263ª Seduta pubblica
Martedì 17 giugno 2014 alle ore 16:02
Al termine dell'esame della relazione della Commissione antimafia sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata,l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione unitaria n. 1.
Sottoscritta dai sen. Zanda (PD), Buccarella (M5S), Sacconi (NCD), De Petris (Misto-SEL), Bitonci (LN-Aut), Zeller (Aut-PSI), Romano (PI), Susta (SC), la risoluzione richiama le proposte della Commissione antimafia per ostacolare l'evasione fiscale, per accelerare la destinazione dei beni confiscati e riformare l'Agenzia nazionale, per consentire una ragionevole programmazione dell'attività d'impresa a garanzia dei rapporti di lavoro, per migliorare efficienza, tempestività e garanzie del procedimento, per regolamentare adeguatamente le attività degli amministratori giudiziari, per disciplinare il nuovo istituto del controllo giudiziario, meno invasivo dello spossessamento; fa propria la relazione e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile per risolvere le questioni evidenziate.
La relazione, sintetizzata dal sen. Gaetti (M5S), ripercorre il quadro normativo europeo e nazionale in materia di prevenzione e contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata; analizza i dati a disposizione; offre una panoramica sulle buone prassi e sul ruolo degli enti locali; individua le criticità emerse nella gestione e destinazione dei beni confiscati ai mafiosi, che riguardano sia il versante amministrativo-operativo (con particolare riguardo al ruolo dell'Agenzia nazionale istituita nel 2010) sia il versante normativo; propone infine modifiche non più rinviabili.
Per quanto riguarda il quadro normativo europeo la recente direttiva del 2014 su congelamento e confisca dei beni è ancora lungi dall'essere sponda ideale per un'aggressione forte al potenziale economico-finanziario delle mafie. Nel semestre europeo l'Italia dovrà quindi sensibilizzare i partner europei sulla necessità di strumenti più incisivi. Al contempo l'Italia deve recepire alcuni importanti strumenti normativi europei, dando attuazione alle decisioni quadro sul reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca e sull'esecuzione dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio.
La disciplina nazionale è il frutto dello stratificarsi, dopo il varo pionieristico nel 1982 della legge Rognoni-La Torre, di norme elaborate a singhiozzo e in contesti emergenziali. Anche il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, redatto nel 2011, contiene un corpus disorganico e carente. Le difficoltà principali riguardano la finalità principale della normativa: la destinazione sociale dei beni confiscati (mobili, immobili e aziendali) e la loro restituzione alla collettività. La normativa vigente non offre strumenti di effettivo coordinamento della fase di aggressione dei patrimoni con quella della destinazione dei beni sequestrati: il codice antimafia, infatti, ha fissato regole nuove che privilegiano la procedura di vendita dei beni per tutelare i terzi di buona fede, titolari di diritti e crediti nei confronti dei patrimoni sequestrati. L'Agenzia nazionale per i beni confiscati non è dotata di organici sufficienti per farsi carico dell'amministrazione dei beni durante la pendenza del procedimento. L'albo degli amministratori giudiziari non è ancora operativo. La Commissione, segnalando la necessità di un contatto continuo tra amministratore giudiziario e giudice delegato, auspica che l'Agenzia si doti di idonei strumenti di comunicazione informatica, abbia competenza esclusiva soltanto per la destinazione dei beni dopo la definitività della confisca e coadiuvi il giudice delegato durante le fasi precedenti, a partire dal sequestro; si doti di risorse umane, professionali e materiali adeguate, privilegiando professionalità con competenze economiche e gestionali; si doti di uno strumento di indirizzo per favorire l'utilizzo immediato a uso sociale dei beni fin dalla fase del sequestro. Dovrebbero essere valorizzate le potenzialità dei nuclei territoriali di supporto delle prefetture e i protocolli stipulati con gli enti locali e le associazioni no profit.
Il documento della Commissione d'inchiesta segnala difficoltà nella rilevazione dei dati e avanza proposte per migliorare la normativa vigente. Tra i correttivi per aumentare l'efficienza, la tempestività e le garanzie del procedimento figurano: l'istituzione di sezioni specializzate presso i tribunali distrettuali e presso le corti di appello e l'attribuzione della competenza in materia di misure di prevenzione patrimoniali agli uffici distrettuali; l'estensione del potere di proposta al Procuratore nazionale antimafia; la partecipazione all'udienza del detenuto; l'esecuzione del sequestro a cura della polizia giudiziaria e non dell'ufficiale giudiziario; la sospensione degli effetti della revoca della confisca; la condanna del proposto al pagamento delle spese processuali. Altre proposte di modifica riguardano la partecipazione e tutela dei terzi nel procedimento di prevenzione, la verifica dei crediti anticipata e funzionale alla gestione, un programma di prosecuzione delle attività di imprese sequestrate che possa essere portato a termine senza interferenze prima della confisca definitiva e della destinazione.
La Commissione propone infine l'istituzione di una nuova misura di prevenzione - il controllo giudiziario su attività economiche a rischio di infiltrazione mafiosa - cui fare ricorso quando non ricorrano i presupposti per l'amministrazione giudiziaria.
Nella discussione sono intervenuti i sen. Lumia, Pamela Orrù, Lucrezia Ricchiuti, Rosaria Capacchione (PD); Rosetta Blundo, Elisa Bulgarelli, Puglia, Molinari (M5S); De Cristofaro (Misto-SEL); D'Ascola (NCD).
Il Vice Ministro Bubbico ha accolto la proposta di risoluzione, sottolineando la necessità di garantire l'efficienza produttiva delle imprese sequestrate e la messa a valore dei beni confiscati.
Hanno svolto dichiarazione di voto a favore della risoluzione unitaria i sen. Susta (SC), Di Biagio (PI), Buemi (Aut-PSI), Volpi (LN-Aut), De Cristofaro (Misto-SEL), Torrisi (NCD), Gaetti (M5S) e Mirabelli (PD). Anche il sen. Bruno (FI-PdL) ha annunciato voto favorevole, precisando che il Gruppo non ha sottoscritto la risoluzione per protesta rispetto alla mancata istituzione della Commissione sulle ecomafie e all'assenza di un componente del Gruppo nel Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.