La Biblioteca Vaticana

vatLe origini dell'odierna Biblioteca Apostolica Vaticana possono essere fatte risalire alla metà del Quattrocento (anche se già per il secolo IV è attestata l'esistenza d'un'istituzione di tal fatta), quando papa Niccolò V (1447-1455) stabilì che i codici latini, greci ed ebraici, incrementati durante il suo pontificato dai 350 trovati a circa 1.200, fossero aperti alla consultazione da parte degli eruditi. Le acquisizioni di nuovi manoscritti e di libri stampati determinarono nel secolo successivo il progressivo accrescimento del patrimonio della Biblioteca, che indusse Sisto V (1585-1590) a ordinare la costruzione di una nuova sede, affidandone il progetto all'architetto Domenico Fontana. L'edificio, che ospita tuttora la Biblioteca, ampliò il complesso dei Palazzi Apostolici, sorgendo sulle scalee divisorie tra il Cortile del Belvedere e quello detto ora della Biblioteca. Sotto Paolo V (1605-1621) il materiale archivistico venne separato da quello librario, ricadendo sotto la competenza di un'istituzione separata, l'Archivio Segreto Vaticano. Nei secoli XVII e XVIII si ebbe l'aggregazione di intere biblioteche, di origine principesca o privata. Nel Settecento furono acquisite anche importanti collezioni antiquarie e artistiche, confluite nel Medagliere (1738), nel Museo Sacro (1757) e nel Museo Profano (1767); questi ultimi due dal 1999 sono affidati ai Musei Vaticani. Nell'età napoleonica la Biblioteca subì notevoli perdite, tra le quali quella pressoché totale del Medagliere, ma al tempo stesso si arricchì delle biblioteche degli ordini religiosi soppressi dal nuovo regime. In epoca contemporanea un'acquisizione di grande rilevanza è stata quella della Biblioteca Barberini (avvenuta nel 1902), la quale in passato - con i suoi oltre 11.000 manoscritti latini, greci e orientali e oltre 36.000 stampati - aveva rivaleggiato con la Vaticana per importanza. Da segnalare è anche l'acquisizione della Biblioteca Chigiana, risalente al 1923.

Attualmente sono custoditi nella Biblioteca Vaticana circa 180.000 volumi manoscritti, 1.600.000 libri stampati, 300.000 tra monete e medaglie, 150.000 fra stampe, disegni e matrici e oltre 150.000 fotografie. In seno a questo amplissimo patrimonio particolare risalto assumono i fondi manoscritti, per la loro consistenza ed anche per la loro varietà, derivante dal peculiare rilievo assunto, ai fini della costituzione dei medesimi, dall'acquisizione di intere biblioteche: al loro interno si trovano difatti codici papiracei di scritti neotestamentari, scritti latini, greci e orientali di epoca sia tardo-antica che medievale e rinascimentale, archivi di famiglie aristocratiche che hanno dato alla Chiesa papi e cardinali, carte erudite e di studio, carteggi e raccolte di autografi. Fra i libri stampati posseduti dalla Biblioteca preponderanti risultano i libri antichi e rari, tra cui oltre 8.000 incunaboli e un elevato numero di cinquecentine e seicentine. Grande importanza per gli studiosi assumono comunque anche le raccolte di materiali librari moderni, le quali sono costituite principalmente da opere di supporto e di corredo riguardanti materiali conservati in Biblioteca. La Biblioteca possiede inoltre un'importante raccolta di grafica - il Gabinetto delle Stampe - che custodisce incisioni e stampe sciolte, ossia immagini che non sono inserite all'interno di libri come illustrazioni o che non sono accompagnate da testi a stampa. Essa conserva anche un cospicuo numero di disegni che nel corso del tempo sono entrati a far parte delle collezioni della Biblioteca, come pure numerose fotografie e matrici calcografiche e xilografiche. Nel Gabinetto Numismatico sono custodite monete e medaglie, sigilli, bolle e materiali affini, di provenienza europea e orientale e di epoca antica, medievale e moderna. Rilevante è infine il patrimonio archivistico della Biblioteca, costituito da carte delle famiglie e degli ordini religiosi le cui collezioni bibliografiche sono state acquisite nel corso dei secoli. Per gli studiosi che si avvalgono delle collezioni della Biblioteca del Senato per ricerche a carattere storiografico (su temi di storia ecclesiastica e non) il patrimonio della Vaticana costituisce dunque una risorsa assai preziosa ai fini della conduzione dei propri studi.

L'esecuzione di lavori straordinari ha imposto per tre anni la chiusura al pubblico della Biblioteca. In occasione della riapertura, avvenuta alla fine del 2010, è stata allestita una mostra, da poco conclusasi, intitolata "Conoscere la Biblioteca Vaticana: una storia aperta al futuro". I suoi visitatori, seguendo un percorso guidato appositamente predisposto, sono stati condotti attraverso degli spazi riproducenti diversi ambienti della Biblioteca, dalle sale di consultazione al laboratorio di restauro; esempi dei diversi materiali ivi custoditi (dai più antichi manoscritti alle stampe e alle medaglie) sono stati esposti al pubblico, al quale è stata data anche la possibilità di consultare riproduzioni in fac-simile di preziosi codici.

L'ammissione alla Biblioteca è consentita a ricercatori e studiosi qualificati, a docenti e ricercatori universitari o di istituti superiori, a studenti laureati ed eccezionalmente anche a laureandi (purché documentino di dover consultare del materiale conservato unicamente nella Biblioteca). Gli obblighi degli studiosi ammessi sono specificati nel regolamento. La Biblioteca fornisce servizio di informazioni bibliografiche a distanza e assicura assistenza agli studiosi nelle sale. Gli utenti possono chiedere riproduzioni fotografiche, che la Biblioteca si riserva di concedere a propria discrezione.

Per ricercare il materiale gli studiosi possono avvalersi di diversi strumenti. Il catalogo stampati copre il periodo sino al 1985 in versione cartacea; per le acquisizioni degli anni successivi è disponibile un catalogo informatico, nel quale è in corso il riversamento dei dati di quello a schede. Sono inoltre disponibili un catalogo delle stampe e dei disegni e un catalogo delle monete e delle medaglie, entrambi in formato elettronico. Questi tre OPAC sono consultabili dall'esterno via internet. Peculiare è la situazione inerente i fondi manoscritti, per i quali non esiste uno strumento di ricerca unico, ma sono disponibili i numerosi inventari, indici e cataloghi parziali creati nel corso dei secoli. Per i fondi latini è in corso la creazione d'un catalogo informatico, il quale comunque non mira a sostituire quello a stampa, non riproducendo tutti i dati riportati in quello cartaceo preso come riferimento per esso. Un ausilio importante è fornito agli studiosi anche dalle pubblicazioni curate dalla Biblioteca, in particolare dalla collana Studi e testi, volta proprio allo studio e all'illustrazione dei fondi posseduti.

Annessa alla Biblioteca è la Scuola di Biblioteconomia, la quale organizza un corso annuale riservato a laureati, finalizzato a formare professionalmente i bibliotecari in merito all'allestimento, l'organizzazione e la conservazione delle raccolte librarie e documentarie. Il diploma che essa rilascia - previo superamento degli esami previsti al termine del corso - è riconosciuto dallo Stato Italiano.

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Indirizzi e recapiti:

Via della Conciliazione, 1

00120 Città del Vaticano

Tel.: 06.698.79402

Fax: 06.698.84795

Sito internet: http://www.vaticanlibrary.va/

E-mail: è possibile contattare direttamente gli uffici e dipendenti della Biblioteca, previa registrazione all'area privata del sito web.



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