163ª Seduta pubblica
Giovedì 9 gennaio 2014 alle ore 09:03
L'Assemblea ha approvato, con modifiche, il ddl n. 1188 di conversione del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia. Il testo passa all'esame della Camera dei deputati.
Nelle sedute di ieri i relatori, senatori Olivero (PI) e Fornaro (PD), hanno riferito sui contenuti del provvedimento, si sono svolte la discussione generale e le repliche, e sono state approvate modifiche, proposte dalla Commissione e dai relatori, agli articoli 1 e 3. L'articolo 1 abolisce il versamento della seconda rata dell'IMU per alcune tipologie di immobili che sono state oggetto dell'esclusione della prima rata del tributo e stanzia 2.164 milioni per assicurare ai comuni il ristoro del minor gettito dell'imposta municipale propria.
L'articolo 3, al fine di aumentare il valore degli immobili pubblici da dismettere assicurando così le entrate stimate, consente all'acquirente di sanare irregolarità edilizie. E' stato approvato l'emendamento 3.74 (testo 2 corretto) in base al quale il Ministero dei beni culturali, di concerto con il Ministro dell'economia, individua i beni di rilevante interesse da mantenere nella proprietà dello Stato e l'Agenzia del demanio sospende procedure di dismissione di beni di rilevante interesse ambientale.
All'articolo 4, che autorizza la Banca d'Italia ad aumentare il proprio capitale mediante utilizzo delle riserve statutarie all'importo di 7,5 miliardi di euro, è stato approvato, quasi all'unanimità, l'emendamento 4.1000 (testo corretto) della Commissione. Conseguentemente, le categorie di investitori che possono acquisire le quote di partecipazione al capitale dell'Istituto sono così individuate: banche aventi sede legale e amministrazione centrale in Italia, imprese di assicurazione e di riassicurazione aventi sede legale e amministrazione centrale in Italia; enti e istituti di previdenza e assicurazione aventi sede legale in Italia e fondi pensione. Accolto anche l'emendamento 4.133 del senatore Vacciano (M5S) e altri, secondo cui, qualora i predetti soggetti perdano il requisito di sede legale in Italia, si dovrà procedere alla vendita delle quote. Ciascun partecipante non può possedere una quota di capitale superiore al 3 per cento. All'Istituto è consentito di acquistare temporaneamente le proprie quote di partecipazione e stipulare contratti aventi a oggetto le medesime. Approvati anche gli emendamenti 4.174 e 4.179 (testo 2 corretto) della Commissione, in base ai quali tali operazioni devono essere realizzate con modalità che assicurino trasparenza, parità di trattamento e salvaguardia del patrimonio della Banca d'Italia, con riferimento al presumibile valore di realizzo. La Banca d'Italia, inoltre, riferisce annualmente alle Camere in merito alle operazioni di partecipazione al proprio capitale.
Respinti tutti gli emendamenti all'articolo 5 del decreto, che disciplina gli organi della Banca d'Italia. Approvati all'articolo 6, che sopprime i poteri di sospensione e di annullamento da parte del delegato governativo sulle delibere dell'Assemblea e del Consiglio e abroga le disposizioni che risultano incompatibili con la nuova disciplina, gli emendamenti 6.16, 6.93 (testo corretto), 6.1000 (testo 2 corretto), 6.150 e 6.123 (testo corretto) della Commissione e 6.800 del Governo. All'articolo 7, che contiene disposizioni di coordinamento in materia di accise, non sono stati approvati emendamenti. La copertura finanziaria degli oneri recati dal provvedimento è assicurata dalle maggiori entrate derivanti dall'articolo 2, che aumenta al 128,5 per cento la misura dagli acconti IRES e IRAP per gli enti creditizi, finanziari e assicurativi e per la Banca d'Italia.
Hanno svolto dichiarazione di voto contraria al provvedimento i senatori: Loredana De Petris (Misto-Sel), Raffaela Bellot (LN-Aut), Molinari (M5S), Carraro (FI-PdL).
Le opposizioni hanno criticato il ricorso al decreto-legge soprattutto in materia di assetto della Banca d'Italia. Nel merito, hanno denunciato il caos fiscale prodotto dal Governo in materia di abitazione principale, la svendita del patrimonio pubblico, la privatizzazione e la perdita di autonomia della Banca centrale, trasformata in una società ad azionariato diffuso, e la distribuzione a soggetti privati degli utili derivanti dalla rivalutazione delle riserve. Favorevole alla ripubblicizzazione della Banca d'Italia, prevista peraltro dalla legge n. 262 del 2005, Movimento 5 Stelle ha ricordato che nulla è stato fatto, dallo scoppio della crisi economica, per imporre nuove regole della finanza. Contrariamente a quanto stimato dal Ministro Saccomanni, Forza Italia teme che le tasse sulla casa aumenteranno nel 2014; favorevole all'aumento di capitale e al rafforzamento del sistema bancario italiano, il Gruppo ritiene che l'autonomia della Banca centrale non possa essere garantita esclusivamente dai Trattati europei.
Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole al provvedimento i senatori: Linda Lanzillotta (SC), Luigi Marino (PI), Azzollini (NCD), Gianluca Rossi (PD).
I Gruppi di maggioranza hanno sottolineato che l'abolizione della seconda rata IMU nel 2013 onora un patto di governo e le disposizioni relative a Bankitalia non indeboliscono ma ricapitalizzano l'Istituto anche al fine di favorire l'erogazione del credito a famiglie e imprese. Scelta Civica ha espresso riserve sugli emendamenti approvati che ostacolano il processo di dismissione del patrimonio pubblico. Per l'Italia ritiene che l'imposta sulla casa debba essere ridotta ma non abolita. Nuovo Centrodestra ha auspicato provvedimenti più meditati e più strutturali per aumentare la competitività del Paese. Il PD ha rilevato che la riforma del catasto è essenziale per garantire equità nella tassazione degli immobili e che l'intervento sull'assetto organizzativo di Bankitalia è coerente con il sistema unico di vigilanza europea.
L'Assemblea è poi passata allo svolgimento di interrogazioni.
Il Vice Ministro per lo sviluppo economico Catricalà ha risposto alle interrogazioni 3-00095 e 3-00307, della senatrice Fedeli (PD) e altre, sulle strategie e le scelte organizzative adottate da Poste italiane Spa, con particolare riferimento alla trattativa con le organizzazioni sindacali per le assunzioni a tempo determinato in alcune Regioni. In replica la senatrice Gatti (PD) ha invitato il Governo a garantire l'universalità del servizio e a vigilare sul rispetto degli accordi raggiunti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno Manzione ha poi risposto all'interrogazione 3-00359 della senatrice Mussini (M5S) e altri sulla sicurezza nelle due stazioni ferroviarie di Reggio Emilia.