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412ª Seduta pubblica
Mercoledì 18 marzo 2015 alle ore 09:00
A conclusione del dibattito sull'informativa in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo, resa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, l'Assemblea ha approvato, con modifiche, la proposta di risoluzione di maggioranza. Lega Nord e Forza Italia non hanno accettato le modifiche chieste dal rappresentante del Governo: i loro testi sono stati quindi respinti, insieme alla proposta di Sel. M5S ha ritirato invece la sua risoluzione.
Il Presidente del Consiglio Renzi, nel rendere l'informativa, ha indicato i principali fattori di ripresa economica a livello europeo: il piano Junker, la flessibilità, la politica monetaria espansiva della BCE, il riequilibrio del rapporto tra euro e dollaro, la riduzione del prezzo del petrolio. Hai poi evidenziato i progressi dell'Italia, sul versante delle riforme istituzionali e della riduzione del cuneo fiscale, che hanno contribuito a cambiare il clima europeo. Nella riunione di Bruxelles di domani si discuteranno diversi argomenti: la politica energetica, che deve essere imperniata sulla sicurezza degli approvvigionamenti, sull'unità del mercato, sull'efficienza, sulla rinnovata centralità dei Paesi africani; l'indipendenza dell'Ucraina e il partenariato orientale; la questione libica, che va ben oltre il problema dell'immigrazione e deve essere monitorata per la presenza di milizie facenti riferimento all'ISIS. L'Italia, che ha rinnovato i rapporti con l'Egitto, si adopererà affinché sia riconosciuta a livello europeo la centralità strategica dell'Africa e del Mediterraneo. Il Presidente del Consiglio ha espresso, infine, la convinzione che negli ultimi mesi sia stata restituita centralità alla politica e che l'Italia abbia avuto la capacità di incidere sulle scelte europee.
Alla discussione hanno preso parte i sen. Maran, Tomaselli (PD); Tremonti (GAL); Lucidi, Girotti (M5S); Panizza (Aut); Monti (Misto); Compagna (NCD-UDC); Mazzoni (FI-PdL). Il sen. Tremonti ha ricordato che la debolezza delle fondamenta europee ha avuto ripercussioni negative sui processi di allargamento e globalizzazione, sulla gestione dell'euro e sulla crisi. Ha ricostruito, infine, le cause del debito greco, indicando le responsabilità dell'Unione.
Il Sottosegretario di Stato Pizzetti ha accolto, con un'integrazione, la risoluzione di maggioranza n. 1; ha chiesto modifiche alle proposte di risoluzione n. 6 del sen. Romani (FI-PdL), n. 2 del sen. Calderoli (LN) e n. 3 del sen. Centinaio (LN). Ha espresso infine parere contrario sulle proposte n. 2 della sen. De Petris (SEL) e n. 5 del sen. Cioffi (M5S).
Nelle dichiarazioni di voto è intervenuto il sen. Casini (NCD-UDC), che ha insistito sulla partnership tra Ue e Federazione russa, sul ruolo dell'Ucraina quale ponte tra l'Europa e la Russia, sulla necessità di scongiurare il ritorno di un clima da guerra fredda, sul positivo negoziato con l'Iran, sull'impossibilità di risolvere la questione libica attraverso l'intervento militare o l'aumento del potere egiziano. I sen. Centinaio (LN) e Gasparri (FI-PdL) hanno sottolineato che il Governo italiano non ha alcun ruolo rispetto alla ripresa. Hanno poi invocato collaborazione con la Russia, revoca delle sanzioni che danneggiano le imprese italiane, maggiore iniziativa per il controllo delle coste libiche e per la soluzione della vicenda dei marò. Il sen. Cioffi (M5S) ha posto l'accento sull'arretratezza della politica energetica europea, che si basa prevalentemente su fonti fossili, e sulla debolezza dell'Alto rappresentante dell'Unione. La sen. De Petris (SEL) ha sollecitato obiettivi più ambiziosi di ammodernamento energetico, maggiori risorse per il piano di investimenti europei, indirizzi più chiari rispetto alla questione ucraina e alla questione libica, che toccano interessi nazionali strategici. L'ultimo intervento è stato quello del sen. Latorre (PD).
L'Assemblea ha approvato, a larghissima maggioranza, il ddl n. 1504 in materia di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi (cosiddetto divorzio breve). Il testo torna alla Camera.
L'articolo 1 riduce da tre anni a dodici mesi la durata della separazione per poter presentare domanda di divorzio; la durata è ridotta a sei mesi in caso di separazione consensuale. Il termine decorre dalla comparizione dei coniugi dinanzi al presidente del tribunale. L'articolo 2 anticipa lo scioglimento della comunione dei beni al momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati. L'articolo 3 prevede che le nuove disposizioni si applichino ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge.
Nella seduta pomeridiana di ieri si è stata approvata la proposta della relatrice di stralciare il comma 2 dell'articolo 1, ovvero la norma, introdotta dalla Commissione giustizia del Senato, volta a disciplinare il divorzio diretto.
Le dichiarazioni di voto, iniziate ieri, si sono concluse con gli interventi favorevoli dei sen. Caliendo (FI-PdL) e Martini (PD). In dissenso dai rispettivi Gruppi, hanno annunciato voto contrario i sen. Marinello (NCD-UDC) e Gasparri (FI- PdL).
Poiché non si è concluso il lavoro in sede referente sul decreto relativo alle banche popolari, la seduta pomeridiana non avrà luogo.
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