284ª Seduta pubblica
Lunedì 21 luglio 2014 alle ore 11:03
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
La discussione generale, iniziata nella seduta di lunedì 14 luglio, si è conclusa con gli interventi dei sen. Giarrusso (M5S); Bruno (FI-PdL); Martini (PD).
Fautore di una riforma volta a ridurre il numero dei parlamentari e ad ampliare gli spazi di democrazia, Movimento 5 Stelle ha ribadito la sua ferma contrarietà ad una controriforma, ispirata da un'oligarchia tecnocratica transnazionale, che persegue la restrizione della sovranità popolare.
Forza Italia ha affermato che le riforme, se possibile, devono essere fatte con il consenso di tutti, ma è lecito che il Governo presenti un proprio ddl. Il problema fondamentale della riforma non è l'elezione indiretta dei senatori, bensì la tutela delle opposizioni, che deve essere rafforzata per evitare derive plebiscitarie. Il Gruppo ha sollecitato infine approfondimenti in tema di controlli e garanzie.
Secondo il sen. Martini (PD) occorre approvare rapidamente, e con il consenso più largo possibile, una riforma da lungo attesa: un sistema istituzionale moderno ed efficiente può contribuire al superamento della crisi economica. E' fuorviante agitare lo spettro della deriva autoritaria e non considerare valida la scelta del Senato delle autonomie, che può svolgere un ruolo di garanzia e di ampliamento della democrazia, sebbene resti irrisolto il nodo delle norme generali e comuni. Dopo aver valutato positivamente alcuni emendamenti in tema di istituti di democrazia diretta, elezione del Presidente della Repubblica e parità di genere, il sen. Martini ha invitato il Parlamento a sconfiggere l'antipolitica, valorizzando le proposte comuni.
In replica, la relatrice, sen. Finocchiaro (PD), ha negato che l'iter della riforma sia stato segnato da accelerazioni e forzature. Ha ricordato la piena legittimità dell'attuale Parlamento a riformare il sistema istituzionale. Ha condiviso la necessità di fare derivare le modalità di elezione del Senato dalle sue funzioni, anticipando una speciale attenzione agli emendamenti che precisano il ruolo di partecipazione alla formazione del diritto comunitario. Ha rilevato l'importanza delle funzioni di controllo e di raccordo con le autonomie locali del nuovo Senato, auspicando una riflessione ulteriore sulle garanzie e sulla procedura di bilancio. Ha precisato che la corsia preferenziale per il Governo serve ad evitare l'abuso di decreti legge e voti di fiducia. Rispetto alla denuncia di una torsione ipermaggioritaria degli organi elettivi, ha osservato che la legge elettorale non è stata ancora approvata; in ogni caso, l'elezione di secondo grado del Senato non può essere considerata una scelta antidemocratica. Riconoscendo la legittimità dell'iniziativa governativa e la sovranità del Parlamento in materia costituzionale, ha invitato a soppesare le parole e a sottrarre il dibattito alla polemica politica.
Il correlatore, sen. Calderoli (LN-Aut), ha rilevato che, in conseguenza dell'incapacità di riformare i Regolamenti parlamentari, si stanno introducendo nella Costituzione argomenti impropri. Ha auspicato una verifica sui tempi del nuovo procedimento legislativo; ha manifestato il suo favore per un bicameralismo differenziato che preveda un Senato delle autonomie, ha espresso la convinzione che il lavoro parlamentare non sia concluso, individuando quindici punti meritevoli di approfondimento.
La relatrice di minoranza, sen. De Petris (Misto-SEL), ha rilevato che il problema dell'Italia non risiede nella farraginosità delle procedure parlamentari, bensì nell'incapacità politica di dare risposte di qualità alla crisi economica. Ha osservato che molte obiezioni in tema di bilanciamento dei poteri e sistema delle garanzie non hanno avuto risposta. Ha ricordato che il programma di coalizione "Italia bene comune" criticava un sistema incentrato sull'uomo solo al comando e sull'utilizzo del governo per catturare il consenso. Rispetto alla formazione del Senato, ha denunciato il meccanismo in base al quale il ceto politico nomina se stesso, ha criticato il cumulo di cariche nazionali e regionali nonché la possibilità di 21 leggi elettorali regionali. Ha espresso infine la convinzione che la crisi della politica sia superabile soltanto con il rafforzamento della democrazia.
Il Governo - ha rilevato il Ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi - ha legato indissolubilmente il proprio cammino alle riforme costituzionali; ha perciò presentato un proprio ddl che è stato discusso e modificato in Commissione. Superamento del bicameralismo perfetto e riforma del titolo V sono temi collegati: per evitare conflitti di competenza tra Stato e Regioni, occorre una Camera di compensazione politica che partecipi fin dall'inizio al procedimento decisionale dello Stato. Il metodo di elezione del Senato è un singolo aspetto di un testo ampiamente condiviso, che si colloca nel solco del lavoro già svolto dal comitato di saggi. Il pericolo di autoritarismo è un'allucinazione: il testo proposto dalla Commissione è equilibrato anche sotto il profilo delle garanzie, avendo elevato il quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica. L'urgenza del ddl è innegabile: le riforme strutturali assicurano margini di flessibilità in Europa e rispondono all'esigenza di cambiamento dei cittadini. A settembre il Governo presenterà un programma di mille giorni.
Il sen. Petrocelli (M5S), chiedendo un rinvio in Commissione per approfondire i temi segnalati anche dal relatore Calderoli, ha presentato una proposta di non passaggio agli articoli. La proposta è stata appoggiata dal sen. De Cristofaro (Misto-SEL), secondo il quale gli esiti negativi dei recenti interventi costituzionali dovrebbero suggerire maggiore prudenza. La tesi in base alla quale ostacola il cambiamento chiunque nutra dubbi sulla capacità del ddl di superare la crisi della politica ha natura propagandistica e, ove si raggiunga il quorum dei due terzi, il ddl dovrebbe essere comunque sottoposto a referendum popolare.
Il seguito dell'esame è stato rinviato alla seduta pomeridiana.