Mercoledì 13 Gennaio 2010 - 311ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 17:04)
L'Assemblea del Senato ha ripreso l'esame del ddl n. 1880 recante misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
La prima parte della seduta è stata dedicata ad un ampio dibattito intorno all'andamento della riunione della Commissione giustizia cui il Presidente del Senato, nell'interesse della discussione come previsto dal comma 11 dell'articolo 100 del Regolamento, aveva sottoposto gli emendamenti che il relatore, sen. Valentino (PdL), ha presentato al testo proposto dalla Commissione stessa. L'opposizione ha infatti protestato, attraverso gli interventi dei sen. Finocchiaro, Zanda, Ichino, Legnini (PD), Li Gotti (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut), perché la maggioranza in Commissione ha impedito l'esame in sede referente, e dunque la votazione, degli emendamenti e dei relativi subemendamenti. Il Presidente Schifani, il Presidente della Commissione giustizia Berselli e il relatore, sostenuti dagli interventi dei sen. Bricolo (LNP) e Quagliariello (PdL), hanno sottolineato come, in assenza di una prassi univoca in materia, si è preferito consentire il più ampio approfondimento nel merito delle proposte rimettendone la votazione all'Assemblea.
Riprendendo quindi l'illustrazione delle numerose questioni pregiudiziali e sospensive, avviata nella seduta di ieri, i sen. Bugnano, Lannutti, Pedica, Pardi, Carlino, Caforio, Giambrone, Di Nardo, De Toni (IdV), Maritati, Della Monica, D'Ambrosio, Casson, Galperti, Sanna (PD) e D'Alia (UDC-SVP-Aut) hanno evidenziato i molti profili di incostituzionalità e i motivi di inopportunità politica che, a loro avviso, dovrebbero spingere il Parlamento ad interrompere l'iter del provvedimento. Il voto contrario dei rispettivi Gruppi sulle questioni pregiudiziali e sospensive, che sono state respinte dall'Assemblea, è stato dichiarato dai sen. Mazzatorta (LNP) e Malan (PdL).
La discussione generale ha offerto l'occasione per ribadire le posizioni contrapposte rispetto al provvedimento. I sen. Bonino, De Luca, D'Ambrosio, Garraffa, Magistrelli, Chiurazzi (PD) hanno lamentato come, a fronte di una giustizia di cui si riconosce l'intollerabile livello di inefficienza e che ha prodotto, oltre che innumerevoli condanne in sede europea per violazione dei diritti di tutte le parti del processo, anche una sfiducia generalizzata da parte dei cittadini, la maggioranza oppone un'irresponsabile risposta legislativa che non garantirà alcun miglioramento al servizio reso e che sostituirà ad una giustizia lenta una denegata giustizia, non essendovi alcuna certezza che i processi giungano a sentenza, con il rischio che nelle aree del Paese a forte presenza criminale i cittadini finiscano per rivolgersi alla criminalità organizzata. Tutto ciò quando i ritardi subiti dai processi dipendono esclusivamente dalla mancanza di uomini, mezzi e strumenti. Il provvedimento, concepito per risolvere i problemi di natura giudiziaria del Presidente Berlusconi, produrrà in realtà effetti deleteri per la funzionalità del sistema.
I sen. Mugnai, Berselli (PdL), Bodega (LNP) hanno invece rivendicato il diritto dei cittadini a non pagare oltre i costi della condizione di disservizio in cui versa, a volte anche per responsabilità dei magistrati, il sistema della giustizia italiana, cui il provvedimento offre benefici in termini di snellezza e brevità dei processi, dando finalmente e per la prima volta attuazione al precetto costituzionale della ragionevole durata del processo e ponendo fine all'interminabile sequenza di condanne che l'Italia subisce in sede europea.
Conclusa la discussione generale, il seguito dell'esame è stato rinviato alla seduta antimeridiana di domani, che si aprirà con le repliche dei relatori e del Governo.
(La seduta è terminata alle ore 21:12 )