300ª Seduta pubblica
Martedì 5 agosto 2014 alle ore 09:32
In apertura di seduta il Presidente di turno Gasparri ha ricordato le vittime della strage dell'Italicus e l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio.
Con 160 voti favorevoli e 106 contrari l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento 1.700 (testo corretto), che sostituisce il testo licenziato dalla Camera del ddl n. 1582 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari. Il testo torna quindi alla Camera.
Noto come decreto pubblica amministrazione il provvedimento è composto di 54 articoli che riguardano diverse materie: pensionamenti d'ufficio, modifica della disciplina del trattenimento in servizio, flessibilità del turn over, mobilità obbligatoria del personale, divieto di consulenze onerose, trattamenti pensionistici anticipati per i giornalisti, limiti ai compensi nelle società controllate e partecipate, razionalizzazione delle Authority e incompatibilità per i dirigenti, Agenda per la semplificazione, Autorità anticorruzione, unità speciale per Expo 2015, soppressione di sedi distaccate dei TAR, processo telematico, contenzioso pendente per le opere pubbliche.
A causa di problemi di copertura finanziaria, in Commissione sono stati approvati quattro emendamenti soppressivi, presentati dal Governo, che hanno eliminato la norma sul pensionamento di 4000 docenti della scuola; la norma che cancellava le penalizzazioni della riforma Fornero per i lavoratori con 62 anni d'età e 42 anni di anzianità contributiva; la norma sul pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari; la norma per le vittime di terrorismo.
Nella seduta di ieri, il relatore, sen. Pagliari (PD), ha riferito sui contenuti del provvedimento ed è iniziata la discussione generale che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Cociancich (PD); Falanga, Scilipoti, Caliendo (FI-PdL).
In replica il relatore ha evidenziato positivamente le norme che affidano all'Autorità anticorruzione il controllo sugli appalti pubblici, la razionalizzazione delle autorità indipendenti, le misure per accelerare la giustizia. Si è rammaricato invece per la soppressione di alcune norme, esprimendo perplessità sulla valutazione della Ragioneria generale dello Stato.
Il Ministro della pubblica amministrazione Madia ha affermato che il decreto costituisce il primo tassello di una riforma che sarà discussa dal Senato in prima lettura a settembre. Il provvedimento, adottato al termine di una procedura di consultazione che ha coinvolto dipendenti pubblici e cittadini, ha l'obiettivo di trasmettere un segnale immediato in ordine alla volontà di uscire da una rappresentazione decadente della pubblica amministrazione, ponendola al servizio dei cittadini. Il Ministro ha sottolineato positivamente le norme sul ricambio generazionale, sull'equità dei compensi, sull'Autorità anticorruzione, e le disposizioni sulla mobilità, che consentiranno di coprire le carenze di organico negli uffici giudiziari. Ha annunciato la volontà del premier, per ovviare alla mancata approvazione della norma sugli insegnanti quota 96, di adottare un provvedimento strutturale per la scuola entro il mese di agosto. Ha sollecitato infine uno sforzo comune per dare immediata applicazione al provvedimento.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Boschi ha posto la questione di fiducia sull'approvazione di un maxiemendamento interamente sostitutivo, che recepisce le modifiche approvate in Commissione al Senato.
Dopo la Conferenza dei Capigruppo, il Presidente della Commissione bilancio Azzollini, nel riferire sui profili di copertura finanziaria, ha chiesto al Governo di espungere il comma 3 dell'articolo 8, che riguarda l'aspettativa per i magistrati che abbiano incarichi nella pubblica amministrazione. La richiesta è stata accolta.
Alla discussione sulla questione di fiducia hanno preso parte i sen. Ornella Bertorotta, Gaetti, Rosetta Blundo (M5S); Alessandra Bencini, Paola De Pin (Misto); Uras (SEL); Malan, Palma (FI-PdL); Divina (LN-Aut).
Le opposizioni - Movimento 5 Stelle, Forza Italia, SEL, Gruppo Misto, GAL - hanno criticato il diciottesimo ricorso, in pochi mesi, alla questione di fiducia su un decreto omnibus, che rappresenta un piccolo provvedimento di manutenzione. Hanno evidenziato la delusione delle aspettative suscitate in ordine alla soluzione dei problemi creati dalla riforma Fornero, le coperture finanziarie insufficienti e il tentativo di scaricare le responsabilità sulla Ragioneria dello Stato, le deroghe al codice degli appalti pubblici. Hanno poi sottolineato l'andamento negativo dei principali indicatori macroeconomici e hanno negato la capacità del provvedimento, pieno di norme spot, di migliorare la funzionalità della pubblica amministrazione e di offrire prospettive ai giovani. In particolare, la Lega Nord ha criticato le disposizioni sulle camere di commercio e, richiamando le recenti dichiarazioni del commissario alla spending review, ha denunciato l'impossibilità di mantenere le promesse del premier sull'estensione del bonus fiscale, sul taglio della spesa pubblica, sull'occupazione giovanile.
In dichiarazione di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Ichino (SC), Marino (PI), Fravezzi (Aut-PSI), Federica Chiavaroli (NCD), Russo (PD). Hanno negato la fiducia i sen. Mauro (GAL), Patrizia Bisinella (LN-Aut), Alessia Petraglia (SEL), Crimi (M5S), Anna Maria Bernini (FI-PdL).
Alle ore 16 l'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
Movimento 5 Stelle continua a non partecipare i lavori, considerando la riforma in discussione un abominio. La Lega Nord ha deciso invece di partecipare alla discussione degli articoli più importanti della riforma, sebbene il Governo non abbia ancora fornito risposte e il Gruppo abbia pressoché esaurito il tempo.
Nella seduta di ieri si è svolto un dibattito sul tema dell'immunità parlamentare e sono stati approvati gli articoli da 3 a 9.
L'Assemblea è passata all'esame degli emendamenti riferiti dell'articolo 10, che riguarda il procedimento legislativo. Esso prevede che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare, per la legislazione elettorale degli enti locali e per le ineleggibilità e le incompatibilità di Presidenti di Regione, membri della Giunta e consiglieri regionali. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera è trasmesso al Senato che entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei componenti, può esaminarlo e, nei trenta giorni successivi, può deliberare proposte di modifica sulle quali la Camera, nei venti giorni successivi, si pronuncia in via definitiva. In materie riguardanti le autonomie regionali, è prevista una procedura rinforzata: la Camera può respingere le modifiche proposte dal Senato a maggioranza assoluta dei componenti nella votazione finale.
Al fine di rafforzare le garanzie ed evitare il passaggio ad un monocameralismo di fatto, SEL ha proposto emendamenti che estendono la competenza paritaria alle leggi riguardanti libertà e diritti fondamentali, amnistia e indulto, ratifica dei trattati internazionali.
Il Gruppo per le Autonomie ha proposto emendamenti che, in coerenza con il modello di Senato rappresentante delle autonomie territoriali, estendono la competenza paritaria alle leggi riguardanti la partecipazione delle Regioni all'equilibrio della finanza pubblica e alle leggi di tutela delle minoranze linguistiche.
I senatori cosiddetti dissidenti del PD hanno presentato emendamenti che prevedono la competenza bicamerale in materia di ordinamento giudiziario, servizi di informazione e sicurezza, determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, diritto di famiglia, diritto di sciopero e rappresentanza sindacale, diritti politici, libertà di stampa, libertà religiosa. Il sen. Casson (PD), richiamando principi di coerenza, ha chiesto alla Presidenza di riconsiderare la decisione di non ammettere lo scrutinio segreto per gli emendamenti che attribuiscono al Senato funzione legislativa in materia di libertà fondamentali, diritti della persona, tutela delle minoranze linguistiche. La Presidenza ha confermato le decisioni già assunte.
I sen. di Scelta Civica Maran e Susta hanno presentato un emendamento in base al quale le leggi organiche, incluse quelle che regolano gli organi dello Stato e la legge elettorale, sono approvate a maggioranza dei tre quinti della Camera e con la maggioranza assoluta del Senato.
I sen. Azzollini (NCD) e Bonfrisco (FI-PdL) hanno presentato un emendamento, inizialmente riferito all'articolo 1, che propone di estendere la procedura rinforzata alle norme di coordinamento e armonizzazione della finanza pubblica e del sistema tributario. In direzione opposta la sen. Lanzillotta (SC) ha presentato un emendamento che sopprime la possibilità per il Senato di approvare a maggioranza assoluta proposte di modifica alle leggi in materia di bilancio.
Il sen. Verducci (PD) ha presentato una proposta che, in coerenza con il ruolo di raccordo del Senato con l'Unione europea, estende la competenza paritaria alle leggi di attuazione degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE. Un emendamento del sen. Orellana (Misto) propone che il Senato possa esaminare le leggi approvate dalla Camera fino alla prima seduta utile.
Al fine di approfondire le proposte sugli articoli più importanti, i relatori sen. Anna Finocchiaro (PD) e Calderoli (LN) hanno chiesto di accantonare gli articoli 10, 11, 12 e 15. La richiesta è stata accolta.
L'Assemblea ha quindi approvato, con l'emendamento dei relatori 13.29, l'articolo 13, in base al quale le leggi che disciplinano l'elezione delle Camere, su richiesta motivata di un terzo dei componenti una Camera, possono essere sottoposte a giudizio di legittimità della Corte costituzionale prima della promulgazione. La Corte si pronuncia entro 30 giorni. Approvato senza modifiche l'articolo 14, in base al quale il Presidente della Repubblica prima di promulgare una legge può chiedere alle Camere una nuova deliberazione anche su specifiche disposizioni. Se il rinvio riguarda un decreto-legge il termine per la conversione è differito di 30 giorni. Approvato, con l'emendamento dei relatori 16.16, l'articolo 16, che detta disposizioni più stringenti sulla decretazione d'urgenza e vieta l'approvazione di norme estranee all'oggetto e alle finalità del decreto.
Approvato senza modifiche l'articolo 17, che attribuisce alla sola Camera dei deputati la deliberazione dello stato di guerra. Approvato senza modifiche anche l'articolo 18 che attribuisce competenza esclusiva alla Camera in materia di amnistia e indulto. Con votazione a scrutinio segreto sono stati respinti gli emendamenti soppressivi dell'articolo, sui quali i relatori e il Ministro si erano rimessi all'Assemblea. La sen. Lo Moro (PD) e i sen. Bruno (FI), Romano (PI), Quagliarello (NCD), Maran (SC), Palermo (Aut) hanno annunciato a nome dei rispettivi Gruppi voto contrario. Favorevoli invece il sen. Casson (PD), la sen. De Petris (SEL), i sen. Mauro (PI) e Zin (Aut). Approvato senza modifiche l'articolo 19 che prevede la competenza paritaria delle Camere soltanto per l'autorizzazione alla ratifica dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia alla UE. Approvato senza modifiche l'articolo 20 che limita le inchieste del Senato alle materie di pubblico interesse concernenti le autonomie territoriali. Respinti gli emendamenti volti a rafforzare i poteri parlamentari di controllo, attribuendo il potere di inchiesta a un quarto dei componenti di ciascuna Camera.
Su richiesta della relatrice, sen. Finocchiaro (PD), il seguito della discussione è stato rinviato a domani.