Martedì 7 Maggio 2013 - 19ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:33)
L'Assemblea ha accolto la risoluzione di maggioranza, firmata dai Capigruppo Zanda (PD), Schifani (PdL), Susta (SCpI) e Ferrara (GAL), che approva a saldi invariati il Documento di economia e finanza 2013 presentato dal precedente Esecutivo, e impegna il nuovo Governo a favorire una positiva conclusione della procedura di disavanzo eccessivo, a individuare gli interventi per attuare il programma enunciato dal Presidente del Consiglio e ad aggiornare il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma, proseguendo gli interventi per il rilancio della competitività e della produttività. Il Governo si è dichiarato favorevole a una proposta del senatore Calderoli (LN-Aut) che impegna a prevedere, nella Nota di aggiornamento, la sospensione del pagamento della prima rata dell'IMU per le abitazioni principali, la rimodulazione entro l'anno della tassazione sugli immobili, la compensazione dei Comuni per il mancato introito di risorse, e a reperire le coperture necessarie anche per rimborsare quanto pagato nel 2012.
Nella seduta di ieri la relatrice di maggioranza, senatrice Ghedini (PD), ha illustrato i contenuti del Documento, che prevede nell'anno in corso una contrazione del Pil dell'1,3 per cento e un indebitamento netto della pubblica amministrazione al 3 per cento del Pil. Nell'odierna fase di discussione sono intervenuti i senatori: Mucchetti, Magda Angela Zanoni e Sangalli (PD); Paola De Pin, Gaetti e Michela Montevecchi (M5S); Panizza (Aut-PSI); Raffaela Bellot (Ln-Aut); Di Biagio (SCpI); Anna Cinzia Bonfrisco (PdL). Quale comune denominatore degli interventi, la relatrice ha individuato la necessità di politiche per la crescita basate sul sostegno ai settori produttivi e l'alleggerimento del carico fiscale.
Il Ministro dell'economia e delle finanze Saccomanni, nella replica, ha posto l'accento sulla necessità di mantenere l'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio e di integrare il DEF con gli obiettivi strategici del nuovo Governo. In una congiuntura ancora negativa, la priorità dell'Italia è l'uscita dalla procedura di disavanzo eccessivo, che consentirà di ridurre gli oneri del servizio del debito e di liberare risorse per lo sviluppo.
Hanno svolto dichiarazione di voto contraria alla risoluzione di maggioranza i senatori: Uras (Misto-SEL) e Barbara Lezzi (M5S).
I Gruppi di opposizione hanno sottolineato la continuità del Governo Letta, che antepone il rigore alla crescita, con la linea dell'austerità recessiva del Governo Monti, che ha avuto esiti fallimentari anche nell'ottica del risanamento della finanza pubblica. Hanno inoltre richiamato i contenuti delle due proposte di risoluzione, precluse dall'approvazione del testo di maggioranza, che chiedevano al Governo, in sede europea, di rinegoziare il Fiscal Compact e di conferire alla BCE i poteri di prestatore di ultima istanza e finanziatore degli investimenti produttivi; in sede nazionale, di sostenere scuola, università e ricerca, di valorizzare l'economia verde, di rivedere il piano delle opere pubbliche.
Il Movimento 5 Stelle, in particolare, ha sollecitato il Governo a riformare la politica agricola comunitaria per incrementare la produzione italiana di qualità, a ridurre i costi della politica, a varare riforme per tassare le transazioni finanziarie, per separare banche d'affari e banche d'investimento, per bonificare il territorio, per contrastare evasione fiscale e corruzione.
Sinistra Ecologia e Libertà si è dichiarata contraria alla priorità accordata alla sospensione dell'Imu, ritenendo più importante il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Ha chiesto quindi al Governo di attuare un Piano straordinario per il lavoro, di concordare l'applicazione della golden rule, di avviare una trasformazione sociale ed ecologica del modello di sviluppo europeo.
Annunciando l'astensione con l'intervento della senatrice Comaroli (LN-Aut), la Lega Nord ha criticato gli orientamenti di Bruxelles e ha chiesto attenzione per il tessuto produttivo delle regioni settentrionali, ponendo l'accento sulla necessità di realizzare il federalismo fiscale e di istituire macroaree economicamente omogenee.
Hanno svolto dichiarazione di voto a favore della risoluzione di maggioranza i senatori: Scavone (GAL), Fravezzi (Aut-PSI), Linda Lanzillotta (SCpI), Azzollini (PdL), Guerrieri Paleotti (PD).
Il Partito Democratico ha posto l'accento sull'emergenza occupazionale, ricordando in particolare il problema degli esodati, la disoccupazione giovanile, i precari della pubblica amministrazione. Ha inoltre sottolineato la necessità di una politica industriale e di un intervento fiscale a favore del lavoro e delle imprese.
Il Popolo della Libertà ha chiesto maggiore chiarezza a livello europeo sulle regole di rientro dal disavanzo e ha individuato nella riduzione della pressione fiscale e del debito pubblico (attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e l'adozione di nuovi criteri contabili) le leve principali della ripresa, ponendo l'accento sulla rimodulazione di Imu e Tares, sulla rinuncia all'aumento dell'Iva, sulla riduzione dei livelli di governo.
Scelta Civica per l'Italia ha elogiato l'azione di risanamento del Governo Monti e ha insistito sulla necessità di non abbandonare il sentiero del rigore, indicando nelle riforme per la competitività (liberalizzazioni, mercato del lavoro, riduzione del cuneo fiscale, interventi sulla giustizia) la via maestra della crescita.
Grandi Autonomie e Libertà ha ricordato le riforme strategiche menzionate dal Presidente del Consiglio nelle dichiarazioni programmatiche: pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, allentamento del patto di stabilità interno, aumento del fondo di garanzia per le imprese, incentivi all'innovazione.
Il Gruppo per le Autonomie ha invocato responsabilità, regole chiare e certe nel rispetto delle autonomie territoriali locali, interventi a sostegno delle piccole imprese, e ha sollecitato la prosecuzione della spending review.
(La seduta è terminata alle ore 14:16 )