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32ª Seduta pubblica
Lunedì 3 giugno 2013 alle ore 17:03
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 662, conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali, già approvato dalla Camera dei deputati.
Il provvedimento, che è collegato alla manovra finanziaria perché concorre al raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, definisce, nel rispetto dei vincoli di bilancio, risorse, criteri e procedure per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione e agevolare, così, l'immissione di liquidità nel sistema economico. Nella Nota di aggiornamento del DEF 2012, l'impatto dell'intervento, che sblocca i pagamenti della pubblica amministrazione per un importo complessivo di 40 miliardi di euro, è stimato in una maggiore crescita di 1,2 punti percentuali nell'arco del triennio 2013-2015.
I relatori, senatori Santini (PD) e D'Alì (PdL), hanno riferito sui contenuti del ddl, sulle modifiche apportate dalla Camera e sulle limitate proposte correttive della Commissione bilancio, che prevedono tra l'altro una doppia garanzia dello Stato per i debiti rimasti fuori dal provvedimento che dovranno essere individuati dalla legge di stabilità 2014; la pubblicazione entro il 5 luglio della lista completa dei creditori della pubblica amministrazione; la facoltà per i comuni di utilizzare risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione per sostenere spese di natura corrente, a compensazione delle difficoltà derivanti dal rinvio della rata di giugno dell'IMU. Per contenere la spesa nei limiti prefissati, il Ministero dell'economia e delle finanze monitorerà l'attuazione del decreto.
In particolare, l'articolo 1 contiene misure volte a favorire il pagamento dei debiti in conto capitale certi, liquidi ed esigibili degli enti locali, maturati alla data del 31 dicembre 2012. Per gli enti locali è previsto un allentamento del patto di stabilità interno nel 2013 per un importo di 5 miliardi di euro. Anche per regioni e province autonome è prevista l'esclusione dal computo delle spese finali dei trasferimenti in favore degli enti locali per un importo di 1,4 miliardi. Per assicurare la liquidità necessaria ai pagamenti è prevista l'istituzione nel bilancio dello Stato di un Fondo con una dotazione di circa 9,5 miliardi per il 2013 e 14,7 per il 2014. Per dare immediata operatività al Fondo, che si articola in tre sezioni riferite a enti locali, Regioni e province autonome ed enti del Servizio sanitario nazionale, è previsto l'ampliamento delle anticipazioni di liquidità agli enti locali da parte della Cassa depositi e prestiti. L'articolo 1-bis introdotto dalla Camera modifica la disciplina del patto di stabilità regionalizzato verticale, incrementando ed estendendo al 2014 l'incentivo statale a questa forma di flessibilità. L'articolo 2, in merito al pagamento delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, prevede un'ulteriore deroga al patto di stabilità interno per i cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari nei limiti di 800 milioni. L'articolo 3 è finalizzato a favorire l'accelerazione dei pagamenti dei debiti sanitari e introduce meccanismi per prevenire la formazione di crediti verso le regioni. L'articolo 4 condiziona la possibilità di sottoscrivere mutui alla verifica sul bilancio regionale, che deve essere in equilibrio strutturale. L'articolo 5 reca norme finalizzate all'estinzione dei debiti dei Ministeri per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali entro l'importo di 500 milioni di euro nel 2013. L'articolo 6 prevede che le somme destinate al pagamento dei debiti non possono essere oggetto di pignoramento; dispone inoltre che le amministrazioni, nell'effettuare i pagamenti, devono dare priorità ai crediti non oggetto di cessione pro soluto, secondo il criterio del credito più antico. E' prevista una verifica affinché la liquidità derivante dal pagamento dei crediti ceduti sia impiegata a sostegno del sistema produttivo. L'articolo 7 prevede l'obbligo per le amministrazioni debitrici di produrre, entro il 30 giugno, un elenco completo dei debiti da onorare e di registrarsi sulla piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni; disciplina infine la procedura di ricognizione dei debiti oggetto di cessione, prevedendo la possibilità di autorizzarne il pagamento mediante l'assegnazione di titoli di Stato. Gli articoli 8 e 9 prevedono la semplificazione e la detassazione (ad eccezione dell'IVA) delle cessioni dei crediti, ampliando la possibilità di compensazioni tra crediti commerciali certificati e debiti fiscali. L'articolo 10 interviene sulla disciplina finanziaria e tributaria degli enti locali, in particolare su TARES e IMU. Con l'articolo 10-bis si escludono dal divieto di acquisto di immobili da parte delle pubbliche amministrazioni le procedure effettuate tramite espropriazione per pubblica utilità. L'articolo 11 detta norme specifiche per le Regioni Sicilia e Piemonte. L'articolo 12, recante disposizioni attinenti la copertura finanziaria, autorizza l'emissione di titoli di Stato per un importo fino a 20 milioni di euro. Si precisa che gli oneri derivanti dalle emissioni di titoli sono costituiti da maggiori interessi.
La Presidenza ha deferito alla Commissione bilancio gli ulteriori emendamenti presentati in Aula dai relatori.
Nella discussione generale, che proseguirà nella seduta antimeridiana di domani, sono intervenuti i senatori: Linda Lanzillotta, Maria Paola Merloni, Angela D'Onghia (SCpI); Del Barba, Fornaro, Guerrieri Paleotti, Venera Padua, Magda Angela Zanoni, Pagliari (PD); D'Ambrosio Lettieri, Gibiino (PdL); Raffaela Bellot, Centinaio, Arrigoni (LN-Aut); Santangelo (M5S); Uras (Misto-SEL).
Il PD ha rilevato la necessità di adottare procedure per rispettare i termini previsti dalla direttiva comunitaria sui pagamenti, evitando così la formazione di residui passivi. Il PdL ha sottolineato che, in una fase di stretta creditizia, il provvedimento dà ossigeno alle imprese e affianca alla politica di risanamento un intervento a sostegno della domanda interna. Scelta Civica ha evidenziato che l'azione del Governo Monti ha consentito all'Italia di uscire dalla procedura di deficit eccessivo e di usufruire di margini di flessibilità per adottare misure espansive. La Lega Nord ha posto l'accento sui limiti, finanziari e procedurali, del provvedimento, imputando le inefficienze delle pubbliche amministrazioni a un'impostazione centralista, punitiva nei confronti degli enti locali virtuosi. Il Movimento 5 Stelle, che pure ha contribuito al miglioramento del testo del Governo, ha espresso riserve sull'idoneità del provvedimento a rilanciare la crescita nella misura stimata. Anche Sinistra Ecologia e Libertà ha manifestato dubbi sulla capacità del provvedimento di superare criticità che dipendono dalle pubbliche amministrazioni e dalle imprese.
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