Martedì 15 Novembre 2016 - 722ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 11:00)
Dopo che per due volte è mancato il numero legale, l'Assemblea ha avviato la discussione di mozioni sulle pensioni minime.
Il sen. Malan (FI-PdL) ha illustrato la mozione n. 549. Premesso che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo, disposto col decreto salva Italia; il Governo i carica ha disposto un rimborso parziale e in misura variabile, che ha dato avvio a nuovi ricorsi; la mozione impegna a dare piena attuazione alla sentenza della Consulta; a prevedere che le misure annunciate sulla flessibilità in uscita non penalizzino il trattamento pensionistico; a prevedere l'aumento delle pensioni per i soggetti disagiati; a ridurre il livello di tassazione dei trattamenti pensionistici.
La sen. Bonfrisco (CoR), illustrando la mozione n. 591, impegna il Governo a intervenire nell'ambito della prossima legge di stabilità per restituire integralmente gli importi maturati con il ripristino della perequazione; a riformare il sistema pensionistico prevedendo un primo pilastro fondato su un trattamento uguale per tutti, un secondo pilastro costituito da versamenti effettuati in base ad un'aliquota uniforme che dia luogo ad una pensione contributiva; un terzo pilastro costituito da versamenti volontari per il finanziamento di una pensione complementare.
Il sen. Uras (Misto) ha illustrato la mozione n. 686 che, rispetto alle altre, valuta negativamente gli ultimi interventi sul sistema previdenziale; richiama il problema dei lavoratori esodati, in particolare la questione dei lavoratori quota 96; sottolinea la necessità di un confronto con la parti sociali per elaborare una riforma organica e sistematica della previdenza a favore di giovani lavoratori discontinui, delle donne, di coloro che svolgono lavori di cura, che aumenti i trattamenti al minimo ed elimini il blocco delle rivalutazioni automatiche. La mozione impegna il Governo ad aumentare le pensioni minime portandole a mille euro netti; ad attivarsi per una riforma che renda più equo e solidale il sistema previdenziale; a trovare una soluzione per i lavoratori quota 96.
La sen. Munerato (Misto) ha illustrato la mozione n. 687 che impegna il Governo a dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale con un criterio di gradualità nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e ad aumentare l'importo delle pensioni minime.
Il sen. D'Anna (AL-A) ha illustrato la mozione n. 688 che impegna il Governo ad abbassare la soglia dell'età pensionabile di tre anni con la decurtazione del 20 per cento per tale periodo e a valutare la necessità di rivalutare gli importi delle pensioni minime.
La sen. Parente (PD), illustrando la mozione n. 690, ha richiamato la giurisprudenza costituzionale in merito al bilanciamento tra diritti di prestazione sociale ed equilibrio economico-finanziario; ha affermato quindi che il decreto del Governo ha tenuto conto delle compatibilità finanziarie e ha compiuto scelte che hanno favorito i redditi medio bassi. La mozione impegna il Governo a introdurre un sistema di perequazione basato sugli scaglioni di importo e a valutare la possibilità di utilizzare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni che sia più rappresentativo della struttura dei consumi.
La sen. Catalfo (M5S), illustrando la mozione n. 691, ha ricordato che il Governo ha speso 20 miliardi per il Jobs Act senza ottenere risultati stabili sull'occupazione. La mozione impegna a dare completa attuazione alla sentenza della Corte costituzionale; ad innalzare il trattamento minimo; a modificare l'attuale soglia di no tax area per i pensionati; a pervenire ad una riforma del sistema pensionistico che garantisca a tutti i lavoratori la possibilità di scelta nell'accesso alla pensione di vecchiaia e tenga conto della fasce di reddito più deboli, prevedendo la possibilità di accesso al trattamento pensionistico per i lavoratori che abbiano maturato 41 anni di contributi senza limiti anagrafici, l'esclusione dell'onerosità delle ricongiunzioni e un contributo equo a carico di redditi pensionistici superiori a 5000 euro lordi calcolati con sistema retributivo.
Nella discussione è intervenuta la sen. Bencini (Misto-IdV) che ha sottoscritto la mozione n. 690. Il seguito dell'esame è stato rinviato.
(La seduta è terminata alle ore 12:52 )