287ª Seduta pubblica
Martedì 22 luglio 2014 alle ore 16:00
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
Prosegue l'illustrazione degli emendamenti riferiti all' articolo 1, iniziata nella seduta pomeridiana di ieri. L'articolo 1 ridefinisce le funzioni del Senato che rappresenta le istituzioni territoriali, concorre alla funzione legislativa, esercita la funzione di raccordo tra l'Unione europea, lo Stato e gli altri enti della Repubblica, partecipa alla formazione degli atti normativi comunitari, valuta l'attività delle pubbliche amministrazioni, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, controlla le politiche pubbliche, concorre all'espressione di pareri su nomine governative.
Premesso che le riforme economico sociali dovrebbero avere priorità rispetto alle riforme istituzionali, la Lega Nord, che ha presentato un centinaio di emendamenti di merito, non vuole il deragliamento della revisione costituzionale, vuole invece interventi seri e ponderati. Auspica quindi il ricorso alla mediazione politica per superare la situazione di stallo.
Movimento 5 Stelle, che ha presentato duecento emendamenti privi di finalità ostruzionistiche, vuole fare le riforme insieme alla maggioranza, previo referendum consultivo d'indirizzo, e invita il Partito Democratico, che si è strenuamente opposto alla riforma varata dal centrodestra nel 2005, a non sottomettersi ad un progetto autoritario. Il Senato disegnato dal ddl in esame è ibrido e contraddittorio, in particolare per quanto riguarda funzioni e rappresentanza del Senato. Il Gruppo propone un Senato eletto a suffragio universale diretto, con funzioni di garanzia, e una contestuale riduzione del numero dei deputati. Se si vogliono ridurre i costi, infatti, non si può evitare un intervento su componenti e indennità della Camera dei deputati.
Il Gruppo Misto, che ha avanzato proposte in un'ottica costruttiva e non di ostruzione, invita il Governo ad abbandonare la logica del muro contro muro. Il potere legislativo, specie in materia elettorale, spetta al Parlamento: il Governo non può imporre paletti, peraltro irragionevoli, sulla non elettività del Senato e il mantenimento di 630 deputati.
La Conferenza dei Capigruppo ha confermato il calendario della settimana corrente. Per i lavori fino all'8 agosto, a maggioranza, ha ridefinito gli orari delle sedute e ha confermato gli argomenti già previsti. Da lunedì 28 luglio tutte le sedute, da lunedì a domenica, inizieranno alle 9,30 e si concluderanno alle ore 24, con una pausa dalle 13,30 alle 15 per le riunioni delle Commissioni.
Le richieste di votazione a scrutinio segreto su emendamenti riferiti al ddl costituzionale dovranno pervenire entro le ore 20 di questa sera, per consentire al Presidente una valutazione complessiva.
La sen. De Petris (Misto-SEL) ha proposto di inserire in calendario l'informativa del Governo sulla situazione in Medio Oriente.
Secondo il sen. Romani (FI-PdL) gli orari del calendario sono irragionevoli. Richiamando il lavoro egregio svolto dalla Commissione, il Capogruppo del PdL ha rivolto un appello per superare uno scontro sterile tra maggioranza e opposizione e individuare alcune modifiche.
Il sen. Zanda (PD) ha sottolineato che l'orario di lavoro è stato prolungato perché i Capigruppo non hanno accolto il suo invito a ridurre il numero degli emendamenti presentati.
Secondo il sen. Ferrara (GAL) la situazione di stallo dipende dall'arroganza del premier che, oltre a non avere rispetto per il Senato, dà l'impressione di cercare un pretesto per andare alle urne.
Secondo il sen. Centinaio (LN-Aut) la maggioranza non ha avuto il coraggio di mettere la tagliola, ma ha chiesto di rinunciare a emendamenti, privi di finalità ostruzionistiche, senza che il Governo chiarisse priorità e fornisse risposte politiche. La maggioranza impone il calendario nella consapevolezza che l'8 agosto non si potrà comunque arrivare alla votazione del provvedimento.
Il sen. Petrocelli (M5S), preannunciando voto favorevole alla proposta del sen. Romani (FI-PdL) di mantenere invariato il calendario, ha affermato di essere disponibile a prolungare i lavori oltre l'8 agosto.
Secondo il sen. Sacconi (NCD) non approvare la riforma costituzionale prima della pausa estiva significa rinunciarvi, perché a settembre il Parlamento sarà impegnato in provvedimenti economici per affrontare la grave situazione economica.
I sen. Romano (PI) e Susta (SC) hanno annunciato voto favorevole al calendario di maggioranza.
Il sen. Campanella (Misto-ILC) ha proposto di rinviare la riforma costituzionale a settembre.
I senatori dei Gruppi M5S e Misto hanno avanzato singole proposte di modifica del calendario.