Atto n. 4-06077

Pubblicato il 7 luglio 2016, nella seduta n. 657

PETRAGLIA , DE PETRIS , BAROZZINO , CERVELLINI , DE CRISTOFARO , BOCCHINO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

i primi di giugno 2016 Ericsson ha annunciato il nuovo piano industriale che prevede, a livello nazionale, 385 esuberi su circa 4.000 dipendenti;

le città maggiormente toccate sono Genova (188 esuberi) dove, già nel recente passato, la multinazionale aveva dimezzato i propri dipendenti, e Pisa, dove, su un totale di 49 dipendenti a tempo indeterminato, sono previsti 9 esuberi e, a partire dal prossimo 1° gennaio, 26 trasferimenti obbligatori, riguardanti anche alcuni assunti nel 2014, secondo le clausole occupazionali del progetto "Arno3";

nel corso degli anni, Ericsson ha ricevuto in Italia svariate decine di milioni di euro di finanziamenti pubblici provenienti dall'Unione europea, dal Governo italiano e dalle Regioni per sostenere progetti di ricerca, testare nuove tecnologie, sviluppare prototipi;

secondo le organizzazioni sindacali, l'intervento su Pisa (polo in località San Cataldo) non sarebbe un semplice piano di tagli, ma l'inizio di un progetto di dismissione dell'intero sito, che farà perdere, nel tempo, tutti i 53 posti di lavoro;

la società ha ricevuto, per la sede di San Cataldo, notevoli finanziamenti pubblici finalizzati all'investimento su Pisa quale luogo di eccellenza nella produzione scientifica e tecnologica avanzata, con il coinvolgimento di istituti pubblici di ricerca, quali il Consiglio nazionale delle ricerche e la scuola superiore "Sant'Anna", come, ad esempio, i circa 6 milioni di euro arrivati nel 2014 dalla Regione Toscana per lo sviluppo di progetti di ricerca, come "Arno3";

nel 2015 è stato presentato, per il settore, un ulteriore progetto (il Fi-Pi-Li 3), ammesso con riserva ad un finanziamento pubblico di circa 7 milioni di euro, di cui circa 3,5 destinati alla Ericsson, e, secondo le rappresentanze sindacali, questo sarebbe il motivo per cui la società non smantella integralmente il sito pisano, dove manterrà, per ancora poco tempo, un gruppo di dipendenti, in modo da non perdere le risorse pubbliche stanziate;

considerato che:

prima dell'apertura della procedura di mobilità sono stati richiesti, da parte della multinazionale svedese, in accordo con la rappresentanza sindacale unitaria di Pisa, corsi finanziati da Fondimpresa per riqualificare 30 persone del sito Ericsson di Pisa per le tecnologie 5G e radio;

tra i progetti ideati, in collaborazione con la scuola superiore Sant'Anna di Pisa e con il CNIT (Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni), che, secondo le originali intenzioni di Ericsson, nel prossimo futuro, sarebbero stati sviluppati proprio dai lavoratori di Pisa, al momento considerati esuberi o da trasferire, vi è proprio la rete di trasferimenti dati ultraveloce 5G e delle tecnologie fotoniche, nell'ambito delle reti di trasporto ottiche di prossima generazione, che risultano essere tuttora uno degli obiettivi principali della multinazionale;

secondo la stessa azienda, il centro pisano ha inoltre la responsabilità di individuare e promuovere la ricerca a lungo termine, di sviluppare e mantenere la leadership tecnologica a livello mondiale nelle aree di interesse e di promuovere, costantemente, un processo di innovazione, operando da cerniera tra università e centri di ricerca e unità di ricerca e sviluppo della Ericsson stessa;

nel nuovo piano industriale, presentato alle organizzazioni sindacali nel mese di giugno, Ericsson, oltre ad annunciare il piano esuberi, manifesterebbe un forte interesse al progetto del Governo riguardante la banda ultralarga, che prevede un importante investimento futuro da parte del Ministero dello sviluppo economico;

ad oggi, la multinazionale svedese sembra essere il giusto player, viste le competenze che potrebbe mettere in campo: tecnologie di rete ottica, tecnologia IP routing e sistemi di gestione e controllo di rete, ambiti tecnologici dove le sedi di ricerca e sviluppo di Genova e Pisa erano da sempre fra leader mondiali e ancora potrebbero esserlo;

tenuto conto che:

l'importanza strategica della multinazionale nel settore delle telecomunicazioni e il forte impatto che avrà il piano esuberi appena annunciato, che certamente potrebbe essere il prodromo di un possibile disimpegno, a livello sia nazionale che locale, rischia di determinare de facto la chiusura del sito produttivo pisano di San Cataldo, con un forte impatto anche sul laboratorio di ricerca pisano attivo all'interno del CNR;

gli esuberi e la potenziale dismissione del polo pisano non sono giustificati da motivazioni di ordine economico, come sottolineato dalle organizzazioni dei lavoratori, visto che il centro pisano è sostanzialmente in grado di autofinanziarsi, grazie alle partnership con il mondo accademico e istituzionale;

visto che:

il Governo dovrebbe profondere impegno nel vigilare su come vengono investiti i fondi da esso erogati, così come quelli europei e regionali;

in più occasioni i lavoratori, da tempo in stato di agitazione, e le rappresentanze sindacali hanno richiesto, invano, un intervento del Governo, al fine di evitare il piano di ridimensionamento occupazionale in Italia da parte della Ericsson;

addirittura il 6 luglio 2016, mentre quasi 400 lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, il Governo ha festeggiato il 17° evento annuale della multinazionale, firmando, per giunta, un protocollo sull'occupazione giovanile, senza interessarsi degli effetti devastanti che il piano industriale comporterebbe per l'occupazione e per l'economia dei territori in cui Ericsson opera,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno chiarire quali contributi di competenza del Ministero dello sviluppo economico, così come quelli regionali, siano stati erogati nel corso di questi anni e, nel caso, se riguardo agli investimenti collegati si siano rispettati gli impegni siglati;

se, considerate le alte competenze presenti nelle sedi nazionali, non ritengano necessario esercitare quanto in loro potere per far ritirare gli esuberi nelle sedi di Pisa e Genova, come nel resto del Paese, invitando l'azienda ad utilizzare proprio queste stesse competenze presenti in Italia per competere proficuamente negli interventi di innovazione tecnologica, a partire dalle future gare di assegnazione della banda ultralarga.