Atto n. 3-03262 (in Commissione)

Pubblicato il 27 ottobre 2016, nella seduta n. 711

BLUNDO , SERRA , CIOFFI , MORONESE , CAPPELLETTI , GIARRUSSO , BERTOROTTA , SANTANGELO , PUGLIA , COTTI , PAGLINI , LUCIDI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

il 26 ottobre 2016 l'Italia centrale è stata nuovamente colpita da una violenta scossa di terremoto, di magnitudo 5.4 della scala Richter, con epicentro nella provincia di Macerata, tra Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci. La scossa, seguita da altre 2, altrettanto consistenti, è stata avvertita anche a Roma, L'Aquila, Perugia e Terni, interessando nuovamente le aree già duramente colpite dal terremoto verificatosi nella notte tra il 23 e 24 agosto scorso, di magnitudo 6.0 con epicentro nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, che ha provocato 298 vittime e 388 feriti. Queste nuove scosse hanno imposto una ulteriore verifica strutturale sugli edifici scolastici e la preventiva sospensione delle attività didattiche a Macerata, L'Aquila, Camerino, Assisi, Terni, Rieti, Perugia, Ascoli Piceno, Teramo e in molti comuni del frusinate;

in attesa di accertare gli ulteriori danni agli edifici scolastici, provocati da queste ultime scosse, risultano essere numerose le scuole dichiarate inagibili, a seguito del sisma dello scorso agosto. In un articolo pubblicato su "la Repubblica" del 9 settembre 2016, la Protezione Civile, infatti, certificava che su 480 edifici scolastici censiti, 149 non potevano ospitare studenti e 30 addirittura risultavano completamente inagibili. Tra le città colpite vi sono Norcia, con la scuola dell'infanzia, primaria e la scuola superiore "Battaglia", Foligno con la scuola media inferiore "Giosuè Carducci" e Spoleto con la scuola materna "San Domenico", oltre al caso dell'istituto scolastico "Romolo Capranica" di Amatrice, di cui ha parlato diffusamente "il Fatto Quotidiano", in un articolo del 29 agosto. Nel citato articolo si metteva in evidenza il fatto che l'istituto fosse crollato, nonostante la ristrutturazione e "il miglioramento antisismico" del 2012, per i quali sono stati stanziati nel biennio 2011-2012, circa 700.000 euro. Nel medesimo articolo vengono, inoltre, riportati alcuni stralci di un'intervista apparsa su "la Repubblica" a Gianfranco Truffarelli, titolare della ditta, che ha effettuato i lavori di ristrutturazione dell'istituto, nella quale lo stesso costruttore sostiene la bontà e regolarità dei lavori effettuati 4 anni fa, classificandoli appunto come "miglioramento sismico" e non come "adeguamento sismico", due cose, a parer suo, totalmente differenti;

considerato che:

è in corso un'indagine ad ampio raggio della Procura di Rieti volta ad accertare eventuali responsabilità, non solo sul caso descritto, ma anche sull'intero iter di costruzione e ristrutturazione degli immobili crollati nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto;

la Procura di Rieti ha delegato nuclei di Polizia giudiziaria, Corpo forestale dello Stato, Carabinieri e Guardia di finanza a eseguire i sequestri degli edifici lesionati dal terremoto dello scorso 24 agosto nei comuni epicentro;

anche l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) di Raffaele Cantone, nell'ambito della propria attività di vigilanza, ha chiesto alla Guardia di finanza di acquisire la documentazione relativa alle gare per i lavori di ristrutturazione dell'istituto "Romolo Capranica" e, in particolare, di svolgere accertamenti sulle procedure di affidamento degli appalti;

considerato inoltre che:

l'episodio dell'istituto "Romolo Capranica" rientra in un quadro di complessiva emergenza strutturale degli edifici scolastici nel nostro Paese, criticità confermate anche dal rapporto presentato il 21 settembre 2016 da "Cittadinanza Attiva": solo l'8 per cento degli istituti scolastici, quindi 3.745 sui 41.826 totali, è progettato secondo la normativa antisismica e ben il 54 per cento sorge in zone a forte rischio sismico. Inquietanti anche i dati sulla certificazione di agibilità statica che risulta assente nel 94 per cento degli istituti calabresi e in circa la metà degli istituti presenti nel Lazio, Sicilia, Sardegna e Campania, mentre nelle province coinvolte dal recente terremoto la certificazione è presente solo nell'8 per cento delle scuole del reatino e nel 23 per cento di quelle di L'Aquila e Teramo. Infine risulta, sempre da tale rapporto, che il 15 per cento degli edifici scolastici hanno lesioni strutturali;

nel corso del question time che si è svolto presso la Camera dei deputati in data 21 settembre 2016, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha parlato di un investimento di 200 milioni di euro da parte del Governo per la messa in sicurezza antisismica degli edifici. A parere degli interroganti la cifra è molto esigua, una goccia nel mare, e confermerebbe la volontà del Governo di non colmare il divario strutturale e di sicurezza che caratterizza i nostri edifici scolastici,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano urgente l'adozione di un piano straordinario di adeguamento antisismico degli edifici scolastici, almeno nelle regioni a più alto rischio, compreso l'Abruzzo, previa verifica della loro idoneità agli interventi di adeguamento, e quali iniziative intendano adottare per avviare concretamente tale piano in tempi brevi;

se e quali iniziative, nei limiti delle proprie competenze, intendano porre in essere per supportare l'indagine in corso sull'istituto "Romolo Capranica" di Amatrice, nel pieno rispetto delle prerogative e dell'indipendenza riconosciute alla magistratura dalla Carta costituzionale, al fine di contribuire a fare chiarezza sulla vicenda;

se non ritengano doveroso fornire un quadro dettagliato, anche dal punto di vista economico, degli interventi di ristrutturazione e miglioramento sismico compiuti nel 2012 sull'edificio che ospita l'istituto scolastico "Romolo Capranica" e se intendano, altresì, acquisire dai Comuni ricadenti nella regione Abruzzo e nelle regioni più a rischio la documentazione relativa ai lavori già eseguiti, al fine di appurare la correttezza degli stessi e di evitare che situazioni come quelle descritte abbiano a ripetersi.