Pubblicato il 19 maggio 2016, nella seduta n. 630
RICCHIUTI , CAPACCHIONE - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
con provvedimento del direttore generale 19 giugno 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, 4ª Serie speciale "Concorsi ed Esami", 28 luglio 2015, n. 57, è stato indetto il concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di complessivi 300 allievi agenti del Corpo di Polizia penitenziaria del ruolo maschile, e 100 allievi agenti del Corpo del ruolo femminile, riservati, ai sensi dell'articolo 2199, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale;
con il decreto 8 marzo 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 21 del 15 marzo 2016, 4ª Serie speciale, è stato fissato il diario delle prove scritte preselettive del concorso;
il concorso si è svolto alla nuova fiera di Roma il 20, 21 e 22 aprile 2016, con un calendario di convocazione dei gruppi di candidati in ordine alfabetico;
il 6 maggio è apparso sul sito del Ministero della giustizia un avviso di sospensione della pubblicazione dei risultati delle prove di esame;
considerato che da un articolo apparso su "Il Messaggero", il 18 maggio 2016, si apprende che dalla sospensione del concorso, decisa dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a causa di irregolarità constatate nel corso dello svolgimento delle prove, sarebbe scaturita un'inchiesta, coordinata dalla Procura di Roma, in persona del procuratore aggiunto dottor Michele Prestipino, che avrebbe già indotto ad ipotizzare un intervento della criminalità organizzata teso a condizionare la selezione dei candidati, con la finalità di inserire "propri riferimenti" all'interno dell'organizzazione delle carceri,
si chiede di sapere:
se i fatti descritti dalle notizie di stampa corrispondano al vero e quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo;
quali iniziative intenda adottare, al fine di scongiurare che possano ripetersi simili episodi e di evitare possibili infiltrazioni, anche per assicurare la trasparenza e la oggettività del giudizio, requisiti essenziali per una corretta selezione pubblica, e pertanto, tutelare coloro che, onestamente, competono e meritano di vedere garantito il loro interesse legittimo al risultato conseguito.