Pubblicato il 28 luglio 2016, nella seduta n. 670
GAMBARO , BARANI , RUVOLO , COMPAGNONE , SCAVONE - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dei beni e delle attività culturali e del turismo. -
Premesso che:
le ferie agostane sono ormai alle porte per milioni di italiani;
spesso le mete da visitare e le destinazioni da raggiungere per tanti turisti si trovano, senza che essi ne siano consapevoli, in Paesi a forte rischio terroristico;
dopo la sciagura che ha colpito i nostri connazionali uccisi in Bangladesh, il rischio di trovarsi in luoghi nel mondo dove è probabile imbattersi in estremisti fanatici e sanguinari si è ampliato esponenzialmente negli ultimi mesi;
il Marocco, ad esempio, meta turistica ambita per tanti italiani, solo apparentemente sembra un Paese sicuro: la Farnesina sul sito "viaggiare sicuri" avvisa di "mantenere elevata la soglia di attenzione in considerazione del rischio presente su tutto il territorio marocchino, di atti terroristici per loro natura difficilmente prevedibili ai danni di istituzioni o di luoghi e strutture frequentati anche da occidentali (compresi siti turistici)";
in Marocco vivono oltre 2.500 italiani e questo Paese attrae imprenditori e quasi 400.000 turisti all'anno;
in tutta l'Africa risiedono 61.222 italiani, ma in Paesi come il Kenya circa 10.000 hanno un casa di vacanza, per non parlare degli uomini d'affari;
la minaccia terroristica riguarda città come Mombasa, Malindi e varie regioni dove possono colpire gli integralisti legati agli Shebab somali;
la Nigeria, dove l'Italia ha importanti interessi petroliferi è infestata da Boko Haram, costola del Califfato nel continente africano;
pure l'insospettabile Ruanda, nuova frontiera del turismo imprenditoriale, è a rischio di terrorismo; la confinaria Uganda, dove non manca una presenza cattolica italiana, è nel mirino per la partecipazione alle forze di pace in Somalia;
più vicina ai confini UE, la Turchia registra un bollettino di guerra in quanto lo scorso anno i turisti italiani, diminuiti del 30 per cento, erano 467.470, i residenti sono almeno 4.000 per non parlare di manager ed imprenditori. I servizi turchi hanno ripetutamente diramato segnali di allerta per possibili attentati alla rete metropolitana e le linee di trasporto di Istanbul. "Si raccomanda - avvisa la Farnesina - di esercitare in tutto il Paese, soprattutto nei luoghi di attrazione turistica, ivi comprese le principali località balneari e le più note mete turistiche all'interno del Paese (es. la Cappadocia) accresciute misure di cautela";
negli Emirati arabi, che attraggono gli italiani (19,3 per cento residenti in più nel 2015), non si esclude "il rischio di possibili atti di natura terroristica ai danni di istituzioni occidentali e luoghi pubblici", idem si dica per l'Arabia saudita, dove dall'inizio del 2016 ci sono stati 3 attacchi kamikaze;
le Maldive, meta turistica italiana, non sono più tranquille come un tempo: il Paese condivide con il resto del mondo la crescente esposizione al rischio del terrorismo internazionale;
in India il Governo teme attacchi soprattutto in "aree sensibili" come le località frequentate da stranieri, sia nelle grandi città, sia in destinazioni turistiche con particolare riferimento a hotel di catene internazionali, centri commerciali, aeroporti e voli di linea;
gli italiani che vivono in Asia sono 55.583. In Paesi come la Thailandia, dove esiste un terrorismo islamico separatista nel sud, arrivano 200.000 turisti all'anno. Nelle cristiane Filippine sono stati rapiti missionari italiani ed i radicali islamici nell'isola di Mindanao hanno giurato fedeltà al califfo;
considerato che:
è sempre più affollata la lista delle bellezze artistiche e paesaggistiche del patrimonio dell'umanità Unesco ormai escluse dalle destinazioni per i viaggiatori perché troppo rischiose, per non parlare dei luoghi meravigliosi sfregiati per sempre, sottratti al dominio del Califfato o ancora sotto il suo controllo;
tra i siti archeologici distrutti dalla furia dei miliziani dello Stato islamico vengono in mente l'arco di trionfo di Palmira, in Siria, gioiello di epoca romana, il tempio di Nabu a Nimrud, in Iraq, città fondata più di 3.300 anni fa, una delle capitali dell'impero assiro, le statue e gli ornamenti dell'antica Hatra, a circa 300 chilometri da Baghdad, la città dell'impero dei Parti fiorita tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo;
poi ci sono i siti Unesco ancora integri, ma inaccessibili perché troppo pericolosi, come in Mali per scoprire l'antica Timbuctù;
stesso discorso vale per alcune zone del Pakistan: nelle aree tribali del Khyber Pakhtunkhwa, ad esempio, nel nord ovest del Paese asiatico, il rischio sequestri è troppo elevato e le autorità raccomandano di evitare escursioni: in questa regione si trovino le splendide statue monumentali del monastero buddista di Takht-i-Bahi, del primo secolo dopo Cristo;
poi ci sono la sponda meridionale e quella orientale del Mediterraneo ricche di reperti archeologici di fondamentale importanza ma diventate "bollenti": Tunisia (Cartagine, l'anfiteatro di El Jem, la città punica di Kerkouane, la medina di Sousse), Algeria (il parco nazionale di Tassili n'Ajjer), Libia (le rovine di Leptis Magna, Cirene, Sabratha, l'antica città-oasi Gadames), Libano (il sito archeologico di Baalbek, la città di Anjar), Siria (Aleppo, la cittadella del Saladino, i villaggi del nord);
secondo il barometro Europ Assistance-Ipsos diminuiscono dell'8 per cento rispetto al 2015 i connazionali che dichiarano di voler partire (il 52 per cento del campione), in flessione come gli altri cittadini europei;
la ricerca evidenzia altri due dati interessanti: anzitutto 3 italiani su 4 (più 12 per cento rispetto all'anno scorso) affermano che trascorreranno le ferie nel nostro Paese, che insieme a Spagna e Francia esercita la maggior attrattiva sui turisti del vecchio continente;
sebbene l'eventualità di attacchi terroristici sia uno dei principali fattori presi in considerazione nella scelta della destinazione, il livello di preoccupazione varia in maniera significativa: secondo la stessa indagine, la paura degli attentati pesa maggiormente sulle decisioni di spagnoli (47 per cento), tedeschi e austriaci (43 per cento), mentre in Italia e in Francia si registrano percentuali inferiori (37 per cento),
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo vogliano predisporre delle misure informative straordinarie, dettagliate, minuziose e capillari, da diramare a tutti gli operatori italiani del settore turistico, obbligandoli con un provvedimento speciale a fornire tutte le informazioni in possesso della Farnesina e della sua unità di rischio sul suo sito (completo di ogni nozione), in modo da fornire tutte le notizie indispensabili per chi voglia intraprendere un viaggio all'estero e le possibili cause di rischio ai nostri connazionali che si preparano a viaggiare, onde evitare che gli stessi si trovino in aree pericolose senza averne la consapevolezza.