Pubblicato il 25 ottobre 2016, nella seduta n. 707
MAURO Giovanni , DE PIN , CASALETTO , QUAGLIARIELLO , AUGELLO , COMPAGNA , MAURO Mario , GIOVANARDI
Il Senato,
premesso che:
nell'ultimo anno l'ondata migratoria non ha conosciuto soste, ma è addirittura esponenzialmente aumentata;
l'emergenza immigrazione in Italia è ormai al collasso e i numeri sono da capogiro. Il 2015 è stato un anno record, ma i migranti arrivati nei primi otto mesi del 2016 hanno invece già superato quelli arrivati nell'intero 2014, ma anche quelli del 2014 e 2013 messi insieme;
le persone che sbarcano sulle nostre coste sono soprattutto persone provenienti da Paesi africani;
le provenienze più rappresentate sono: Nigeria (20 per cento), Eritrea (12 per cento), Gambia, Guinea, Sudan e Costa d'Avorio (7 per cento), Somalia, Senegal e Mali (5 per cento). Sono soprattutto uomini (il 70 per cento), con una considerevole fetta di minori non accompagnati, in continua crescita (il 16 per cento degli arrivi);
la gran parte di questi sbarchi avviene in Sicilia (il 70 per cento), ma ci sono arrivi via mare anche in Calabria (il 17 per cento), Puglia (il 7,5 per cento) e Sardegna (il 4 per cento).
lo scorso 28 settembre 108 migranti partiti dalle coste libiche sono arrivati a Pozzallo con un'operazione di salvataggio della Guardia costiera;
il 6 ottobre sono sbarcati a Pozzallo 428 migranti a bordo di 3
gommoni;
in data odierna (24 ottobre) si attendono circa 4.000 migranti distribuiti tra i porti di Augusta (758 persone), Palermo (1.117 migranti e 17 salme), Trapani (552 persone), Messina (857 migranti), Pozzallo (650 migranti), Taranto (520 migranti); si teme inoltre che un numero imprecisato di migranti siano annegati durante queste ultime traversate e siano scomparsi in mare;
nell'hotspot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 15.247 migranti in occasione di 40 sbarchi nel 2016;
dall'inizio del 2016 solo in provincia di Ragusa sono stati fermati 149 scafisti. mentre lo scorso anno ne sono stati arrestati 150;
nel 2014 infatti gli sbarchi erano stati 170.000. L'anno scorso 153.000. Nel 2016 dall'inizio dell'anno sono arrivati 142.000 profughi;
da questo punto di vista, si tratta di un flusso di carattere strutturale dei migranti;
la vera emergenza infatti, non sta più tanto negli sbarchi, ma possiamo dire che la vera emergenza inizia il giorno dopo. L'Italia infatti è sempre più stretta ai confini, diventando così un approdo, più che un ponte, verso il resto d'Europa;
sono aumentate di molto, oramai, le persone ancorate ai sistemi d'accoglienza: passate dalle 103.000 del 2015 ai quasi 160.000 di oggi. Di questi, 123.000 restano per mesi in centri " straordinari ", nonostante l'ordinarietà di fatto, ormai, del loro compito, pagati direttamente dalle prefetture con ben pochi controlli sui servizi. Da qui ecco derivare le situazioni come l'inferno del Cara di Foggia e i tanti altri non-luoghi dove i migranti vengono "parcheggiati", e dimenticati;
dopo mesi di attesa in questi centri, poi, ricomincia un nuovo calvario: il passare da profughi a fantasmi. Perché oggi il 60 per cento delle richieste d'asilo viene rifiutata (era il 50 un anno fa). Significa che dopo mesi d'attesa, sei migranti su 10 diventano "nessuno". Soggetti in attesa di un ricorso o di un rimpatrio (che raramente diventa effettivo). Le commissioni valutano fra le 6.000 e le 9.000 domande al mese. Ci vuole in ogni caso molto tempo, anche solo per la prima risposta;
questo, comunque per quanto riguarda i sopravvissuti. Sullo sfondo rimangono le vittime del mare: decine di cadaveri recuperati in pochi giorni che si aggiungono ai 3.000 e 500 morti del 2016;
il lavoro della Polizia giudiziaria diventa sempre più difficile, perché bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia giudiziaria ed ovviamente l'assistenza ai migranti che resta prioritaria;
questo continuo flusso di immigrati, è destinato a crescere nei prossimi anni;
la Ue ha stimato che, entro il 2017, potranno entrare nell'Unione fino a tre milioni di migranti, anche a causa della non tranquilla situazione politica dei Paesi africani. Ciò sta creando al nostro Stato gravi problemi; è impossibile ospitare tutta questa povera gente nei centri di accoglienza, ma soprattutto è impossibile continuare ad affrontare i costi notevoli sia per mantenerla, sia per rimpatriarla. I nostri centri accoglienza (Hotspot) siciliani sono allo stremo, ospitano più migranti di quanti ne possano contenere;
molti degli immigrati che si riversano sulle nostre coste sono clandestini e vivono in condizioni degradanti. Molto spesso i "malavitosi" si servono di loro per lo spaccio di droga, mentre le donne vengono immesse nella rete della prostituzione;
la "relocation" ossia la ripartizione dei migranti fra i paesi europei, procede a ritmi lentissimi, solo duemila persone in nove mesi sono state trasferite da Grecia e Italia in altri paesi europei, mentre, per essere applicata in pieno, le persone ricollocate dovrebbero essere seimila al mese;
le richieste fatte dal Presidente del Consiglio dei ministri all'Unione europea affinché si faccia carico di questo enorme problema sono state, purtroppo, disattese; nel frattempo ci sono stati Paesi che hanno tirato su muri ai confini, Ungheria, Bulgaria, Slovenia e Macedonia, fino all'ultimo, lungo un chilometro, che verrà eretto a Calais, in Francia, dal Governo inglese per "frenare" tutti i rifugiati che "sognano" la Gran Bretagna; altri hanno chiuso le frontiere Austria Svizzera.
l'Italia continua ad usare le proprie navi, le unità della Guardia Costiera ed il gruppo navale dell'operazione Mare Sicuro e quelle messe a disposizione dall'Europa: le flotte di Frontex (Operazione Triton) e di Eunavfor Med (Operazione Sophia prorogata con effetto immediato fino al 27 luglio 2017 con la decisione (PESC) 2016/993, adottata dal Consiglio Affari esteri nella riunione del 20 giugno 2016), come traghetti. L'uso di queste navi costa diverse centinaia di milioni di euro;
è ormai chiaro che l'Unione europea tende a considerare il fenomeno dell'immigrazione come un problema prevalentemente italiano; e comunque manifesta continuamente di essere disponibile a farsi carico solo delle persone che hanno diritto all'asilo, cioè di una piccolissima parte, ma non di tutti gli altri;
considerato che
da più parti si ritiene oramai che le operazioni di accoglienza indiscriminata ed il continuo impiego di navi militari sia un grave errore; un errore politico che sta incentivando le partenze da tutta l'Africa verso le coste libiche, come aveva predetto l'allora ministro degli interni britannico Theresa May, oggi premier di una Gran Bretagna il cui "Brexit" è stato dovuto in buona parte alla politica migratoria dell'Unione europea,
impegna il Governo:
1) a mettere in atto misure di contrasto all'illegalità e alla migrazione irregolare nel medio e lungo termine, con regole certe che vedano l'avvio di un nuovo sistema di controllo;
2) a lavorare per la redazione dei necessari accordi internazionali che vedano la costituzione di specifici Uffici per l'immigrazione nei Paesi di partenza degli immigrati (Libia, Nigeria, Eritrea eccetera) da affiancare a Consolati e Ambasciate già esistenti, sotto la gestione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
3) a lavorare per la creazione di un modello diverso di accesso del migrante nel nostro Paese secondo cui la persona che intende immigrare in Italia dovrà obbligatoriamente presentarsi presso l'Ufficio per l'Immigrazione del suo Paese e presentare domanda di soggiorno a scopo lavorativo. Tali Uffici dovranno essere in possesso di elenchi di disponibilità di lavoro che le imprese dovranno presentare mensilmente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da questi trasmessi in via telematica e sempre aggiornati. Le imprese presenteranno queste disponibilità su base volontaria e sempre che non si sia trovato un lavoratore cittadino italiano o extracomunitario già residente in Italia con regolare permesso di soggiorno disposto a ricoprire quel ruolo;
4) a far sì che lo straniero prima della partenza soggiorni comunque presso una struttura per l'Immigrazione per un rapido corso di lingua italiana e di educazione civica, per evitare shock culturali; al termine solo se risultasse idoneo, potrebbe partire per l'Italia;
5) a consentire che lo straniero che fugge da situazioni di guerra o disordini gravi possa presentare all'Ufficio per l'Immigrazione del paese di ultima partenza la relativa domanda di asilo. Dopo l'accertamento dello status di rifugiato, se egli intenda recarsi in Italia stabilmente, sarà fornito di biglietto aereo per il nostro Paese e di una attestazione da presentare per poter fruire di corsi di formazione professionale e culturale;
6) a verificare la possibilità di stipulare accordi con paesi di provenienza dei migranti dove saranno allestiti centri di raccolta gestiti in collaborazione con il paese ospitante dove lo straniero che tenti di entrare in Italia via mare, se intercettato potrà rimanere fino alla definizione delle pratiche per l'eventuale ingresso legale in Italia;
7) a porre in essere ogni altro, necessario intervento affinché il nostro Paese venga tutelato dal rischio che i flussi dei migranti possano essere sfruttati sia come occasione di infiltrazione di affiliati del terrorismo, sia come possibilità lucrativa per qualunque racket del malaffare;
8) a porre in essere tutte le azioni utili affinché le martoriate coste italiane, specie quelle delle regioni del Sud e della Sicilia siano sottratte ad ogni altra insopportabile pressione.