Osservatorio internazionale. Le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America: 1) il processo di nomination presidenziale
Il procedimento elettorale che porterà alla designazione - il 4 novembre 2008 - del 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America si distingue dai sistemi elettorali predisposti allo scopo dalle democrazie occidentali per durata e modalità di svolgimento. Esso copre un arco di tempo di circa un anno e mezzo e si articola in due fasi successive: una fase preliminare, durante la quale viene selezionato il leader politico che i due maggiori partiti - il Partito Democratico e il Partito Repubblicano - proporranno alle rispettive Conventions nazionali quale candidato ufficiale alla Casa Bianca; la fase conclusiva, costituita dalle elezioni generali vere e proprie che culmineranno con l'elezione del nuovo Presidente.
Il procedimento di nomination presidenziale prende avvio con la scelta degli esponenti di partito che, per ciascuna parte politica, si presentano quali aspiranti candidati per la competizione elettorale generale. Le modalità di selezione sono essenzialmente due: le c.d. primarie, vere e proprie elezioni disciplinate direttamente dalla legislazione degli Stati in cui hanno luogo, e i caucuses, ovvero riunioni di attivisti locali di un partito, regolate da norme interne, durante le quali si raccolgono le preferenze per ciascuno dei candidati.
Il sistema delle elezioni primarie venne adottato per la prima volta nel 1903 nel Wisconsin allo scopo di sottrarre ai partiti il monopolio delle candidature. Oggi questo metodo di selezione rappresenta la regola nella maggior parte degli Stati USA. Il meccanismo prevede che i simpatizzanti di un partito - iscritti alle liste elettorali - esprimano tramite il voto la propria preferenza per uno dei leaders in competizione (le primarie c.d. "chiuse"). In alcuni Stati si consente la partecipazione anche degli elettori non sostenitori (le c.d. primarie "aperte").
Sia nelle primarie che nei caucuses le preferenze espresse dagli elettori vengono trasformate in delegati da inviare alle Convenzioni nazionali. Il loro numero è preliminarmente deciso, per ognuno dei 50 Stati, dai partiti repubblicano e democratico secondo regole interne. Il meccanismo di attribuzione dei delegati ai candidati non è uniforme: i repubblicani adottano il criterio "winner takes all", attribuendo tutti i delegati spettanti ad uno Stato al candidato che ha ricevuto il maggior numero di preferenze; i democratici invece li distribuiscono proporzionalmente a seconda del risultato ottenuto da ciascuno dei candidati in quello Stato.
Il processo di nomination presidenziale si concluderà con le due grandi Conventions nazionali del Partito Democratico (Denver 25/28 agosto) e del Partito Repubblicano (Minneapolis 1°/4 settembre), durante le quali, mediante il voto dei delegati dei singoli Stati, si procederà alla proclamazione del candidato ufficiale del partito per l'elezione presidenziale. Durante queste grandi assemblee di partito si decideranno inoltre il c.d. ticket presidenziale (candidato presidente e vice presidente) e la piattaforma politica, vero e proprio programma elettorale.
Con le Conventions si entra nella seconda fase del procedimento per l'elezione del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Resta da sottolineare che l'introduzione delle primarie ha determinato una dilatazione dei tempi della campagna elettorale presidenziale, incidendo notevolmente sui costi. A garanzia della trasparenza sui meccanismi di reperibilità dei fondi e sul loro utilizzo è stata varata nel 2002 una legge federale di riforma della legislazione vigente (Bipartisan Campaign Reform Act) sulla cui corretta applicazione vigila la Commissione federale elettorale.
La Biblioteca del Senato offre una prima selezione di monografie sul sistema statunitense delle primarie, rinviando al catalogo del Polo Bibliotecario Parlamentare per ulteriori approfondimenti.