185ª Seduta pubblica
Giovedì 6 febbraio 2014 alle ore 09:33
In apertura di seduta il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha chiesto al Presidente Grasso di spiegare per quali ragioni, contro il parere del Consiglio di Presidenza da lui stesso convocato, ha optato per la costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita di voti contro Silvio Berlusconi. Il sen. Sacconi (NCD) si è associato alla richiesta, reputando grave una decisione che appare dettata da motivi politici. Il sen. Ferrara (GAL) ha sollevato dubbi sulla legittimità della scelta del Presidente del Senato. Anche il sen. Bitonci (LN-Aut) ha criticato una decisione che non ha precedenti ed evidenzia la mancanza di imparzialità del Presidente Grasso.
Secondo il sen. Zanda (PD), invece, al di là del merito della vicenda, la decisione compete al Presidente, che rappresenta il Senato. Secondo la sen. De Petris (Misto-Sel) la costituzione in giudizio è un atto dovuto per tutelare l'immagine del Senato.
Secondo il sen. Nencini (Aut-PSI) il Presidente del Senato ha esercitato le sue prerogative ma è opportuno che spieghi le sue ragioni. Secondo il sen. Di Maggio (PI) il Presidente Grasso ha commesso due errori, confondendo la morale con il moralismo e l'Aula del Senato con un'aula di tribunale. Secondo il sen. Susta (SC) la decisione del Presidente Grasso va rispettata, anche se il richiamo alla moralità non è stato felice ed evidenzia un problema irrisolto. Secondo il sen. Palma (FI-PdL) la costituzione in giudizio è una decisione affidata all'Assemblea e non al suo Presidente. Secondo il sen. Gasparri (FI-PdL) il Presidente Grasso è stato sleale con i componenti del Consiglio di Presidenza. La sen. Alberti Casellati (FI-PdL) ha chiesto le dimissioni del Presidente del Senato, che è venuto meno al suo ruolo istituzionale per esercitare un ruolo politico contra personam.
Dopo l'arrivo in Aula del Presidente Grasso, hanno avuto la parola anche i senatori: Malan (PdL), il quale ha chiesto perché la decisione sulla costituzione di parte civile non sia stata assunta tre mesi fa; Casson (PD), il quale ha ricordato le norme processuali penali sull'obbligo di individuare la parte offesa e notificare l'udienza preliminare; Giovanardi (NCD), che ha chiesto al Presidente di rivedere la sua decisione; Buemi (Aut-PSI), secondo il quale il Senato è una parte coinvolta nel processo; Caliendo (FI-PdL), secondo cui la consultazione del Consiglio di Presidenza è in contraddizione con la motivazione dell'obbligo morale; D'Anna (GAL), che ha denunciato la subalternità della politica ad esigenze mediatiche e ad un potere giudiziario spesso strabico. I sen. Alessandra Mussolini, Maran, Mandelli, Zanettin, D'Ambrosio Lettieri, Ceroni, Colucci, Falanga, Galimberti, Piccoli (FI-PdL) hanno dichiarato che non intendono costituirsi parte civile nel processo contro Berlusconi. Il sen. Santangelo (M5S) ha affermato che il Gruppo condivide la decisione del Presidente. La sen. Cardinali (PD) ha dichiarato l'orgoglio del Gruppo per la decisione del Presidente. Il sen. Palma (FI-PdL) ha ricordato che le accuse del processo sono generiche, colpiscono l'intero Senato e alimentano l'antipolitica.
Il Presidente Grasso si è stupito per le critiche aggressive contro una decisione difficile, che è stata assunta in solitudine ed è stata dettata dalla volontà di non precludere una possibilità di tutela della dignità del Senato. Egli ha ritenuto di informare i Capigruppo per le valutazioni politiche e di convocare il Consiglio di Presidenza per ascoltare, senza pregiudizi, le argomentazioni rispetto ad una vicenda che non ha precedenti. Il richiamo al dovere morale non intendeva tacciare di immoralità quanti la pensano diversamente. In ogni caso, la decisione di costituzione di parte civile può essere revocata con le procedure previste dal Regolamento.
I senatori di Forza Italia e di GAL hanno abbandonato l'Aula.
A conclusione della discussione di mozioni sul transito delle grandi navi nella laguna di Venezia, l'Assemblea ha approvato l'ordine del giorno G1, che è stato sottoscritto da tutti i Gruppi.
In relazione al traffico crocieristico di Venezia - e in particolare al divieto di transito delle navi traghetto nei canali di San Marco e della Giudecca e all'ipotesi di ampliamento del canale Contorta - l'ordine del giorno impegna il Governo ad assicurare che tutte le soluzioni siano comparate e considerate in sede di valutazione ambientale, a prescindere dallo stato di avanzamento progettuale, attraverso un processo trasparente e partecipato e sentita la commissione per la salvaguardia di Venezia; a porre al centro della valutazione comparativa alcuni parametri, tra cui la compatibilità ambientale, la reversibilità, l'impatto economico, la sostenibilità nel lungo periodo; a concludere la valutazione entro tre mesi e ad effettuare nel più breve tempo possibile, utilizzando la normativa vigente, i lavori conseguenti.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Girlanda ha chiesto una riformulazione del primo punto del dispositivo, nel senso di prevedere la possibilità di ricorrere alle procedure della legge obiettivo. Si è comunque rimesso all'Assemblea. Il sen. Casson (PD) non ha accolto la richiesta di modifica, sottolineando che il testo è stato concordato tra tutti i Gruppi.
Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti a favore dell'ordine del giorno G1 i senatori: Dalla Zuanna (SC), Di Biagio (PI), Cervellini (Misto-Sel), Bitonci (LN-Aut), Dalla Tor (NCD), Endrizzi (M5S), Alberti Casellati (FI-PdL), Zanda (PD).
La Presidenza ha rinviato l'inizio della discussione del decreto-legge sull'abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti, dopo chela Presidente della Commissione affari costituzionali Finocchiaro (PD) ha preannunciato la conclusione nel pomeriggio dell'esame in sede referente.
Al termine della seduta i senatori Malan (FI-PdL), Compagna (NCD), Zanda (PD), Lanzillotta (SC), D'Anna (GAL), Divina (LN-Aut), De Petris (Misto-Sel) hanno espresso cordoglio per la scomparsa di Giorgio Stracquadanio, che è stato senatore del PdL.