che il tema dell'ammodernamento istituzionale si intreccia con esigenze di rilancio della crescita economica ed è condizione essenziale per favorire la stabilità del sistema politico e l'efficienza di un complesso circuito decisionale, che coinvolge l'Unione europea e le autonomie territoriali. In particolare, il Partito Democratico ha posto l'accento su riforme che assicurino tempestività alla decisione pubblica e restituiscano centralità al Parlamento. Scelta Civica ha evidenziato il passaggio dall'ipotesi di una Convenzione con poteri redigenti a quella di un Comitato parlamentare con funzioni referenti, esprimendo preoccupazione per un iter che appare eccessivamente lungo e indeterminato. Il Popolo della Libertà ha espresso maggiore fiducia nell'esito positivo del percorso riformatore, ha auspicato una rivoluzione liberale che trasformi in profondità la pubblica amministrazione, ha sottolineato la necessità di definire la forma di Stato e di Governo prima di modificare la legge elettorale, escludendo l'ipotesi di un immediato ritorno al cosiddetto Mattarellum.
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha manifestato preoccupazione per il crescente distacco dei cittadini dalle istituzioni, evidenziato dalla scarsa partecipazione alle elezioni amministrative di domenica scorsa. Il Premier ha quindi ribadito l'impegno a mutare gli indirizzi europei a favore della crescita e dell'occupazione, sottolineando che l'ammodernamento istituzionale volto a migliorare la qualità della democrazia italiana rappresenta la riforma strutturale prioritaria per il Paese. Il Presidente Letta ha sollecitato un impegno collettivo, anche in materia elettorale, per restituire credibilità alla politica e si è impegnato, nella salvaguardia della centralità del Parlamento, a stimolare il percorso di riforma attraverso una commissione di esperti.
In fase di dichiarazioni di voto, SEL e M5S hanno annunciato voto contrario alla mozione di maggioranza. La senatrice De Petris (Misto-SEL) ha spiegato che, per migliorare la qualità della democrazia italiana, occorre consolidare la forma di governo parlamentare e abrogare il Porcellum. Il senatore Crimi (M5S) ha espresso perplessità su un percorso che delega al Governo l'iniziativa legislativa e prefigura un esito lontano dalla valorizzazione del Parlamento e dalla necessaria svolta in materia economica e sociale.
Il senatore Calderoli (LN) ha invece confermato l'apertura di credito della Lega Nord, che verrebbe meno qualora il Governo eluda la questione settentrionale e la maggioranza affossi le riforme per la riduzione del numero dei parlamentari e per l'attuazione del federalismo fiscale. A favore della mozione di maggioranza, sono intervenuti anche i senatori Ferrara (GAL), Zeller (Autonomie), Susta (SCpI), che hanno espresso soddisfazione per l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo, il senatore Schifani (PdL), che ha richiamato l'esistenza di un vincolo di coalizione in materia elettorale, e Zanda (PD), che ha rilevato la necessità di un ampio consenso e di un coinvolgimento dei cittadini nei processi di riforma costituzionale ed elettorale. In dissenso dal Gruppo, è intervenuta la senatrice Amati (PD).
In relazione all'andamento dei lavori delle Commissioni riunite lavori pubblici e ambiente, la discussione del decreto-legge sulle emergenze ambientali è stata rinviata alla prossima settimana.