Atto n. 3-03126 (in Commissione)

Pubblicato il 14 settembre 2016, nella seduta n. 678

MORRA , BLUNDO , SERRA , ENDRIZZI , CRIMI , MONTEVECCHI , DONNO , PAGLINI , CAPPELLETTI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

in data 7 settembre 2016, fonti di stampa tra cui "Il Quotidiano del Sud" riportavano la notizia secondo cui il Tribunale del riesame di Crotone ha disposto il dissequestro dell'area di località Scifo, nel promontorio di capo Colonna, dove è in fase di realizzazione il "Marine park village", un villaggio turistico il cui progetto prevede la realizzazione di 79 bungalow su basi di cemento armato con accesso al mare, su un'area di circa 75.000 metri quadrati da torre Scifo lungo la linea di costa verso località Alfieri, proprio nelle immediate adiacenze del parco archeologico di capo Colonna, e ricadente nell'area naturale marina protetta di capo Rizzuto;

con tale provvedimento è stata di fatto annullata l'ordinanza di sospensione dei lavori che all'inizio di luglio 2016, a seguito di un sopralluogo condotto in cantiere dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, aveva sancito il blocco delle attività. Risaliva a maggio 2016, infatti, il pronunciamento a favore della proprietà da parte del TAR della Calabria avverso l'analogo provvedimento di inibizione o sospensione dei lavori emesso a gennaio 2016 dal soprintendente ad interim dottor Salvatore Patamia, pronunciamento poi impugnato dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro;

l'intera vicenda del "Marine park village" consta, a giudizio degli interroganti, di un iter burocratico inficiato da anomalie gravi, a cominciare dalla pretesa di ritenere il villaggio turistico (impiantato ex novo e forte, da progetto, di 79 bungalow, una mega-struttura per servizi e una mega-piscina) come un semplice agriturismo, artifizio volto a consentire l'applicazione dell'articolo 73 del capo 2 del piano regolatore generale (PRG) del Comune di Crotone, il quale stabilisce che, come si legge su "crotone24news" del 7 dicembre 2013, "nelle zone agrituristiche individuate nella Tavola P4, è agevolato l'esercizio dell'agriturismo, quale attività collaterale ed ausiliaria a quella agricola e come forma di offerta turistica". Lo stesso PRG stabilisce tuttavia che "Qualora venga richiesta concessione edilizia per la realizzazione di nuove strutture ambientali comprendenti l'attività agrituristica (...) sono ammessi tre posti letto per ettaro destinato ad agriturismo";

in risposta all'atto di sindacato ispettivo 4-03792 presentato in Senato, il Ministro in indirizzo riportava il parere del direttore generale per l'archeologia, il quale "ha potuto constatare, su segnalazione degli stessi archeologi della Soprintendenza, la presenza nell'area di estese superfici di frammenti fittili e di materiali di crollo, che individuano la presenza, altamente diffusa, di insediamenti (fattorie), sia ellenistici che romani, per cui ha deciso di fornire alla Soprintendenza per l'Archeologia della Calabria le necessarie risorse finanziarie per avviare una campagna di indagini archeologiche finalizzate alla tutela archeologica dell'area, nelle forme e con le modalità che risulteranno più coerenti con gli eventuali rinvenimenti, dei detti siti", lasciando intendere che egli volesse porre rimedio alle anomalie descritte, assecondando le giuste aspirazioni della comunità locale a vedere tutelato in modo efficace uno dei luoghi più suggestivi e intatti, fino a poco tempo fa, dell'intera costa ionica calabrese, attraverso un provvedimento volto a imporre il vincolo archeologico dell'area. Pareva andare nella medesima direzione, a gennaio 2016, l'avvio del procedimento di riperimetrazione dell'area archeologica di capo Colonna da parte del Ministero ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, logico preludio all'apposizione del vincolo archeologico nel sito. L'attesa del provvedimento di vincolo è stata però vana, poiché negli ultimi mesi gli uffici calabresi del Ministero hanno invece virato bruscamente in direzione opposta, senza peraltro che a ciò sia seguita l'assunzione di responsabilità da parte del segretario regionale prima e poi del nuovo soprintendente delle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, dottor Mario Pagano;

tale dirigente risulta peraltro già noto alle cronache giornalistiche in quanto avrebbe avallato la costruzione di 16 gigantesche pale eoliche a ridosso del parco archeologico di Saepinum, in provincia di Campobasso, come riportato dal giornalista Gian Antonio Stella sul "Corriere della Sera" del 12 settembre 2012. Inoltre, risulterebbe, secondo quanto risulta agli interroganti, condannato dalla Corte dei conti, Sezione giurisdizionale del Molise, per l'utilizzo di fondi pubblici con fini diversi da quelli per i quali erano stati attribuiti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se reputi congruo che l'area, situata a ridosso del parco archeologico di capo Colonna, venga occupata da un villaggio turistico il cui progetto prevede la costruzione di 79 bungalow con base in cemento e accesso alla spiaggia;

se non ritenga doveroso porre in essere le opportune iniziative, anche ispettive, di competenza volte a vigilare, verificare ed eventualmente impedire ogni evidenza di deterioramento che possa essere determinato dal progetto al promontorio di capo Colonna e all'area marina e naturale protetta di capo Rizzuto, valutando nei limiti delle proprie attribuzioni eventuali profili di responsabilità in capo alla Soprintendenza interessata;

se non reputi opportuno provvedere affinché si pervenga ad un'interruzione del progetto ed al ripristino della situazione ex ante, al fine di tutelare e di valorizzare l'integrità del promontorio e dell'adiacente area archeologica, che esprime un valore culturale unico, perché intrinsecamente connesso al territorio di riferimento e perciò meritevole di tutela e valorizzazione;

se non ritenga di intervenire, affinché l'area venga sottoposta a vincolo archeologico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004.