I padri della Patria: Vincenzo Gioberti

primrid11. Profilo biografico.

2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici.

1. Profilo biografico.

Dopo gli studi in teologia presso i padri dell'Oratorio, Vincenzo Gioberti (Torino, 1801 - Parigi, 1852) venne ordinato sacerdote nel 1823. Dopo una vita ritirata si interessò progressivamente alla questione politica e sociale italiana, subendo parzialmente l'influenza del pensiero mazziniano. Già cappellano alla corte di Carlo Alberto, nel 1833 Gioberti, accusato di complotto e di appartenere alla Giovine Italia, venne arrestato e dopo quattro mesi di carcere costretto all'esilio. Visse dapprima a Bruxelles e in seguito a Parigi. A Bruxelles insegnò filosofia ed ebbe modo di pubblicare, nel 1843, la sua opera principale: il Primato morale e civile degli italiani.

In seguito all'amnistia promulgata da Carlo Alberto nel 1846, Gioberti ritornò a Torino nel 1848. Eletto deputato, ricoprì nel mese di agosto di quell'anno la carica di ministro della Pubblica istruzione. Nel dicembre venne incaricato di formare il nuovo governo ma già nel febbraio del 1849 diede le dimissioni. Dopo la battaglia di Novara fu inviato a Parigi come ministro plenipotenziario, ma a causa di divergenze con il governo preferì poco dopo ritirarsi definitivamente dall'attività politica, fino alla morte avvenuta nel 1852 a Parigi.

Il sistema filosofico elaborato da Gioberti, conosciuto come ontologismo, mostra una profonda armonia con la fede cattolica: punto di partenza del processo conoscitivo è l'intuizione dell'essere reale, cioè Dio. Dio crea l'esistente e, come due momenti di uno stesso ciclo, l'esistente ritorna a Dio. In ambito politico le sue idee trovano una prima coerente formulazione nell'opera il Primato morale e civile degli italiani. Qui Gioberti tracciò un particolare profilo della storia, intendendo la nazione italiana come privilegiata dalla presenza del potere pontificio, unico garante di un progresso ordinato ed equilibrato. In linea con questa tesi per Gioberti il problema dell'unità politica italiana avrebbe trovato soluzione in una federazione tra i diversi stati sotto la guida del papa. Dal suo pensiero prese le mosse il cosiddetto movimento del Neoguelfismo. Il canto degli italiani di Goffredo Mameli riprende le idee giobertiane nel verso: "Uniamoci, amiamoci/ l'unione e l'amore/ rivelano ai popoli/ le vie del Signore".

In seguito, nel Rinnovamento civile d'Italia, pubblicato nel 1851, Gioberti riconsiderò parzialmente le sue posizioni teorico-politiche, declinandole in senso più nettamente laico e unitario.

2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici.

Vincenzo Gioberti. Percorso bibliografico nelle collezioni della Biblioteca.

Si suggerisce, inoltre, la ricerca nel Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare e nelle banche dati presenti sul sito e consultabili dalle postazioni pubbliche della Biblioteca.



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