Sala Maccari
Prende il nome da Cesare Maccari (1840-1919), l'artista che la decorò dopo aver vinto un concorso bandito appositamente dal Ministero della Pubblica Istruzione, nel 1880. Il soffitto racchiude quattro medaglioni con figure allegoriche, disposte intorno a un motivo centrale, che simboleggia l'Italia; nei quattro medaglioni sono rappresentati il commercio, l'agricoltura, le armi, le scienze, le lettere e le arti. Lungo il fregio una frase di Guicciardini ed una di Machiavelli.
Sulle pareti episodi della storia del Senato romano: entrando, a destra, Appio Claudio il Censore mentre viene condotto in Senato per esortare i Romani a non accettare le umilianti condizioni di pace imposte da Cinea, ambasciatore di Pirro; sulla parete di fronte, tra le finestre, sono descritti gli episodi di Marco Papirio, rimasto immobile sul suo scanno dinanzi all'invasione dei Galli e quello dei Sanniti che tentano di corrompere Curio Dentato perché convinca il Senato a fare la pace; sull'altro lato corto, è l'affresco che rappresenta Cicerone mentre pronuncia la sua requisitoria contro Catilina, che ascolta, isolato, dal proprio seggio; nell'ultimo affresco, infine, è descritto il momento della partenza da Roma di Attilio Regolo, catturato dai Cartaginesi nella battaglia di Tunisi e inviato in patria per parlamentare, sulla promessa di ritenersi prigioniero.