Martedì 19 Ottobre 2010 - 440ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 16:30)
Il Senato ha approvato, con modificazioni, la risoluzione presentata dalla maggioranza sullo Schema di Decisione di finanza pubblica (DFP) per gli anni 2011-2013 (doc. LVII, n. 3). Si tratta del documento che sostituisce per la prima volta il DPEF e che espone per il triennio considerato gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica, le previsioni tendenziali a legislazione vigente del conto economico della pubblica amministrazione, del saldo di cassa e del debito, nonché gli obiettivi programmatici dei saldi e del debito.
In apertura di dibattito sugli emendamenti riferiti alla proposta di risoluzione n. 5, accettata dal Governo, prendendo spunto dall'approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge di stabilità in spregio al ruolo che la legge di contabilità assegna al Parlamento, la sen. Finocchiaro (PD) ha annunciato la presentazione di una mozione per impegnare il Senato a sollevare conflitto di attribuzione nei confronti del Governo per violazione della legge n. 196 del 2009, che prescrive che il disegno di legge di stabilità intervenga soltanto dopo che il Parlamento abbia esaminato la Decisione di finanza pubblica e sulla scorta delle indicazioni che dal Parlamento stesso provengono all'Esecutivo a seguito di tale esame. A tali considerazioni e alla richiesta di non procedere alla votazione finale in assenza di un chiarimento da parte del Governo si sono associati i sen. D'Alia, Poli Bortone (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE), Morando (PD) e Rutelli (API), mentre da parte dei sen. Azzollini (PdL) e Massimo Garavaglia (LNP) è stato sottolineato come la risoluzione di maggioranza, recante saldi identici a quelli della risoluzione già approvata alla Camera dei deputati, sia stata presentata e accettata dal Governo ben prima che intervenisse il varo in Consiglio dei ministri del disegno di legge di stabilità.
La discussione circa l'inedita situazione venutasi a creare nel rapporto tra Parlamento e Governo è stata poi rinfocolata dall'approvazione di un emendamento, prima firmataria la sen. Poli Bortone (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE), alla risoluzione di maggioranza che impegna il Governo alla puntuale applicazione del Piano straordinario per il Sud, a partire dalle infrastrutture e dalla fiscalità di vantaggio. I sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE) e Legnini (PD) hanno argomentato come tale sostanziale modifica alle indicazioni che il Parlamento fornisce per legge al Governo in vista della predisposizione del disegno di legge di stabilità renda ancora più grave ed evidente il conflitto tra Parlamento ed Esecutivo.
In sede di dichiarazioni di voto finali sulla risoluzione di maggioranza, sono intervenuti i sen. Pistorio (MPA), Viespoli (FLI), Mascitelli (IdV), Poli Bortone (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE), Massimo Garavaglia (LNP), Finocchiaro (PD), Azzollini (PdL) e Perduca (Radicali nel PD).
A margine delle critiche mosse al Governo e alla Presidenza del Senato nel corso della seduta, il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli è intervenuto per scusarsi con il Presidente della Repubblica, a suo parere primo destinatario di tali critiche in ragione della prerogativa costituzionale che gli attribuisce il potere di autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa. Mentre il sen. Gasparri (PdL) ha dichiarato di associarsi alle affermazioni del Ministro, il sen. Scanu (PD) ha accusato il Ministro di avere coinvolto il Capo dello Stato in una disputa cui è completamente estraneo, per di più intervenendo a fine seduta in assenza dei senatori di opposizione e dopo avere fatto cadere durante l'intero dibattito le numerose sollecitazioni ad intervenire rivolte al Governo.
(La seduta è terminata alle ore 19:36 )