Il codice Azuni
In questa edizione di una rubrica solitamente dedicata alle risorse del Web 2.0 e al modo in cui interagiscono con la vita della biblioteca, non parleremo né di biblioteche né di risorse e nemmeno - in senso stretto - di "2.0" ma di un'iniziativa promossa dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione per la governance di Internet, che quindi in qualche modo tutti questi elementi comprende e monitora.
Ci riferiamo al progetto Codice Azuni, che, ispirandosi al lavoro di raccolta delle norme e consuetudini per la navigazione affrontato dal giurista sardo Domenico Azuni a inizio '800, si propone di "tutelare e garantire - come nei mari descritti da Azuni - partecipazione, sicurezza e libertà" (si cita dal sito) in un altro tipo di navigazione, quella sulle reti telematiche.
Alla pubblicazione online della versione "beta" del Codice, un documento disponibile per il download in formato pdf dal sito creato ad hoc per l'iniziativa, ha fatto seguito un appello lanciato alla comunità degli "Internauti" - amministratori, professionisti dell'informazione, utenti e semplici cittadini - perché scrivano le loro riflessioni "sulle problematiche, sulle sfide e sulle opportunità che Internet pone" (si cita dal sito), partecipando così attivamente ad un tavolo di lavoro composto da esponenti della pubblica amministrazione, della Camera dei deputati, del mondo della ricerca.
Se della governance di Internet si parlava già da tempo (ricordiamo peraltro che negli ultimi due anni l'Italia ha partecipato con un proprio organismo di coordinamento, l'Igf Italia, all'Internet Governance Forum, nato su raccomandazione della Commissione Europea), quello che è insolito e interattivo è l'approccio dichiaratamente bottom-up della mailing list, pensata per "fare una raccolta di contributi dal basso per arrivare poi a una mappatura il più possibile sistematizzata dei problemi, le sfide che la rete pone, […] raccogliere […] le relative best practices regolamentari mondiali (o loro motivata assenza) e poi cercare di trarre da queste dei riferimenti regolamentari raccomandabili", il tutto per semplificare e guidare il compito dei legislatori.
La proposta ha suscitato reazioni contrastanti, che si possono leggere nei messaggi postati sul sito: non solo dunque risposte di merito, sull'uso concreto che di Internet si fa, ma anche di metodo, volte ad inquadrare in un contesto più ampio le riflessioni svolte e a valutarne la reale utilità. Quale che sia il risultato del dibattito appena concluso, crediamo che diffondere la conoscenza della sua esistenza sia di per sé un primo passo verso la sua efficacia.