Lunedì 26 Gennaio 2009 - 132ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 15:02)
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Vito, al termine della discussione generale sul ddl n. 1315 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale, ha posto la questione di fiducia sul testo già approvato dalla Camera dei deputati, stante l'imminenza della data costituzionale di scadenza e la necessità di salvaguardare gli effetti già prodotti dal provvedimento messi a repentaglio dalla presentazione di un gran numero di emendamenti. La votazione di fiducia è prevista per domani pomeriggio alle ore 19.
In precedenza i relatori, sen. Saia e Conti (PdL), prendendo le mosse dalla grave crisi internazionale, in Italia ormai tradottasi in recessione, avevano sottolineato la tempestività del Governo italiano, attivatosi già prima dell'estate e i cui interventi hanno anticipato le iniziative assunte dai Governi degli altri principali Paesi, interventi cui si aggiunge il decreto-legge che introduce misure essenzialmente su tre fronti: il sostegno alle famiglie a basso reddito, la riduzione del carico fiscale sulle imprese e il miglioramento dei conti pubblici. Nel richiamare la disponibilità dimostrata dall'opposizione in sede di Commissioni riunite 5a e 6a, i relatori hanno fatto appello alla responsabilità della politica, da estendere a sindacati, enti locali e imprese, in vista della definizione di misure ispirate al superiore interesse nazionale e in grado di indirizzare investimenti verso settori innovativi e strategici, a partire da serie politiche di economia ambientale.
In sede di discussione generale, i sen. Legnini, Bonino, D'Ubaldo, Pegorer, Leddi, Sangalli, Nerozzi, Barbolini, Andria, Granaiola, Roilo, Biondelli, Marco Filippi, Marinaro, Stradiotto, Della Seta, Mercatali (PD), Lannutti e Mascitelli (IdV) hanno espresso un giudizio di assoluta insufficienza ed inefficacia della risposta del Governo ad una crisi economico-sociale che richiede misure di ben più ampia portata, al pari di quanto sta facendo la maggioranza degli altri Paesi. Il Governo dimostra di sottovalutare la spirale recessiva che ha già prodotto un calo del Pil del 2 per cento nell'ultimo trimestre del 2008, situazione peraltro aggravata dall'adozione di misure che hanno peggiorato i conti dello Stato, come l'abolizione totale dell'ICI o la soluzione adottata per la vicenda Alitalia. Oltre che abbandonare il Mezzogiorno a se stesso, il decreto produce effetti sul PIL pari a un decimo di punto e a ciò si aggiunge il carattere fortemente restrittivo della manovra triennale di luglio, con il risultato di deprimere ulteriormente la domanda interna, compresa quella per gli investimenti.
Al contrario, i sen. Baldassarri, Spadoni Urbani, Pichetto Fratin, Paravia, Bonfrisco, Grillo, Germontani (PdL), Massimo Garavaglia e Vaccari (LNP) hanno sottolineato la positività delle numerose misure contenute nel decreto, in particolare il bonus straordinario per i nuclei familiari a basso reddito, il blocco fino al 31 dicembre 2009 delle tariffe per le forniture abituali di energia, nonché dei pedaggi autostradali e delle tariffe ferroviarie sulle tratte regionali, la concessione di un prestito a tasso particolarmente agevolato per le famiglie nel cui ambito avvengano nuove nascite, la previsione di un tetto agli oneri dei mutui per l'acquisto della prima casa, le riduzioni di tre punti percentuali dell'IRES e dell'IRAP, la completa detassazione degli straordinari, la cassa integrazione per coloro che perdono il lavoro, il pagamento dell'IVA da parte delle imprese al momento dell'effettiva riscossione dei corrispettivi, gli interventi a sostegno dei trasporti pubblici locali e delle ferrovie, le misure di lotta e contrasto all'evasione fiscale.
In apertura di seduta la sen. Soliani (PD) aveva richiamato l'attenzione del Senato e la responsabilità del Governo sulla neccessità di intervenire per interrompere il tragico crescendo di episodi di violenza contro le donne, un fenomeno di barbarie anzitutto culturale cui certo non giovano i commenti leggeri del Presidente del Consiglio. Nell'associarsi a tali considerazioni, il sen. D'Alia (UDC-SVP Aut) ha ribadito la neccessità di rimuovere dal social network Facebook i gruppi che, anche su questo argomento come già avvenuto per boss mafiosi e terroristi, inneggiano alla violenza sulle donne e il sen. Pardi (IdV) ha sottolineato il contributo negativo offerto dalle emittenti televisive di proprietà del Presidente del Consiglio alla rappresentazione della donna come oggetto del desiderio maschile. Le sen. Mauro (LNP) e Gallone (PdL), condividendo e comprendendo l'allarme sociale che i gravissimi reati perpetrati ai danni delle donne stanno sollevando, hanno sottolineato la validità dell'operato del Governo e delle forze dell'ordine, cui occorre assicurare ancora maggiore efficacia attraverso ulteriori durissimi interventi legislativi. Infine, il Sottosegretario di Stato per la giustizia Caliendo ha sottolineato come le chiare parole di condanna espresse dal Presidente del Consiglio dovrebbero essere la base per uno sforzo unitario delle forze politiche in direzione di interventi volti ad educare le nuove generazioni al rispetto assoluto della dignità della persona.
(La seduta è terminata alle ore 20:35 )