Atto n. 4-06335

Pubblicato il 15 settembre 2016, nella seduta n. 679

SCAVONE , RUVOLO , COMPAGNONE , D'ALI' , GIBIINO , MAURO Giovanni , TORRISI - Ai Ministri della salute e per gli affari regionali e le autonomie. -

Premesso che:

in data 2 aprile 2015 veniva emanato dal Ministero della salute il decreto n. 70 contenente l'adozione del regolamento recante gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera;

esso prevedeva che le Regioni dovessero provvedere, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore, ad adottare il provvedimento generale di programmazione di riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale, nonché i relativi provvedimenti attuativi, garantendo entro il 2016 il progressivo adeguamento agli standard, in coerenza con le risorse programmate per il SSN e nell'ambito della propria autonomia organizzativa nell'erogazione delle prestazioni incluse nei LEA;

giunta quasi alla fine del 2016, la Regione Siciliana si è trovata costretta, dopo almeno tre anni di sostanziale inerzia, durante i quali non c'è stato un vero riassetto organico che tenesse conto delle reali esigenze dei territori, (considerando quindi condizioni demografiche, stato della viabilità, indici statistici di morbilità, presenza di fattori ambientali concausali all'insorgenza di particolari patologie) ad abbozzare un piano di tagli di strutture e servizi che ha tenuto celato e su cui ha chiesto l'assenso del Ministero della salute nei primi giorni del mese di agosto;

il piano dei tagli e della soppressione delle strutture non ha scontato ancora il passaggio in Commissione di merito presso l'Assemblea regionale siciliana, tanto che si apprende dalla stampa per dichiarazione del presidente dell'Assemblea regionale siciliana Ardizzone che nessun piano di nuovo riassetto della rete ospedaliera è stato ancora presentato in Assemblea;

tuttavia la bozza di piano sembra esistere, dal momento che l'assessore regionale competente lo ha presentato ai dirigenti generali delle ASP siciliane in data 8 settembre;

ovviamente le indiscrezioni sui contenuti del piano hanno subito suscitato polemiche e proteste nei territori e fra i cittadini che non si sentono più garantiti nel loro legittimo diritto alla salute, perché prevedono tagli lineari, non concertati, che sembrano rispondere ad esigenze diverse, per esempio elettorali, ma non alla razionalità, all'organicità, all'efficacia e all'equità tra i territori che ogni atto programmatorio deve possedere;

risulta sospetto, per esempio, che la previsione di tagli ulteriori nella rete delle emergenze continui a riguardare territori che già hanno subito rimodulazioni, rifunzionalizzazioni, chiusura di reparti ospedalieri (e oggi si prevede anche il taglio del pronto soccorso che residuava, nonché del servizio 118, non prevedendo nemmeno la presenza di una mera ambulanza medicale), ma che guarda caso sono anche quelli sforniti di rappresentanza politica negli organismi istituzionali regionali o nazionali. Emblematico è per esempio il caso di Niscemi (Caltanissetta), che pur avendo già subito il declassamento del proprio ospedale, si trova ora nella condizione di perdere anche la più piccola forma di presidio di sanità, e questo nonostante si tratti di un comune ricadente in un'area ad alto rischio di crisi ambientale, interessato dall'installazione del famigerato MUOS (Mobile user objective system), caratterizzato da un'escalation notevole di patologie tumorali e da una viabilità pessima soggetta a frequenti frane e a chiusure prolungate al traffico;

il 4 agosto 2016 l'assessore regionale per la salute Gucciardi ha dichiarato alla stampa di ritenersi soddisfatto perché "la proposta di piano elaborata dall'assessorato regionale per allineare la rete ospedaliera al decreto ministeriale n.70/2015 è stata apprezzata dal Ministero della salute", annunciando il passaggio successivo nella Commissione di merito dell'Assemblea regionale;

nello stesso tempo, la stampa ha riportato dichiarazioni del dirigente dell'ufficio reti ospedaliere del Ministero della salute che dà atto di un nuovo piano della Regione Siciliana che rispecchia le indicazioni del decreto ministeriale n. 70 a cui devono adeguarsi tutte le Regioni;

in data 13 settembre 2016, il presidente della Regione Crocetta è intervenuto in maniera, secondo gli interroganti, contraddittoria per dire che "l'assessore alla Sanità Gucciardi non ha presentato alcun piano a Roma e che quanto riferito dai media sono solo indiscrezioni su un piano di riordino che rappresentano proiezioni delle conseguenze di scelte del Ministero della Salute";

sempre in data 13 settembre 2016 il presidente dell'Assemblea regionale Ardizzone ha dichiarato che "fino ad oggi non risulta depositata agli atti dell'Assemblea regionale siciliana alcuna proposta di modifica della rete ospedaliera che, comunque necessita del parere della Commissione Sanità";

a quanto risulta agli interroganti, è drammatica la situazione che i siciliani stanno vivendo, stando alle dichiarazioni del presidente della Regione che, tentando di smentire il proprio assessore alla Salute, contraddice i fatti di un nuovo piano di riassetto della rete ospedaliera che in maniera "carbonara" sta circolando tra le ASP e gli addetti ai lavori, con un alone di segretezza e di mistero tale da generare più di un sospetto. Sospetto che la Regione, inerte già da diversi anni, e supina rispetto a quanto previsto dal decreto ministeriale n. 70 (che risale all'aprile 2015) in fase di concertazione, oggi, dopo aver preso in giro territori e cittadini con false promesse, si accorge che non può continuare nel bluff dell'assenza di una programmazione di riassetto adeguata, coerente, che non penalizzi i territori più complicati dal punto di vista della viabilità e delle infrastrutture, e che già da anni avrebbe dovuto mettere in campo. Sicché, fallito miseramente il tentativo di tirare a campare fino alla fine della Legislatura, cerca di deresponsabilizzarsi e di scaricare sul Ministero della salute le conseguenze della propria insipienza e della propria incapacità;

a giudizio degli interroganti questo modo di procedere è veramente scandaloso e ridicolo sotto il profilo del merito, ma anche sul piano del metodo. Paradossale infatti che lo stesso presidente dell'Assemblea regionale siciliana sia costretto a dichiarare che nessun nuovo piano è stato presentato in Commissione sanità;

è necessario quindi che si faccia chiarezza in maniera trasparente sul piano di riassetto della rete ospedaliera in Sicilia. È necessario che vengano alla luce i criteri ispiratori di questo nuovo piano, che ad oggi sembrano finalizzati ad una campagna elettorale che sta per ripartire,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano al corrente di quanto sta accadendo in questi giorni in Sicilia;

se non ritengano opportuno chiarire quale sia il livello di interlocuzione che è stato finora attuato con la Regione Siciliana, in ordine al piano di riassetto della rete ospedaliera;

se non ritengano necessario chiarire se la Regione Siciliana ha presentato o meno un piano ufficiale di riassetto della rete ospedaliera siciliana e se sia stato assentito dal Ministero della salute;

se non ritengano opportuno dare disposizioni agli organi competenti di predisporre apposite ispezioni per verificare se siano state rispettate tutte le procedure all'uopo previste dalla legge.