101ª Seduta pubblica
Giovedì 12 settembre 2013 alle ore 09:35
L'Assemblea ha accolto la proposta di risoluzione di maggioranza che approva la relazione al Parlamento predisposta dal Governo ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009 n. 196. Sono quindi risultate precluse le proposte di risoluzione nn. 1 e 2, della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle.
Nella seduta pomeridiana di ieri il senatore Azzollini (PdL) aveva illustrato i contenuti del documento che si sofferma sugli impatti stimati delle misure del decreto-legge n. 102 del 28 agosto 2013, che avranno un effetto favorevole sull'economia e, lasciando inalterato l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, si rifletteranno sul fabbisogno finanziario e sul debito. Il decreto interviene su quattro capitoli: rifinanzia per 500 milioni la Cassa integrazione guadagni, prevede un'ulteriore salvaguardia per gli esodati, reca misure a sostegno delle famiglie su mutui per la prima casa e gli affitti, cancella per il 2013 la prima rata dell'IMU.
Hanno svolto dichiarazione di voto contro la proposta di risoluzione n. 3, a firma dei senatori Zanda (PD), Schifani (PdL), Fravezzi (Aut-PSI), Susta (SCpI) e Ferrara (GAL), i senatori: Uras (Misto-Sel), Divina (LN-Aut), Barbara Lezzi (M5S). Hanno dichiarato invece voto favorevole i senatori: Scalone (GAL), Fravezzi (Aut-PSI), Susta (SCpI), D'Alì (PdL), Santini (PD).
Il Gruppo GAL ha sottolineato la fragilità della situazione di finanza pubblica, caratterizzata da un aumento dell'indebitamento e dalla contrazione delle entrate tributarie conseguente alla flessione della domanda e al crollo dei consumi, e ha auspicato maggiore coraggio da parte del Governo sul versante della politica abitativa, della riduzione di sprechi e privilegi, della semplificazione, delle politiche per il Mezzogiorno.
Il Gruppo per le Autonomie ha fatto appello alla responsabilità e alla stabilità politica, rilevando che nonostante le incertezze si intravedono spiragli di ripresa. Ha quindi espresso apprezzamento per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, per il sostegno alle famiglie e per l'abolizione della prima rata sull'IMU, per il pagamento dei debiti pregressi degli enti locali.
Scelta Civica per l'Italia ha richiamato la necessità di proseguire l'azione di risanamento per rispettare gli impegni europei; ha espresso perplessità sull'abolizione dell'IMU e ha chiesto al Governo di avviare riforme strutturali e di concentrare le risorse disponibili sulla riduzione della pressione fiscale gravante sul lavoro e sulle imprese.
Il Popolo della Libertà ha sottolineato che il ricorso all'indebitamento deve essere giustificato da interventi coerenti, mirati alla crescita e alla giustizia sociale, e non deve essere provocato da una contrazione delle entrate conseguente alla caduta dei consumi. Il Gruppo vigilerà quindi affinché sia evitato un aumento delle imposte sui consumi.
Il Partito Democratico ha espresso apprezzamento per il complesso delle misure del decreto-legge n. 102 che, entro i vincoli di finanza pubblica, possono essere migliorate sotto il profilo dell'equità sociale. Ha auspicato infine consistenti interventi per revisionare la spesa, diminuire il cuneo fiscale, garantire alle imprese l'accesso al credito, ridurre lo stock di debito.
Sinistra Ecologia e Libertà ha espresso perplessità sull'attendibilità dei dati contenuti nella relazione e ha ribadito l'insufficienza di un approccio disorganico, basato su meri tagli alla spesa, ai problemi del Paese. Ha criticato infine la mancata adozione di misure per sradicare la patologia dei ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni e ha rifiutato l'ipotesi di una gestione del declino, cui il Paese è condannato se non saranno realizzati investimenti pubblici.
La Lega Nord ha sottolineato la continuità del Governo in carica con l'Esecutivo Monti; ha lamentato la mancata riduzione della pressione fiscale a favore delle fasce sociali più basse e il mancato accoglimento della proposta di destinare ai comuni virtuosi le risorse derivanti dall'efficientamento delle pubbliche amministrazioni.
Movimento 5 Stelle ha espresso dubbi sull'ipotesi di una ripresa a fine anno, ponendo l'accento sugli errori di previsione del Governo e sull'inidoneità delle attuali politiche a rilanciare la domanda. Ha espresso infine l'auspicio che la politica abitativa non si traduca in un mero aiuto alle banche e ha osservato che l'incremento del debito è incompatibile con il Fiscal compact.
L'esame delle mozioni sulla combustione di rifiuti nei cementifici si è concluso con l'approvazione della mozione n. 135 (testo 2), a firma dei senatori Morgoni (PD), Bruni (PdL), Dalla Zuanna (SCpI), Panizza (Aut-PSI), Compagnone (GAL). La mozione di maggioranza, che è stata illustrata dal senatore Morgoni (PD), impegna il Governo a effettuare un'approfondita comparazione in merito alle condizioni tecnologiche e operative che disciplinano l'impiego del combustibile solido secondario in altri Paesi europei e a verificare se e a quali condizioni il suo utilizzo nei cementifici non determini rischi per la salute e l'ambiente.
Sono state invece respinte le mozioni n. 121 (testo 2) del Movimento 5 Stelle e n. 131 (testo 2) di SEL, le quali impegnavano il Governo ad abrogare il decreto ministeriale n. 22 del 14 febbraio, che ha declassato da rifiuti a sottoprodotti i combustibili solidi secondari e ha consentito ai cementifici di utilizzarli come combustibile. Nell'illustrare le rispettive mozioni, le senatrici Moronese (M5S) e De Petris (Misto-SEL) hanno sottolineato che i cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti e l'incenerimento dei rifiuti nei cementifici ha conseguenze negative per la salute ed è in contrasto con le disposizioni europee. Hanno quindi rilevato che il decreto è stato adottato con eccessiva fretta da un Governo dimissionario che aveva l'obiettivo di avvantaggiare il settore cementifero.
In conseguenza del mancato accoglimento delle richieste di modifica avanzate dal rappresentante del Governo, è stata respinta anche la mozione n. 141, illustrata dal senatore Arrigoni (LN-Aut), che impegnava il Governo a promuovere un approfondito dibattito parlamentare prima di disciplinare l'utilizzo del CSS nei cementifici, con particolare riferimento alle emissioni di sostanze inquinanti, alle possibili conseguenze sul piano ambientale e sanitario, al rispetto della gerarchia di gestione dei rifiuti prevista dalle direttive comunitarie, all'applicazione del principio di prossimità.
Nella discussione hanno preso la parola i senatori: Gaetti, Maurizio Romani e Martelli (M5S). In sede di replica il Sottosegretario di Stato per l'ambiente Cirillo ha richiamato l'esperienza di altri Paesi europei e ha rifiutato l'assimilazione dei cementifici agli inceneritori. Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti i senatori: Fravezzi (Aut-PSI), Cervellini (Misto-SEL), Arrigoni (LN-Aut), Dalla Zuanna (SCpI), Paola Nugnes (M5S), Piccoli (PdL), Patrizia Manassero (PD). In dissenso dai rispettivi Gruppi sono intervenuti i senatori: D'Anna (PdL), che ha annunciato voto contrario alla mozione di maggioranza, Pepe e Serenella Fucksia M5S).
Nel corso della seduta il Presidente Grasso ha comunicato all'Assemblea che il Presidente della Repubblica ha nominato Giuliano Amato giudice della Corte costituzionale.
In apertura di seduta i senatori Caliendo (PdL), Anna Finocchiaro (PD), Compagna (GAL), Cotti (M5S) hanno ricordato Pietro Barcellona, docente universitario teorico dell'uso alternativo del diritto, politico e intellettuale comunista, animatore del CRS, che è scomparso il 6 settembre scorso.