Pubblicato il 28 settembre 2016, nella seduta n. 688
NUGNES , MORONESE , MARTELLI , GAETTI , AIROLA , BERTOROTTA , BLUNDO , BOTTICI , BUCCARELLA , BULGARELLI , CAPPELLETTI , CASTALDI , CATALFO , CIAMPOLILLO , CIOFFI , COTTI , CRIMI , DONNO , ENDRIZZI , FATTORI , GIARRUSSO , GIROTTO , LEZZI , LUCIDI , MANGILI , MARTON , MONTEVECCHI , MORRA , PAGLINI , PETROCELLI , PUGLIA , SANTANGELO , SCIBONA , SERRA , TAVERNA
Il Senato,
premesso che:
il 24 agosto 2016 alle ore 3:36 del mattino le aree interne delle regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo sono state colpite da un sisma di magnitudo 6.0;
le province maggiormente coinvolte sono state quelle di Rieti, Ascoli Piceno e Perugia. Le città, che hanno registrato il maggior numero di danni sono quelle di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto;
questo è stato l'ottavo sisma di magnitudo superiore a 5,6 verificatosi in Italia dal 1980;
considerato che:
a partire dal 1980 l'Italia si è dotata di una carta della sismicità che consente di conoscere quali sono le aree soggette a rischio maggiore e, per ogni area, il grado di rischio;
grazie a questo lavoro, è noto che in Italia circa 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico;
negli ultimi 50 anni, i terremoti gravi sono stati 8, verificatisi tra il 1968 e il 2016. La maggior parte di essi ha comportato esiti distruttivi causando numerose vittime e danni ingenti al patrimonio immobiliare privato e pubblico, alle infrastrutture e alle opere d'arte, creando notevoli disagi a le popolazioni coinvolte e all'economia del Paese;
negli ultimi quarantotto anni, per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto, si contano più di 5 incrementi delle accise sui carburanti;
dal 1970 (primo anno in cui sono disponibili i dati sui consumi dei carburanti) al 2015 i cittadini hanno versato nelle casse dello Stato 145 miliardi di euro nominali;
nel novembre del 2014 il Consiglio nazionale degli ingegneri ha stimato in 70,4 miliardi di euro nominali (121,6 miliardi, se attualizzati) il costo complessivo necessario per ricostruire tutte e 7 le aree fortemente danneggiate dal terremoto (Valle del Belice, Friuli, Irpinia, Marche/Umbria, Molise/Puglia, Abruzzo ed Emilia- Romagna). Negli ultimi 50 anni è stato versato più del doppio rispetto alle spese sostenute;
nonostante le nuove tecniche di rilevamento ed elaborazione dei dati, a ogni evento sismico ci si scopre immensamente fragili e impreparati;
al verificarsi di ogni catastrofe, si ricorre a fantomatici "modelli", che richiamano a esperienze del passato, ma senza essere realmente in grado di individuare interventi e tecniche efficaci da applicare a casi specifici che per loro natura sono unici. Per questo motivo si assiste al continuo ricorso alla decretazione d'urgenza;
l'abuso, in tali casi, della decretazione d'urgenza è determinato dalla mancanza di un quadro normativo armonizzato, in grado di disciplinare tutte le operazioni fondamentali, individuando tempi necessari per l'attuazione e l'erogazione di fondi;
il 25 agosto 2016 il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza ai sensi dell'art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992 n. 225 e ha destinato 50 milioni di euro a valere sul fondo per le emergenze nazionali, di cui all'art. 5 comma 5-quinquies della legge citata;
il Presidente del Consiglio dei ministri ha nominato Vasco Errani commissario straordinario per l'emergenza, nonostante il medesimo incarico già assunto in seguito al terremoto dell'Emilia-Romagna del 2012 abbia sollevato numerose critiche. Le criticità connesse alla gestione post terremoto del 2012 di Errani sono state numerose, fra tutte la "gestione" dei moduli abitativi provvisori (MAP) adibiti per ospitare le popolazioni colpite dal sisma, che hanno comportato numerosi disagi economici dovuti agli ingenti costi per i consumi di energia elettrica;
il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, De Vincenti, in audizione il 1° settembre 2016, in seduta congiunta, presso le Commissioni Ambiente della Camera e del Senato, ha confermato l'intenzione del Governo di prorogare gli incentivi per la ristrutturazione e l'ecobonus per favorire interventi finalizzati al risparmio energetico e alla realizzazione di progetti antisismici. Si tratta di misure già previste da interventi legislativi pregressi, l'ultimo di essi è la legge 28 dicembre 2015, n. 208, che senza la dovuta stabilizzazione non consente il superamento del limite strutturale determinato dall'annualità prevista;
da fonti giornalistiche e da dichiarazioni di esponenti del Governo si è appresa la volontà di investire sul progetto "Casa Italia" finalizzato pro futuro alla messa in sicurezza del Paese dai rischi provocati da eventi sismici;
ad oggi, infatti, manca un serio intervento legislativo, volto a stabilire piani, tempi, modalità nonché una idonea mappatura dei fabbricati, compresi quelli pubblici, per la messa in sicurezza degli edifici nelle zone a rischio del Paese;
così come sono insufficienti gli interventi legislativi volti a individuare definitivamente una mappatura totale degli edifici pubblici e privati a rischio. A tal punto sarebbe opportuno attuare e completare quanto previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 2003, n. 3274 relativa ai "criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zone sismiche" adeguando, inoltre, la quantificazione delle risorse necessarie all'adeguamento anti - rischio;
considerato, inoltre, che:
secondo le stime dell'ingegner sismico Alessandro Martelli, presidente dell'Istituto "Isolamento ed altre Strategie di Progettazione Sismica" (Glis), l'80 per cento dei fabbricati pubblici e privati, inclusi scuole, ospedali, caserme, ossia luoghi considerati strategici in caso di emergenza, collocati nelle zone ad altro rischio, crollerebbero, a causa della loro obsolescenza: problema, questo, che non è stato affrontato con idonei interventi normativi ispirati all'adeguamento sismico;
mancano, ad oggi, interventi fattivi che introducano l'obbligo, sia con facilitazione che sanzioni, di adeguamento degli edifici, soprattutto in quelle zone considerate ad alto rischio sismico;
tenuto conto del fatto che:
non è l'evento sismico in sé a provocare danni, mietere morti e feriti, ma essenzialmente l'inadeguatezza strutturale del nostro patrimonio immobiliare italiano;
in altri Paesi ad elevato rischio sismico, come il Giappone, da decenni eventi sismici anche di magnitudo molto più elevate di quelle che in Italia continuano a provocare distruzione, morte e fenomeni corruttivi in seguito alla ricostruzioni, non provocano alcun danno, né a cose, né a persone;
tutta la letteratura nazionale del post eventi sismici, dal terremoto dell'Irpinia del 1980 al terremoto dell'Aquila del 2009, non tralasciando gli eventi sismici dell'Emilia, registra dalla fase emergenziale dei primi soccorsi alla fase sempre troppo lunga ed incompiuta della ricostruzione, forti speculazioni, gestioni strutturalmente illecite con corruzione massiccia e diffusa, inchieste delle procure di tutta Italia;
è necessario che si giunga finalmente e tempestivamente all'obbligo per tutto il patrimonio edilizio esistente dell'adozione del "fascicolo del fabbricato", con libretto d'uso e di manutenzione dell'edificio e della sua impiantistica, che riporti tutti gli interventi manutentivi, ordinari e straordinari, effettuati, nonché l'esatta localizzazione degli elaborati progettuali accessibili ai proprietari, compreso il certificato di agibilità del fabbricato, e soprattutto che riporti con chiarezza ed immediatezza di lettura le classificazioni sismiche ed energetiche dello stesso, che ne diano una chiara e certa informazione sulla sicurezza strutturale e sui consumi dell'edificio così da determinarne il valore, anche commerciale, e tutti gli interventi necessari ed urgenti, tra cui quelli obbligatori, per un corretto adeguamento;
è necessario che le misure finanziarie per questi adeguamenti siano a carico della finanza pubblica, con investimenti anche comunitari, laddove il proprietario dimostri l'inadeguatezza della sua posizione economica a sostenerne l'onere;
secondo il 14^ rapporto di Cittadinanza- attiva sulla sicurezza, qualità, accessibilità a scuola presentato il 21 settembre 2016, nel 15 per cento delle scuole statali sono state riscontrate lesioni strutturali, mentre solo il 35 per cento del campione monitorato possiede il certificato di agibilità statica; un istituto scolastico su tre si trova in zone ad elevata sismicità e soltanto l'8 per cento è stato progettato, secondo la normativa antisismica;
nonostante gran parte del territorio della regione Abruzzo sia classificato nelle fasce ad alto e medio rischio sismico (zone 1 e 2), da un'analisi dei dati riguardanti l'adeguamento alla normativa tecnica antisismica degli edifici scolastici statali inseriti sul portale "Scuole in Chiaro" (fonte istituzionale del Ministero dell'istruzione, dell'università e ricerca), è stato riscontrato che circa il 75 per cento degli immobili scolastici non risulta adeguato a tale normativa;
evidenziato che:
nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto 2016 si registrano gravi problemi per le attività agro zootecniche: nella zona di Amatrice sono presenti più di 600 aziende;
oltre ai danni subiti dagli edifici aziendali quali stalle, sale mungitura e laboratori di lavorazione e trasformazione, si registrano notevoli difficoltà a causa dell'interruzione delle strade e del conseguente isolamento degli allevamenti;
anche le attività che non hanno subito danni diretti, a causa del sisma, devono però affrontare il calo degli ordini legati alla domanda locale con conseguente deperimento dei prodotti ed evidenti danni economici;
considerato, infine, che come richiesto da numerose istituzioni regionali e locali colpite e da molti cittadini vi è la necessità di un immediato adeguamento delle risorse umane e strumentali rispetto alle emergenze e alle attività da affrontare, per cui si richiede una fattiva collaborazione tra organo commissariale, Regioni, enti locali e Protezione civile,
impegna il Governo:
1) a costituire un fondo nazionale per la realizzazione del fascicolo obbligatorio dell'edificio (foe) e un apposito fondo per l'adeguamento antisismico di tutto il patrimonio immobiliare esistente;
2) a rendere il "fascicolo del fabbricato" documento obbligatorio, in un opportuno lasso di tempo, nelle transazioni immobiliari e per tutte le richieste di autorizzazione per lavori edili (cila, scia, concessioni);
3) a predisporre gli opportuni strumenti legislativi volti a inibire la cessione di immobili sprovvisti del fascicolo del fabbricato o strutturalmente non adeguati alla classe di sismicità del territorio, dove insistono;
4) a informatizzare tramite i SIT (sistema informatico territoriale) a livello nazionale la mappa del patrimonio edilizio esistente, con immediata conoscenza dello stato di manutenzione e adeguamento antisismico ed energetico degli edifici, interconnessa alle mappe territoriali del rischio sismico e del rischio geologico;
5) a introdurre, con appositi interventi legislativi, l'obbligo di adeguamento antisismico degli edifici, soprattutto in quelle zone considerate ad alto rischio sismico;
6) a provvedere ad una ricognizione periodica dei piani comunali ed intercomunali di sicurezza e provvedere a stabilire penalità e sanzioni stringenti per gli enti territoriali inadempienti;
7) a predisporre un protocollo unico nazionale di intervento in caso di evento sismico, che fissi tempi, modalità ed eventuali sanzioni penali;
8) a prevedere un fondo di rotazione nella prossima legge di bilancio per il 2017, al fine di supportare anche gli interventi minori per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo danneggiati dal sisma, in misura adeguata e sufficiente a coprire integralmente le spese sostenute;
9) ad adottare iniziative per concedere indennizzi alle attività produttive danneggiate dagli eventi calamitosi, per il ripristino delle scorte andate distrutte o per il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali all'esercizio delle attività, comprensivi della quantificazione dell'eventuale lucro cessante in ragione dell'interruzione dell'attività produttiva;
10) a realizzare una rete di assistenza psicologica nei confronti dei familiari delle vittime e delle persone coinvolte, che resti operativa anche dopo la fase emergenziale e nel periodo della ricostruzione;
11) ad attivare il percorso per l'istituzione di una zona franca urbana, che possa garantire sgravi fiscali alle attività imprenditoriali;
12) a promuovere strumenti di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini per una ricostruzione condivisa, prevedendo all'interno degli uffici speciali per la ricostruzione un tavolo di concertazione con i cittadini, parti sociali e ordini tecnici, coordinato da un osservatorio nazionale;
13) ad assicurare che le aziende che intendano partecipare ai lavori di ricostruzione, anche su immobili di proprietà privata, siano inserite in una "white list", verificandone la regolarità in collaborazione con le Prefetture;
14) ad assumere ogni iniziativa volta a garantire finanziamenti finalizzati alla realizzazione di un piano per il recupero, la conservazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale danneggiato dagli eventi richiamati in premessa;
15) a predisporre le attività, affinché sia certamente evitata qualunque deroga che possa favorire direttamente o indirettamente fenomeni speculativi e/o corruttivi.