286ª Seduta pubblica
Martedì 22 luglio 2014 alle ore 09:33
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
Nella seduta pomeridiana di ieri l'Assemblea ha iniziato l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1, che ridefinisce le funzioni del Senato. L'articolo prevede che il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Quest'ultimo rappresenta le istituzioni territoriali, concorre alla funzione legislativa, esercita la funzione di raccordo tra l'Unione europea, lo Stato e gli altri enti della Repubblica, partecipa alla formazione degli atti normativi comunitari, valuta l'attività delle pubbliche amministrazioni, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, controlla le politiche pubbliche, concorre all'espressione di pareri su nomine governative.
SEL ha stigmatizzato l'irresponsabilità del Governo che affronta con esasperato tatticismo una riforma fondamentale, riducendo gli spazi di democrazia piuttosto che i costi. Ha quindi posto l'accento sugli emendamenti che affermano la necessità di un Senato elettivo onde evitare che, attraverso l'elezione di secondo grado, la seconda Camera rappresentanti soltanto interessi di partito.
La Lega Nord ha avvertito sulle conseguenze di un'eventuale tagliola sulla votazione degli emendamenti. Il sen Arrigoni ha illustrato l'emendamento 01.18 con cui si propone di informare il sistema tributario non solo al criterio della progressività ma anche a quelli della chiarezza, semplicità e trasparenza. LN-Aut ha auspicato quindi che il Senato delle autonomie sia tale nella sostanza e con l'emendamento 01.4 propone di inserire all'articolo 12 della Costituzione un comma che riconosce la bandiera e i simboli di ciascuna Regione. La senatrice Munerato ha posto poi l'accento sullo strapotere delle istituzioni comunitarie, proponendo che le leggi europee che comportino cessioni di sovranità siano approvate da entrambe le Camere con legge costituzionale.
Il Gruppo Misto-ILC, nell'illustrare propri emendamenti, ha mostrato che il ddl non comporta una reale riduzione dei costi della politica che si potrebbe conseguire attraverso una drastica diminuzione delle indennità e l'abolizione del finanziamento dei partiti. Posto che il numero dei senatori dovrebbe essere proporzionato al numero dei cittadini che è chiamato a rappresentare, il sen. Bocchino ha chiesto al Governo di spiegare le ragioni che hanno determinato la scelta di cento senatori.
Movimento 5 Stelle ha criticato le modifiche all'articolo 55 della Costituzione e ha illustrato gli emendamenti con i quali si propone che la rappresentanza della nazione sia affidata anche ai senatori per evitare che l'istituzione sia trasformata in un organo privo di funzioni reali. Propone una riduzione dei parlamentari che garantisca il principio della rappresentatività, riducendo i deputati a 400 e i senatori a 200, ma conservando alla seconda Camera una funzione di garanzia e di controllo sulle pubbliche amministrazioni e sulla ripartizione delle risorse. Nell'ottica di un riequilibrio dei poteri, l'emendamento 1.1897, illustrato dalla senatrice Bulgarelli, stabilisce che il Parlamento esercita la funzione di controllo sull'operato del Governo.
Il sen. Azzollini (NCD) ha illustrato l'emendamento 1.1926 che affida al Senato la verifica dell'attuazione della legge costituzionale 20 aprile 2012 in ordine al bilancio. Per ragioni di coerenza sistematica, la sostenibilità del debito pubblico deve essere verificata dalla Camera che si occupa del controllo delle pubbliche amministrazioni.
Il sen. Zanda (PD), dopo aver rilevato che al termine di due giorni di discussione non si è ancora conclusa l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1, ha chiesto la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.
Sulla richiesta del Capogruppo del PD si è aperto un breve dibattito nel quale il sen. Ferrara (FI-PdL) ha rimarcato l'arroganza con cui il premier Renzi e il PD impongono la riforma; il sen. Mario Mauro (PI) ha chiesto la smentita della notizia circa il contingentamento dei tempi; i sen. Loredana De Petris (Misto-SEL), Centinaio (LN-Aut) e Di Maggio (PI) hanno evidenziato il carattere antidemocratico del metodo seguito; il sen Petrocelli (M5S) ha ricordato che esponenti del PD, intervenuti nella discussione della riforma costituzionale del 2005, denunciavano il tentativo della maggioranza di imporre una svolta autoritaria.
A favore di un'armonizzazione dei tempi della discussione si sono pronunciati il sen. Paolo Romani (FI-PdL), che ha invitato le opposizioni ad intervenire nel merito per migliorare concretamente la riforma, il sen. Susta (SC), che ha sottolineato la differenza tra una democrazia partecipata e una democrazia decidente, e i sen. Sacconi (NCD) e Romano (PI).
Il relatore, sen Calderoli (LN-Aut), ha espresso preoccupazione per la mancanza di risposte del Governo su proposte emendative relative alla modifica degli articoli 55 e 56 della Costituzione. Ha chiesto quindi il ritiro di molti emendamenti e la concessione di tempi congrui ai relatori per un esame approfondito delle proposte. Ha giudicato infine assurda e incostituzionale l'applicazione della ghigliottina, che sancirebbe la fine della riforma.
In apertura di seduta, dopo che i sen. Petrocelli (M5S) e De Cristofaro (Misto-SEL) hanno rigettato con forza l'accusa di voler strumentalizzare la grave situazione di crisi in Medio Oriente, l'Assemblea ha respinto la proposta di modifica del calendario, nel senso di prevedere un'informativa urgente del Ministro degli affari esteri sulla situazione a Gaza, avanzata nella seduta pomeridiana di ieri dal sen. Petrocelli (M5S). Il Sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento Pizzetti si è dichiarato favorevole alla proposta dei sen. Tonini e Rita Ghedini (PD), per un'informativa del Governo nelle Commissioni riunite affari esteri di Camera e Senato per la prossima settimana.