Giovedì 9 Marzo 2017 - 781ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:34)

In apertura di seduta il Presidente Grasso ha disposto l'inversione dell'ordine del giorno: l'Assemblea ha quindi ripreso l'esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati.

Nella seduta del 27 settembre si è svolta la replica del relatore Casson (PD). Oggi è intervenuto in replica il relatore Cucca (PD) che si è dichiarato contrario all'ipotesi di estendere la legittima difesa e ha rilevato che la delega contiene principi e criteri puntuali. Sul tema scottante della prescrizione, l'obiettivo della nuova disciplina è garantire la giusta durata del processo ma, grazie al regime delle sospensioni, si evitano allungamenti strumentali. Il relatore ha negato che la nuova disciplina sulle intercettazioni leghi le mani alle procure e ha affermato che la riforma produrrà i suoi migliori effetti se sarà accompagnata dal potenziamento del personale amministrativo e dell'organico della magistratura.

Il Ministro dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha depositato un emendamento aggiuntivo volto a ridurre le spese obbligatorie per le intercettazioni telefoniche attraverso al ridefinizione delle tariffe. L'obiettivo di risparmio per il 2017 è di dieci milioni. Il Presidente Grasso ha accantonato e rinviato l'emendamento in Commissione giustizia che riferirà all'Aula martedì 14 marzo.

I sen. Palma (FI-PdL), Falanga (ALA), Caliendo (FI-PdL), Giovanardi (GAL) e Calderoli (LN) hanno chiesto di prosegeuire l'esame degli articoli, osservando che il rinvio dell'emedamento in Commissione non è comprensibile e prelude alla posizione della questione di fiducia. Il Presidente Grasso ha precisato che la decisione, assunta per razionalizzare la discussione, è stata anticipata nella Conferenza dei Capigruppo. Ha quindi autorizzato la Commissione giustizia a convocarsi.

L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 2494, Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.

L'articolo unico del ddl, che è collegato alla manovra finanziaria, delega il Governo ad adottare entro sei mesi più decreti legislativi per introdurre una misura di contrasto della povertà assoluta, denominata reddito di inclusione; per riordinare le prestazioni di natura assistenziale; per rafforzare e coordinare gli interventi dei servizi sociali garantendo in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni. I principi e criteri direttivi della delega stabiliscono che il reddito di inclusione deve essere una misura unica a livello nazionale, di carattere universale, subordinata alla prova dei mezzi e all'adesione a un progetto personalizzato di inclusione, articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona. Per beneficiare della misura sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. E' previsto un graduale incremento del beneficio e dell'estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.

Nella seduta pomeridiana del 7 marzo sono stati respinti tutti gli emendamenti. Oggi, con diversi accenti, hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i sen. Alessandra Bencini (Misto-IdV), Cecilia Guerra (Art.1-MDP), Barani (ALA), Pagano (AP) e Lepri (PD). In dissenso dai rispettivi Gruppi, il sen. Sacconi (AP) e il sen. Falanga (ALA) hanno annunciato l'astensione.

Hanno annunciato voto contrario i sen. Zizza (CoR), Divina (LN), Barozzino (SI-Sel), Bertacco (FI-PdL). La sen. Nunzia Catalfo (M5S) ha annunciato l'astensione ma, in dissenso dal Gruppo, hanno dichiarato voto contrario i sen. Elisa Bulgarelli, Sara Paglini, Paola Nugnes, Barbara Lezzi, Laura Bottici, Endrizzi (M5S), mentre la sen. Taverna (M5S) non ha partecipato al voto.

Secondo le opposizioni l'ISEE è un indicatore inadeguato a rilevare il disagio sociale e le risorse del ddl sono assolutamente insufficienti: per contrastare la povertà relativa occorrerebbero quindici miliardi, per sostenere quattro milioni e mezzo di poveri assoluti sarebbero necessari otto miliardi, il ddl ne stanzia uno. LN, in particolare, ha posto l'accento sul fatto che per ogni rifugiato si spendono 35 euro al giorno, mentre per i poveri assoluti si stanziano 60 centesimi al giorno. SI-Sel, invece, ha invece posto l'accento sul carattere non universale della misura che determina un'inaccettabile discriminazione tra poveri: il ddl consente di erogare un sostegno di circa 400 euro soltanto a un terzo delle famiglie in povertà assoluta. Secondo M5S, che ha annunciato l'astensione, il reddito di inclusione è una misura ipocrita, un'autentica misura di contrasto della povertà è il reddito di cittadinanza proposto dal Gruppo, che ha le coperture necessarie e interviene anche sul versante delle politiche per l'impiego. FI-PdL ha criticato l'impostazione assistenziale del provvedimento.

Al termine dei lavori, il sen. Crimi (M5S) ha criticato la decisione della Presidenza di non passare al punto successivo dell'ordine del giorno e ha accusato la maggioranza di non voler discutere il documento sulla decandenza del sen. Minzolini. La Presidenza ha motivato la decisione di chiusura anticipata della seduta richiamando la convocazione delle Commissioni competenti per l'esame del decreto immigrazione e della riforma del codice penale. L'Assemblea ha approvato la decisione della Presidenza.

(La seduta è terminata alle ore 13:06 )



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