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8ª Seduta pubblica
Mercoledì 3 aprile 2013 alle ore 09:40
L'Assemblea ha approvato una proposta di risoluzione a prima firma dei senatori Tocci (PD) e Gasparri (PdL) - sottoscritta da tutti i Gruppi ad eccezione del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord - che approva le comunicazioni rese dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Patroni Griffi sullo schema di decreto legislativo concernente disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61, recante ulteriori disposizioni in materia di ordinamento di Roma capitale.
Conseguentemente, è risultata preclusa la proposta di risoluzione presentata dalla Lega Nord per chiedere al Governo di ritirare il provvedimento che conferisce a Roma capitale prerogative speciali.
In apertura di seduta il Ministro Patroni Griffi ha ricordato che il testo originario del decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 maggio 2012, aveva tre finalità: salvaguardare il coordinamento tra la negoziazione degli obiettivi del patto di stabilità interno tra Roma capitale e Governo e la disciplina generale in materia di patto territoriale di stabilità; eliminare la previsione di finanziamento diretto a Roma capitale dei livelli essenziali delle prestazioni e degli obiettivi di servizio; assicurare alla gestione commissariale di Roma capitale il patrocinio e l'assistenza in giudizio dell'avvocatura dello Stato.
Dopo aver acquisito i pareri dei livelli territoriali, l'intesa della Conferenza unificata e il parere delle Commissioni parlamentari competenti, il Governo, al fine di recepire le condizioni poste dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, ha proposto un nuovo schema di decreto. La nuova disciplina sopprime la norma che applica le disposizioni su Roma capitale alla città metropolitana di Roma capitale a decorrere dall'istituzione di quest'ultima; introduce una disciplina transitoria sulla rimodulazione del programma di interventi per Roma capitale; introduce la possibilità per il sindaco di Roma di provvedere in casi di emergenza, in deroga alle disposizioni vigenti, all'attuazione di interventi sul territorio connessi a traffico, mobilità e inquinamento.
Il Governo ha ritenuto di dover sottoporre alle Camere il nuovo schema di decreto perché su tre punti ha introdotto integrazioni che si discostano dal parere della Commissione bicamerale. Per quanto riguarda la rimodulazione delle risorse, si prevedono il concerto del Ministro dell'economia e l'invarianza degli oneri per la finanza pubblica; per quanto riguarda il potere di ordinanza del sindaco in relazione a eventi che non siano calamità naturali, è previsto che esso si eserciti in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri e con oneri a carico di Roma capitale. Infine, la nuova formulazione prevede il finanziamento diretto degli oneri del trasporto pubblico locale e l'erogazione di risorse a favore della Regione Lazio nelle more di un'intesa con Roma capitale che dovrà stabilire la quota spettante alla Regione.
Nella discussione successiva all'intervento del Ministro hanno preso la parola i senatori: Cirinnà, Astorre (PD), Palermo (Autonomie), Cervellini (Misto-SEL), Bisinella (LN), Lanzillotta (SCpI). I Gruppi PD, Misto-SEL e Per le Autonomie hanno ricordato che l'iter del decreto è stato complicato dal contenzioso tra la Regione Lazio e il Comune di Roma e hanno posto l'accento sulla riduzione dei finanziamenti statali e sulla limitazione dell'autonomia di Roma capitale. Scelta Civica per l'Italia ha rilevato che l'intesa con la Regione sul finanziamento del trasporto locale contravviene al principio della specializzazione dei livelli di governo. Perplessità di segno opposto sono state espresse dalla Lega Nord, che non condivide l'attribuzione al comune di Roma di privilegi di carattere istituzionale e finanziario.
Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole alle risoluzioni approvative i senatori: Mario Ferrara (GAL), Cervellini (Misto-SEL), Di Biagio (SCpI), Augello (PdL), Tocci (PD). Contraria invece la senatrice Businella (LN), che ha espresso perplessità di merito e di metodo sul decreto.
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