Giovedì 18 Dicembre 2014 - 367ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:40)
L'Assemblea ha avviato l'esame congiunto dei ddl n. 1699, recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 e relativa Nota di variazioni, e n. 1698, recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), già approvati dalla Camera dei deputati
Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione a legislazione vigente, al netto delle regolazioni contabili e dei rimborsi IVA, evidenzia i seguenti importi di sintesi: per il 2015, in termini di competenza, si prevedono entrate finali per 515,7 miliardi di euro e spese finali per 569,3 miliardi. Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta pari, nel 2015, a -53,6 miliardi di euro. Per il biennio 2016-2017, il ddl evidenzia, invece, un miglioramento del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, indicato pari, rispettivamente, a -25,5 miliardi di euro nel 2016 e a -13,5 miliardi di euro nel 2017. In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è previsto pari a -113,2 miliardi di euro nel 2015, a -83,5miliardi di euro nel 2016 e a -71,5 miliardi di euro nel 2017. Il risparmio pubblico, in termini di competenza, è atteso negativo nel 2015 e pari a -17,8 miliardi di euro, mentre torna su valori positivi nel biennio successivo e, precisamente, a +6,6 miliardi nel 2016 e a +18,3 miliardi nel 2017. In termini di cassa, lo stesso saldo segna, invece, una previsione di -75,4 miliardi di euro nel 2015, -50,8 miliardi nel 2016 e -39 miliardi nel 2016.
L'articolo 1 del ddl di stabilità, che si compone di 143 commi, reca disposizioni per la crescita e l'occupazione. Il saldo netto da finanziare è fissato in 54 miliardi nel 2015. E' istituito il fondo "La buona scuola", con la dotazione di un miliardo di euro per l'anno 2015. Viene reso strutturale il credito d'imposta IRPEF in favore dei lavoratori dipendenti (cosiddetto "bonus 80 euro"); è introdotta la possibilità per taluni soggetti di ridurre la base imponibile IRAP di un importo pari alla differenza tra il costo complessivo sostenuto per il personale dipendente con contratto a tempo indeterminato e l'importo di alcune spese già deducibili ex lege, nonché la possibilità, per i lavoratori dipendenti del settore privato, di liquidazione nella retribuzione mensile, in via sperimentale, per il periodo 1° marzo 2015-30 giugno 2018, delle quote del trattamento di fine rapporto (TFR) maturate nel periodo. E' modificata la disciplina del credito di imposta a favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo. E' introdotto un regime opzionale di tassazione agevolata (cosiddetta patent box), consistente nell'esclusione dal reddito del 50 per cento dei redditi derivanti dall'utilizzazione di alcune tipologie di beni immateriali (marchi e brevetti). Sono prorogate per il 2015 le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Per gli esercenti attività d'impresa e arti e professioni in forma individuale è istituito un regime forfetario di determinazione del reddito da assoggettare a un'unica imposta sostitutiva di quelle dovute con l'aliquota del 15 per cento. É previsto uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato nel 2015, mentre sono soppressi altri benefici. A copertura di una quota degli oneri finanziari sono reperiti 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 e 500.000 euro per il 2018 a valere sulle risorse del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie. Per ogni figlio nato o adottato nel periodo 1° gennaio 2015-31 dicembre 2017, è previsto un assegno di durata triennale e di importo annuo pari a 960 euro a favore dei nuclei familiari con un reddito non superiore a 25.000 euro annui. E' autorizzata la spesa di 250 milioni di euro per l'anno 2015 per interventi in favore del settore dell'autotrasporto. In tema di politiche sociali, sono incrementati il Fondo per la cosiddetta carta acquisti ordinaria, nella misura di 250 milioni di euro annui; la dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali nella misura di 300 milioni di euro annui; la dotazione del Fondo per le non autosufficienze nella misura di 400 milioni per il 2015. E' autorizzata, dal 2015, la spesa di 200 milioni di euro annui, da destinare in favore delle scuole paritarie. Aumenta di 850 milioni di euro per il 2015 e il 2016 la dotazione del Fondo per le missioni internazionali. Sono posticipati di un anno gli effetti della clausola di salvaguardia, introdotta dalla legge di stabilità 2014, volta a diminuire le detrazioni e le agevolazioni vigenti qualora la revisione della spesa non realizzi i risparmi prospettati. Tale clausola prevede che debbano essere assicurate maggiori entrate pari a 3 miliardi di euro per l'anno 2015, 7 miliardi di euro per l'anno 2016 e 10 miliardi di euro a decorrere dal 2017. L'articolo 2, che si compone di 272 commi, contiene misure di razionalizzazione e di riduzione della spesa. E' prorogato fino al 31 dicembre 2015 del blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego. Sono ridotte le dotazioni di bilancio dei singoli Ministeri, per i seguenti importi: 1.017,7 milioni nel 2015, per 1.167,3 milioni nel 2016 e per 1.305,6 milioni nel 2017 e anni successivi, come specificato nell'elenco n. 2 al disegno di legge. Il Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato è trasferito dalla Banca d'Italia alla Cassa Depositi e Prestiti. E' esteso fino al 31 dicembre 2017 il mantenimento del regime di tesoreria unica per regioni, enti locali, enti del comparto sanità, autorità portuali e università. E' stabilito un contributo aggiuntivo delle Regioni alla finanza pubblica per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018, pari complessivamente a 4 miliardi di euro, ripartito tra le Regioni a statuto ordinario per 3.452 milioni e le Regioni a statuto speciale e le Province autonome per 548 milioni. Le norme estendono inoltre all'anno 2018, il concorso alla finanza pubblica delle Regioni già previsto dal decreto legge n. 66 del 2014 per gli anni dal 2015 al 2017. Il concorso delle province e delle città metropolitane al contenimento della spesa pubblica è definito attraverso una riduzione della loro spesa corrente, nell'importo complessivo di 2.200 milioni per il 2015. E' ridotta la dotazione del Fondo di solidarietà comunale di 1.200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015. Per le Regioni a statuto ordinario è introdotto, in luogo del patto di stabilità, l'obbligo del pareggio di bilancio. Quanto al patto di stabilità interno per gli enti locali è ridotto, nel triennio, il contributo richiesto per complessivi 3.350 milioni annui. L'articolo 3, che si compone di 83 commi, reca disposizioni per il contrasto dell'evasione fiscale e altre disposizioni in materia di entrate. E' previsto l'innalzamento dell'aliquota di tassazione dall'11 al 20 per cento per le forme pensionistiche complementari (cosiddetti fondi pensione) e dall'11 al 17 per cento per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto. Sono incrementate le ipotesi di applicazione del meccanismo di inversione contabile (reverse charge) a fini IVA, in particolare estendendo tale sistema anche ad ulteriori ambiti del settore edile, del settore energetico e del settore della grande distribuzione. E' introdotto il cosiddetto meccanismo di "split payment", ovvero speciali modalità di versamento dell'imposta sul valore aggiunto per le operazioni effettuate nei confronti di enti pubblici che non risultano debitori d'imposta. E' espressamente prevista la necessaria acquisizione dell'autorizzazione da parte degli organismi europei e, in caso di mancato rilascio di apposita deroga alla disciplina comunitaria dell'IVA, si dispone un aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 988 milioni di euro a decorrere dal 2015. Nelle more del riordino della relativa disciplina, una serie di disposizioni si occupano di giochi pubblici. Per apparecchi denominati newslot e videolottery è aumentato il prelievo unico erariale. E' innalzata dal 4 all'8 per cento l'aliquota della ritenuta, operata da banche o da Poste italiane S.p.A., sugli accrediti dei pagamenti, a mezzo bonifici, disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o in relazione ai quali spettano detrazioni fiscali. E' ridotta l'autorizzazione di spesa relativa al Fondo destinato alla concessione di benefici economici a favore dei lavoratori dipendenti di 2.685 milioni di euro per l'anno 2015. E' ridotta la dotazione del Fondo per la riduzione della pressione fiscale di 331,5 milioni di euro per l'anno 2015 e 18,5 milioni a decorre dall'anno 2016. E' disposto l'incremento delle aliquote IVA ordinaria e ridotta di due punti percentuali, a decorrere dal 1° gennaio 2016, di un ulteriore punto percentuale dal 1° gennaio 2017 e, solamente per l'aliquota ordinaria, di ulteriore 0,5 punti percentuali dal 1° gennaio 2018, nonché l'aumento delle accise su benzina e gasolio in misura tale da determinare maggiori entrate non inferiori a 700 milioni di euro a decorrere dal 1° gennaio 2018. Tali aumenti possono essere sostituiti da provvedimenti che assicurino gli stessi effetti positivi attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa mediante interventi di revisione della spesa pubblica.
Il Presidente della Commissione bilancio, sen. Azzollini (NCD-UDC), ha riferito che la Commissione, pur non avendo completato l'esame in sede referente, ha svolto un lavoro importante sia in termini finanziari sia in termini sociali. Gli emendamenti fondamentali sono stati votati da tutti i Gruppi. Tra le più importanti questioni affrontate: la rimodulazione dell'Irap per tutelare un milione e quattrocentomila piccolissime aziende prive di dipendenti; la riduzione della tassazione su fondi pensione e casse di previdenza, a vantaggio degli investimenti di medio termine; il credito di imposta per le fondazioni bancarie volto a sostenere iniziative di carattere sociale; il ripristino delle risorse del fondo per le zone franche urbane; la riduzione del taglio ai patronati; lo stanziamento di risorse aggiuntive per le popolazioni colpite da alluvioni. Tra i numerosi, forse eccessivi, emendamenti del Governo, va segnalato quello che introduce nel sistema sanitario pubblico il farmaco che guarisce l'epatite C.
I sen. Romani (FI-PdL) e Volpi (LN) hanno lamentato l'inutilità della discussione, in considerazione dell'annunciata volontà del Governo di presentare un maxiemendamento sostitutivo dell'intera legge di stabilità, su cui verrà posta la fiducia. Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Magda Zanoni, Moscardelli, Maria Teresa Bertuzzi, Borioli, Vaccari, Broglia, Giacobbe, Lai, Stefania Pezzopane, Guerrieri Paleotti (PD); Alessia Petraglia, Barozzino (SEL); Elisa Bulgarelli, Molinari, Endrizzi, Cioffi, Lezzi (M5S); Barani, D'Anna (GAL); Scilipoti Isgrò, D'Ambrosio Lettieri, Mandelli, Ceroni, D'Alì, Zuffada, Anna Bonfrisco (FI-PdL); Paola De Pin, Laura Bignami (Misto); Tosato, Arrigoni (LN); Panizza (Autonomie); Linda Lanzillotta (SC).
Le opposizioni hanno contestato il carattere espansivo della manovra e hanno espresso preoccupazione per le coperture fittizie e per la clausola di salvaguardia, che prevede inasprimenti significativi delle imposte indirette. Secondo alcuni senatori occorre violare il Fiscal compact per avviare un piano di sviluppo sostenibile e non vi è possibilità di uscita dal declino senza riappropriazione della sovranità monetaria e fiscale. In particolare, Movimento 5 Stelle ha spiegato che la mancata conclusione dell'esame in Commissione è dovuta a contrasti tra il PD e il Governo. Lo stanziamento per la rimodulazione dell'Irap è irrisorio. Non è stata accolta la proposta di escludere gli sgravi fiscali in caso di licenziamento. Le garanzie per i mutui degli enti locali favoriscono soprattutto le banche. Forza Italia ha evidenziato che la manovra è lontana dagli obiettivi della spending review e non riduce il ruolo di intermediazione dello Stato nell'economia. Per promuovere crescita occorrerebbe ridurre la pressione fiscale, istituendo la flex tax. Il Gruppo ha accusato il Governo di avere sprecato il semestre italiano e di avere svuotato la rappresentanza parlamentare. SEL ha rilevato che la manovra presenta elementi pro-ciclici destinati ad aggravare la recessione. L'impatto delle misure sulla crescita è pressoché nullo. Sono previsti nuovi tagli per scuola, università e ricerca. Non si prevedono investimenti pubblici e non si escludono dal taglio Irap le aziende che delocalizzano. La Lega Nord ha posto l'accento sull'ingiustizia delle misure su fondi pensioni e Tfr; sulla mancata estensione del bonus di 80 euro - finanziato con tagli alle Regioni - a incapienti, lavoratori autonomi a basso reddito, a pensionati con la minima; sull'aumento delle accise; sul taglio di 7 miliardi agli enti locali, che inciderà sui servizi ai cittadini, e sulla scarsa riduzione della spesa dei Ministeri. GAL ha rilevato l'aumento di 11 miliardi del debito pubblico e la sottrazione di 4 miliardi ai fondi di coesione destinati al Mezzogiorno.
In replica il Vice Ministro dell'economia Morando ha osservato che la linea del Governo è stretta tra l'esigenza di rilanciare una crescita debole, nel rispetto dei limiti della finanza pubblica, e quella di varare riforme strutturali in settori cruciali (mercato del lavoro, scuola, giustizia civile). Gli emendamenti approvati in Senato, come la rimodulazione dell'Irap per il lavoro autonomo e la riduzione dell'aliquota per gli investimenti dei fondi pensione, vanno esattamente nella direzione di un mix equilibrato tra politiche della domanda e dell'offerta. Ha infine ribadito l'impegno ad affrontare alcune emergenze sociali evidenziate in Commissione bilancio.
Il seguito dell'esame è stato rinviato a domani, alle ore 10.
(La seduta è terminata alle ore 21:08 )