Mercoledì 5 Agosto 2015 - 498ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:33)
Con 159 voti favorevoli e 104 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl n. 2021 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria.
Nella seduta di ieri, al termine della discussione generale, la Ministro dei rapporti con il Parlamento ha posto la questione di fiducia sull'approvazione del testo licenziato dalla Camera.
Dopo le numerose integrazioni della Camera, il provvedimento risulta composto di 34 articoli. Il Titolo I (articoli da 1 a 11) reca disposizioni in materia di procedure concorsuali; il Titolo II (articoli da 12 a 15) verte sulle procedure esecutive; il Titolo III (articoli 16 e 17) riguarda misure fiscali; il Titolo IV (articoli da 18 a 21-octies) reca previsioni in materia di efficienza della giustizia e processo telematico; il Titolo V (articoli da 22 a 24) detta una disciplina transitoria. Il relatore, sen. Casson (PD), ha spiegato che i primi 11 articoli modificano la legge fallimentare e riguardano il concordato preventivo, i requisiti del curatore fallimentare, la definizione delle procedure concorsuali, gli effetti dei contratti in corso di esecuzione, l'accordo di ristrutturazione dei debiti, gli atti di liquidazione. L'articolo 13 modifica la disciplina dell'esecuzione forzata. L'articolo 16 modifica la disciplina fiscale delle svalutazioni e delle perdite su crediti. L'articolo 18 disciplina il trattenimento in servizio dei magistrati ordinari e contabili. L'articolo 18-bis detta disposizioni per il ricambio generazionale nella magistratura ordinaria. L'articolo 19 riguarda il processo civile telematico. L'articolo 21-bis reca misure fiscali che incentivano la degiurisdizionalizzazione. L'articolo 21-ter riguarda i soggetti che hanno completato il tirocinio formativo. L'articolo 21-octies, per bilanciare continuità produttiva e sicurezza nell'Ilva di Taranto, prevede che l'attività degli stabilimenti di interesse strategico nazionale possa proseguire per un periodo di dodici mesi dall'adozione di misura cautelare di sequestro, se entro trenta giorni viene presentato e comunicato all'autorità giudiziaria un piano di misure aggiuntive, anche provvisorie, per la tutela della sicurezza dei lavoratori.
Nella discussione sulla fiducia sono intervenuti i sen. Falanga (AL), Anna Bonfrisco (CR), Panizza (Aut), De Cristofaro (SEL) e Laura Bottici (M5S). Nelle dichiarazioni di voto finale hanno negato la fiducia i sen. Falanga (AL), Zizza (CR), Paola De Pin (GAL), Erika Stefani (LN), Maria Mussini (Misto),Cappelletti (M5S) e Malan (FI-PdL). Hanno annunciato la fiducia i sen. Buemi (Aut), Albertini (AP) e Lumia (PD).
Le opposizioni hanno lamentato la ristrettezza dei tempi di esame di un provvedimento complesso, il cui impatto andrebbe valutato meglio; hanno evidenziato l'eterogeneità del testo e la mancanza dei presupposti costituzionali di necessità e urgenza; hanno osservato che il decreto aiuta le banche e non gli imprenditori in crisi. Secondo M5S e SEL le norme sul concordato preventivo e sulle procedure esecutive sono sbilanciate sugli interessi dei creditori, la deducibilità e svalutazione dei crediti rappresentano un regalo alle banche e non sono previsti vincoli per orientare il credito verso famiglie e imprese. Inoltre, la norma sull'Ilva viola i principi costituzionali di tutela della salute dei cittadini e di sicurezza dei lavoratori e altera l'equilibrio tra poteri dello Stato. CR ha evidenziato il carattere discriminatorio della norma sul trattenimento in servizio dei magistrati ordinari e delle disposizioni sulla ristrutturazione dei debiti, che favoriscono i creditori più forti. AL, che avrebbe sostenuto un provvedimento per garantire la continuità produttiva di Ilva, è contraria ad interventi scriteriati sui fallimenti e sul processo esecutivo. Secondo LN e FI-PdL sarebbe stato preferibile intervenire in materia di esecuzione civile nell'ambito del ddl sul processo civile all'esame della Camera, prevedendo peraltro l'impignorabilità della prima casa. Il Gruppo Misto ha evidenziato che la richiesta di copia cartacea degli atti depositati rappresenta un passo indietro rispetto al processo telematico e ha sottolineato la mancata stabilizzazione dei tirocinanti della giustizia. I Gruppi di maggioranza hanno ricordato che la legge fallimentare risale al 1942: bene ha fatto dunque l'Esecutivo a semplificare le procedure concorsuali ed esecutive per accelerare il recupero dei crediti.
(La seduta è terminata alle ore 13:06 )