Mercoledì 7 Dicembre 2016 - 732ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 2611, Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019.

Il presidente della Commissione bilancio sen. Tonini (PD), nel riferire sui lavori che non si sono conclusi con il mandato al relatore per la ristrettezza dei tempi fissati dal calendario, ha espresso il generale rammarico per l'impossibilità, con un Governo dimissionario e una fiducia annunciata, di realizzare la seconda lettura della manovra.

Il Ministro dei rapporti per il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo 1 del ddl n. 2611 nel testo identico a quello approvato dalla Camera.

Nella discussione sono intervenuti i sen. Laura Bottici, Barbara Lezzi (M5S), Ceroni, Azzollini, Mandelli (FI-PdL), Augello (CoR), Divina, Tosato (LN) e Paola De Pin (GAL).

Nel merito, le opposizioni hanno osservato che una legge di bilancio infarcita di bonus e priva di copertura finanziaria, lascia un'eredità pesante: azzera l'avanzo primario senza alleviare il disagio sociale e senza rilanciare gli investimenti; disperde le risorse della flessibilità in elargizioni e mance elettorali, che non sono state sufficienti peraltro a ingannare i cittadini nel referendum costituzionale; aumenta di 150 miliardi il debito pubblico e richiederà interventi correttivi in primavera. Rispetto al metodo, le opposizioni hanno rilevato il paradosso di un Governo dimissionario che chiede la fiducia e l'anomalia di un passaggio parlamentare che, impedendo di migliorare la legge di bilancio in seconda lettura, disattende l'indicazione di voto dei cittadini, contrari alla riduzione degli spazi democratici. Le opposizioni, inoltre, hanno colto l'occasione per tracciare un bilancio dei mille giorni del Governo Renzi e per sottolineare la distanza tra la propaganda e la situazione reale del Paese: si chiude oggi la parabola di un Presidente del Consiglio tracotante, provinciale, irresponsabile che, dopo aver scalzato il premier Letta con una congiura di palazzo, ha legato le proprie sorti ad una riforma costituzionale squilibrata e pasticciata, ha creato un caos sulla legge elettorale, ha deciso di tenere il referendum durante le sessione di bilancio e ha annunciato le dimissioni prima di chiudere la manovra finanziaria. Il PD ha la responsabilità di avere assecondato il delirio di onnipotenza di un premier che lascia un Paese in cui la disoccupazione, la povertà, la deidustrializzazione e le disuguaglianze sono aumentate, la situazione bancaria è peggiorata e quella migratoria è fuori controllo.

Nelle dichiarazioni di voto, hanno negato la fiducia i sen. Giovanni Mauro (GAL), Centinaio (LN), Loredana De Petris (SI-Sel), Di Maggio (CoR), Gaetti (M5S) e Romani (FI-PdL). Il sen. Romani (FI-PdL) ha posto l'accento sui fallimenti di un Governo che ha operato in modo divisivo, ha mancato le riforme per rilanciare il Paese, ha esercitato scarso peso in Europa e ha avuto una politica estera debole. Ha sollecitato infine l'approvazione di una legge elettorale ragionevole che, coniugando governabilità e rappresentatività, consenta ai cittadini di scegliere l'Esecutivo, chiudendo la stagione dei Governi privi di investitura popolare. Pur contrario all'interruzione dell'esame parlamentare di una manovra che necessita di correzioni, il sen. Barani (AL-A) ha annunciato una fiducia tecnica per agevolare il lavoro del Presidente della Repubblica. Hanno annunciato la fiducia anche il sen. Zeller (Aut), che ha lodato la coerenza del Presidente del Consiglio e ha preannunciato sostegno ad un Esecutivo che vari una legge elettorale organica. Il sen. Santini (PD), annunciando la fiducia, ha posto l'accento sulla necessità di evitare l'esercizio provvisorio e di agevolare la soluzione della crisi politica; ha poi ricordato che la legislatura è iniziata in un periodo di forte recessione: la legge di bilancio, che prosegue una politica di ripresa e consolidamento, contiene interventi per il contrasto alla povertà, per le pensioni più basse e la flessibilità in uscita, misure per la competitività, il bonus per le ristrutturazioni e l'efficienza energetica, interventi per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma. Il sen. Santini (PD) ha auspicato, infine, collaborazione istituzionale per definire regole elettorali certe.

Approvato con 173 voti favorevoli e 108 contrari l'articolo 1, sono stati approvati, senza modifiche, gli articoli successivi da 2 a 19 e il ddl nel complesso.

(La seduta è terminata alle ore 14:38 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina