Testimonianze: la Senatrice Emma Bonino
Dopo l'intervista al Senatore Sandro Mazzatorta, ospitiamo l'intervento della Senatrice Emma Bonino, Vice Presidente del Senato, membro del Gruppo Partito Democratico, componente della 13a Commissione Permanente (Territorio, Ambiente, Beni ambientali) e Presidente della Commissione per la parità e le pari opportunità nel Senato. Ringraziamo la Senatrice per la cortese disponibilità.
Qual è la sua esperienza in campo parlamentare?
Sono entrata la prima volta alla Camera nel 1976 con la prima pattuglia di radicali: Marco Pannella, Mauro Mellini e Adele Faccio. Giovane, donna e radicale: una tripla condizione di "diversità" e di minoranza di cui non ero neppure completamente consapevole tanto che mi stupivano atteggiamenti supponenti o machisto-galanti che, con maggiore consapevolezza, mi sarei invece dovuta aspettare. Per esempio: in quella prima legislatura avevo passato gran parte di un' estate a preparare la relazione di minoranza sulla riforma dei servizi segreti. Finito l'intervento mi vedo recapitare un biglietto del Ministro dell'Interno Cossiga che dal banco del Governo seguiva la discussione....e sul biglietto c'era scritto: cara collega, lei oggi è proprio elegante!!!!!!!!! Nonostante fossero gli "anni di piombo" e in Parlamento si risentisse dell'aria pesante che si respirava nel paese, per me sono stati anni formativi e di grande passione politica. In quella mia prima legislatura ho lavorato soprattutto alla legge sull'aborto ma, più in generale, abbiamo portato avanti, pochi come eravamo, le prime battaglie contro la partitocrazia. Nel 1979 sono stata eletta anche nel primo Parlamento europeo a suffragio universale e da lì è cominciata la mia avventura europea legata ad una visione federalista e spinelliana dell'Europa. In quella legislatura noi Radicali lanciammo da Strasburgo la campagna contro lo sterminio per fame nel mondo, un problema che è rimasto ancora tra noi come ci dicono le cronache di questi giorni. Da allora sono stata rieletta parecchie volte, tranne negli anni d'incompatibilità da Commissaria europea, alla Camera o al Parlamento europeo, spesso dimettendomi da una o l'altra carica per far subentrare altri compagni radicali.
Può parlarci della sua attività di parlamentare?
Attualmente sono Vice Presidente del Senato e questa carica significa soprattutto i turni di presidenza in Aula e la partecipazione negli organi politici del Senato. A parte gli interventi in Aula e in commissione, i margini per svolgere una seria attività parlamentare sono molto ristretti, non da ultimo a causa del frequente ricorso da parte del Governo ai voti di fiducia. Il regolamento poi, in questo ramo del Parlamento, non offre molti strumenti che consentano all'opposizione di farsi sentire. Anche pratiche parlamentari consolidate, come le interrogazioni per esempio, sono spesso ignorate dal Governo. Insomma la dialettica parlamentare oggi non gode di buona salute. Ma, più in generale, non è un periodo particolarmente felice per le istituzioni, specialmente per il Parlamento che l'attuale Premier sembra vedere come un impedimento, non come sede della sovranità popolare. Si aggiunga che con il sistema elettorale attuale i parlamentari sono "nominati", per non dire "imposti" dai leader di partito. Noi radicali continueremo a batterci per un sistema maggioritario uninominale, senza preferenze e con collegi piccoli, proprio come avevano chiesto gli italiani più di quindici anni fa attraverso un referendum poi vanificato dal Parlamento stesso.
Qual è il suo rapporto con i libri?
Leggo appena posso, soprattutto di politica e di economia. E ho una vera passione per le biografie. I viaggi e gli spostamenti di lavoro sono per me una grande opportunità per leggere, tra un aereo e l'altro o in treno. Mi dispiace aver meno tempo per i romanzi e invidio Felipe Gonzales che anni fa disse, durante il celebre programma francese "Apostrophes", che qualsiasi cosa facesse nella giornata, anche quando era primo ministro, dedicava almeno due ore al giorno alla lettura, per disciplina oltre che per piacere. Beato lui!
In che maniera si svolge la sua attività di studio e documentazione?
Mi avvalgo soprattutto di Internet, per una questione di rapidità. Oramai quasi tutte le grandi biblioteche nazionali hanno messo il loro patrimonio on-line, da ultimo la Bibiothèque Nationale de France che, anche per ragioni di sopravvivenza, quest'estate ha chiuso l'accordo con Google. Ma vedo Internet molto utile anche per il motivo opposto, vale a dire quello di poter contribuire a rendere noti all'esterno le proposte di legge e i dibattiti parlamentari in maniera trasparente e in modo tale da avere un rapporto più inclusivo con la società, magari imbarcandoci in un dialogo con il pubblico.
In che modo la Biblioteca del Senato può supportare l'attività parlamentare?
I legislatori devono essere dotati di supporti informativi di alto livello per produrre migliori testi di legge, per avere la capacità di valutarne il loro impatto reale, e per esercitare il ruolo di controllo sull'esecutivo. La capacità del Parlamento di non rimanere escluso o ai margini delle prospettive offerte dalla società della conoscenza, e anzi di esserne a sua volta protagonista attivo, fino a ricoprire veri e propri ruoli di guida, assume un rilievo del tutto particolare. E' in questo contesto che la Biblioteca del Senato può offrire un contributo fondamentale.
Come e per quali finalità un parlamentare può avvalersi dei servizi offerti dalla Biblioteca del Senato?
Il Parlamento è il perno sul quale "gira" qualsiasi processo democratico. Per questo è necessario che i parlamentari possano accedere liberamente ad una informazione rapida, trasparente, imparziale e indipendente. La Biblioteca del Senato deve essere messa in grado di fornire questo servizio. Questo vuol dire stare al passo con le innovazioni tecnologiche perché la dimensione globale del mondo moderno ce lo impone. E anche razionalizzare, evitando le dispersioni per esempio come è stato fatto con la nascita del Polo bibliotecario parlamentare che unisce e coordina il maggior numero di servizi, spazi fisici ed attività delle biblioteche dei due rami del Parlamento. A questo proposito ricordo come l'archivio fonico di Radio Radicale sia un vero e proprio patrimonio che il Polo bibliotecario dovrebbe considerare di acquisire in qualche modo.
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L'intervista al Senatore Sandro Mazzatorta è pubblicata sul n. 22 di "MinervaWeb".