Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06167
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Atto n. 4-06167
Pubblicato il 21 luglio 2016, nella seduta n. 666
CASALETTO - Ai Ministri della salute e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
da studi redatti dal "Talbott Recovery Campus" di Atlanta (Stati Uniti d'America), istituto che, da oltre 30 anni, si occupa delle dipendenze da sostanze dei medici, si evince che il personale sanitario, che soffre di dipendenza da abuso di alcol o da uso di sostanze stupefacenti, è fra l'8 ed il 12 per cento;
in Italia, la percentuale dei medici con i problemi del genere sembra aggirarsi intorno al 10 per cento;
don Paolo Fini, che da anni combatte le tossicodipendenze, e che, insieme all'ordine dei medici di Torino, ha dato vita al primo centro di disintossicazione rivolto alle professioni sanitarie, ha confermato che droghe ed alcol negli ospedali italiani sono molto diffusi, più di quanto si pensi. Solo a Torino sono stati contati fra i 1.000 e i 1.500 casi;
i controlli, a cui vengono sottoposti annualmente i dipendenti del settore sanitario, riguardano le condizioni di salute, non la presenza di droghe nell'organismo. L'unico studio esistente è quello di Dianova del 2012, che ha stimato in 43.000 i professionisti colpiti, su 370.000 (il 10 per cento);
considerato che:
i più colpiti dalle dipendenze sembrano essere i chirurghi, gli anestesisti, i medici del pronto soccorso, gli psichiatri ed i ginecologi. Tutti medici alle prese con le emergenze giornaliere, che accumulano un forte stress emotivo, scariche adrenaliniche e turnazione continua (non possono esistere "buchi" tra un turno ed un altro);
sembra che a far crescere il rischio di dipendenze sia l'eccessivo carico di stress, che porta alla "sindrome da burnout" (tipologia specifica di disagio psicofisico connessa al lavoro);
tra i medici italiani anche la frequenza dei suicidi sarebbe doppia rispetto al resto della popolazione, arrivando addirittura ad essere 4 volte superiore tra le donne;
negli ultimi anni, a causa dei tagli subiti dalla sanità, i turni dei medici sono stati raddoppiati e il carico di stress è notevolmente cresciuto: circa 8 turni notturni al mese e oltre 150 ore di straordinario all'anno. Il tutto è stato denunciato qualche mese fa dall'Anaao Assomed, l'associazione dei medici dirigenti,
si chiede di conoscere:
se i Ministri in indirizzo non intendano attivarsi, affinché tutte le Regioni applichino, sempre e correttamente, la legge n. 161 del 2014, che fornisce indicazioni precise su come garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori;
se intendano avviare opportune iniziative per vigilare su tale fenomeno e valutare le opportune soluzioni;
se intendano attuare politiche che mirino al miglioramento delle condizioni lavorative del personale medico e paramedico;
se non ritengano che il combinato disposto di minori finanziamenti, mancate riorganizzazioni, ed il perdurare del blocco del turnover danneggi gravemente sia chi deve organizzare il lavoro in sanità, sia il personale che si ritrova a far fronte ad una turnazione massacrante.