166ª Seduta pubblica
Mercoledì 15 gennaio 2014 alle ore 09:34
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 925 - nel testo proposto dalla Commissione - recante deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili, già approvato dalla Camera dei deputati, e dei connessi ddl nn. 110, 111, 113, 666.
Nella seduta antimeridiana di ieri il relatore, senatore Casson (PD), ha riferito sul lavoro svolto dalla Commissione giustizia, che ha esteso l'ambito della delega alla riforma dell'intero sistema delle pene.
L'articolo 1 delega il Governo a riscrivere il quadro delle pene principali (ergastolo, reclusione, reclusione e arresto domiciliare, multa e ammenda). Si prevede che il ricorso all'esecuzione presso il domicilio dell'arresto e della reclusione non sia superiore nel massimo a tre anni e si conferisce al giudice la facoltà di applicare la reclusione domiciliare per i delitti per i quali è prevista la pena detentiva fra i tre e i cinque anni. Il lavoro di pubblica utilità, che può essere applicato dal giudice, sentiti l'imputato e il pubblico ministero, consiste nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività ed è eseguito secondo tempi e modi tali da non pregiudicare le esigenze lavorative, familiari, di salute e di studio del condannato. E' prevista inoltre l'esclusione della punibilità delle condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori nel massimo a cinque anni, purché risulti la particolare tenuità dell'offesa e la non abitualità del comportamento e senza pregiudicare l'azione civile per il risarcimento del danno. L'articolo 2 prevede una delega per una riforma generale della disciplina sanzionatoria che tenda a trasformare in illeciti amministrativi tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell'ammenda, con un elenco di eccezioni per materie la cui preminenza sconsiglia la depenalizzazione.
Il capo II, comprendente gli articoli da 3 a 8, reca disposizioni relative alla sospensione del procedimento con messa alla prova. L'istituto si sostanzia nella facoltà da parte dell'imputato di richiedere la sospensione del processo penale a suo carico alla condizione di porre in essere condotte volte all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, di garantire il risarcimento del danno cagionato. Il capo III, comprendente gli articoli da 9 a 15, prevede norme sulla sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. Attraverso puntuali modifiche al codice di procedura penale, si introduce una nuova disciplina per lo svolgimento del rito in caso di assenza e di irreperibilità dell'imputato, in modo tale da contemperare le esigenze di speditezza del processo con quelle di garanzia nell'esercizio del diritto di difesa.
La discussione generale è proseguita con gli interventi dei senatori: Silvana Comaroli, Patrizia Bisinella, Raffaela Bellot (LN-Aut); D'Alì, D'Ascola, Compagna, Sacconi (NCD); Marin, Amoruso, Gasparri, Alessandra Mussolini, Anna Cinzia Bonfrisco (PdL-FI); Adele Gambaro (Misto); Lo Giudice (PD); Susta (SC); Barani (GAL); Albertini (PI); Cioffi (M5S); Buemi (Aut-PSI); De Cristofaro (Misto-SEL).
La Lega Nord avversa un provvedimento che considera un indulto mascherato. M5S pone invece l'accento sull'efficacia del provvedimento. Le critiche del PdL si appuntano sull'abrogazione affrettata del reato di immigrazione clandestina e sulla mancata previsione di meccanismi di regolazione del flusso migratorio. Al contrario, Sinistra Ecologia e Libertà saluta positivamente la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina e auspica interventi più organici. La riduzione delle condanne, secondo Nuovo Centrodestra, è una misura necessaria per diminuire la popolazione carceraria. L'adozione di misure alternative alla carcerazione - ricordano PD, Scelta Civica e Per l'Italia - risponde, oltre che a principi di civiltà giuridica, a specifiche raccomandazioni europee e all'appello pressante del Capo dello Stato ad affrontare l'emergenza carceraria. Aut-PSI ha presentato emendamenti volti a rendere conveniente il ricorso al lavoro dei detenuti.