Mercoledì 8 Febbraio 2017 - 758ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 16:31)
Con 157 voti favorevoli e 108 contrari, l'Assemblea ha rinnovato al fiducia al Governo approvando il maxiemendamento governativo, comprensivo delle modifiche approvate in Commissione, che sostituisce il ddl n. 2629 di conversione in legge deldecreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237, recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio.
Il Capo I (articoli da 1 a 12) disciplina la concessione della garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione delle banche con sede legale in Italia e sui finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia alle banche italiane per fronteggiare gravi crisi di liquidità. Il Capo II (articoli da 13 a 23) riguarda gli interventi statali di rafforzamento patrimoniale. Il Capo III (articolo 24) istituisce un Fondo con una dotazione di 20 miliardi per coprire gli oneri delle operazioni di sottoscrizione e acquisto di azioni e delle garanzie concesse dallo Stato su passività di nuova emissione e sull'erogazione di liquidità di emergenza. Il Capo IV (articoli da 25 a 28) contiene misure urgenti per il settore bancario.
Il relatore, sen. Mario Marino (PD), ha analizzato le cause dei problemi di liquidità e solvibilità di un numero limitato di banche italiane e ha precisato che l'intervento definito dal decreto è temporaneo, specifico, precauzionale, e non riguarda le banche in dissesto. Ha inoltre riferito sugli emendamenti approvati in Commissione che riguardano la relazione informativa al Parlamento, la pubblicazione dei profili di rischio, il limite agli emolumenti degli amministratori delle banche sostenute, l'educazione finanziaria, la migliore definizione della procedura di condivisione degli oneri (burden sharing) anche per evitare di premiare chi ha agito con intento speculativo nel momento del ristoro, il trattamento privilegiato degli investitori retail rispetto a quelli istituzionali rispetto alla conversione delle azioni in titoli obbligazionari, l'estensione della deferred tax asset. La Commissione, infine, ha allargato la platea dei risparmiatori delle banche regionali in risoluzione che hanno diritto al rimborso e ha esteso i termini.
Nella seduta antimeridiana, dopo la relazione, sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità ed è iniziata la discussione generale (v. comunicato n. 757), che si è conclusa nel pomeriggio con gli interventi dei senatori Martelli (M5S), Carraro (FI-PdL) e Moscardelli (PD). Il Ministro dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha quindi posto la questione di fiducia su un maxiemendamento sostitutivo del testo del decreto-legge, che accoglie le modifiche approvate in Commissione ad eccezione degli emendamenti dichiarati improponibili dalla Presidenza.
Il presidente della Commissione bilancio, sen. Tonini (PD), ha espresso parere di nulla osta sul maxiemendamento. Nella discussione sulla fiducia sono intervenuti i senatori Barani (ALA), che ha preannunciato voto contrario, e Divina (LN).
Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato voto contrario i sen. Tosato (LN), Eva Longo (ALA), Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), Loredana De Petris (SI-Sel), Laura Bottici (M5S) e Paolo Romani (FI-PdL). Hanno annunciato la fiducia i sen. Berger (Aut), Luigi Marino (AP) e Gianluca Rossi (PD). Le opposizioni hanno sollecitato l'avvio dell'inchiesta parlamentare sul sistema bancario. Secondo la Lega Nord il filo conduttore del decreto e degli altri provvedimenti varati dal Governo Renzi è il salvataggio delle banche e degli amministratori responsabili del dissesto, anziché la tutela dei risparmiatori e del sistema creditizio. Il decreto è una misura tampone e non affronta la causa della crisi del sistema bancario che dipende da una crisi di competitività del sistema produttivo conseguente all'ingresso nell'euro. ALA ha posto l'accento sui legami tra il PD e Monte dei Paschi di Siena, sull'impatto devastante del bail-in sul sistema creditizio nazionale, sulla crisi del settore immobiliare e sulle malversazioni degli amministratori delle banche. CoR ha ricordato il fallimento del piano di risanamento di MPS, affidato a investitori privati e al fondo Atlante, e ha evidenziato le responsabilità del PD e del Governo Renzi, che ha minimizzato le difficoltà e nel 2016 ha invitato i risparmiatori a investire in MPS. Il decreto nazionalizza di fatto Monte dei Paschi a spese dei contribuenti, prevede una disparità di trattamento dei risparmiatori e oscura le responsabilità del dissesto di MPS. Favorevole ad un intervento dello Stato, SI-Sel ha rilevato che il decreto è tardivo, opaco, non orientato a utilizzare la leva del credito per il rilancio produttivo. Il Gruppo aveva presentato emendamenti per garantire i piccoli risparmiatori, per fare trasparenza sui grandi debitori insolventi, per prevedere sanzioni certe a carico dei manager, per salvaguardare l'occupazione, per separare le banche commerciali dalle banche d'affari, per ristrutturare il debito degli enti locali. Secondo M5S il decreto non chiarisce come saranno spesi i venti miliardi di nuovo debito (7 miliardi sono stati utilizzati per la garanzia sulle nuove emissioni di Monte dei Paschi), non fa trasparenza sui grandi debitori, non sanziona gli amministratori, non introduce un principio di separazione tra banche commerciali e banche d'affari. Secondo FI-PdL il decreto è tardivo, maldestro e iniquo. Non si comprende se l'intenzione è trasformare MPS da banca locale di partito in banca nazionale di Governo e non si indica una strategia per il risanamento. Il Gruppo ha votato responsabilmente lo stanziamento di venti miliardi per affrontare la crisi bancaria, ma aveva posto tre condizioni: informazione al Parlamento su ogni intervento di supporto, limite a emolumenti e bonus degli amministratori delle banche supportate e pubblicità dei nomi dei cento maggiori insolventi. I Gruppi di maggioranza hanno evidenziato che soltanto otto banche italiane su cinquecento sono in difficoltà: il sistema creditizio nel suo complesso è solido e fortemente legato all'economia reale; le banche nazionali hanno una natura prevalentemente commerciale e detengono una bassa percentuale di titoli subordinati.
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la seduta di domani non avrà luogo per consentire alla Commissione di concludere l'esame in sede referente del decreto milleproroghe, che sarà discusso in Assemblea martedì prossimo.
(La seduta è terminata alle ore 20:04 )