Pubblicato il 11 maggio 2016, nella seduta n. 623
GAMBARO , BARANI , REPETTI , RUVOLO , COMPAGNONE , SCAVONE - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
dalla Direzione marittima di Genova della Guardia costiera hanno fatto sapere, nelle ultime ore, che l'intensa azione combinata tra le operazioni di contenimento e bonifica svolte dalle maestranze e dai mezzi terrestri presso la foce e lungo il corso del torrente Polcevera e le operazioni di recupero delle chiazze oleose in mare, svolte dai mezzi navali, costieri e d'altura, ha avuto la meglio sullo sversamento di petrolio che, iniziato la sera di domenica 17 aprile 2016, a causa della rottura dell'oleodotto Iplom, nella zona del rio Fegino, poi riversatosi nel Polcevera, ha interessato parte del litorale del ponente ligure;
dopo il cedimento della conduttura dell'impianto Iplom, che porta fino alla raffineria di Busalla, l'intervento dei tecnici ha scongiurato il disastro che tutti temevano, dunque il petrolio si è riversato nel torrente Polcevera, ma il suo tragitto verso il mare, per fortuna, è stato interrotto in tempo, come dichiarato dopo le ricognizioni delle unità navali e dei mezzi aerei della Guardia costiera;
lo stato di emergenza è stato revocato, almeno ufficialmente, ma resta l'amarezza di chi popola quella zona, che già teme l'abbandono e una bonifica che potrebbe richiedere tempi lunghissimi;
lentamente, anche i media hanno smesso di parlare di allarme e le telecamere si si sono allontanate sempre più da Genova, ma il problema resta per le zone dei torrenti Pianego e Fegino, dove i residenti sono stati spettatori impotenti della rottura della conduttura e dove ora si lavora per bonificare i rii dai residui di petrolio e per evitare che altre sostanze si riversino nel Polcevera;
nelle ultime ore, anche il Ministro in indirizzo si è recato sul posto per un sopralluogo e ha dichiarato che, nei prossimi giorni, si valuterà l'entità del danno per pensare al progetto di bonifica e ha espresso pubblicamente la necessità di un provvedimento che consenta all'Ispra, l'agenzia nazionale di protezione ambientale, di dettare regole sui controlli ambientali, che mancano nel nostro Paese;
per pulire gli alvei dei torrenti ci vorranno settimane, prima della bonifica in senso stretto, con un piano della Iplom che dovrà essere approvato dalla conferenza dei servizi;
se tutto andrà come si spera, in un anno si rimedierà all'incidente, almeno sulla carta, ma occorrerà capire quanto in profondità siano arrivate le sostanze oleose;
il presidente di Legambiente Liguria ha più volte, in questi giorni, ricordato che bisognerà tenere alta la guardia sui lavori di bonifica, in quanto sarà necessario capire quanto sotto terra sia andato il petrolio, perché, in futuro, il combustibile fossile potrebbe far salire in superficie vapori dannosi per l'uomo e che sarà opportuno rimuovere tutta la terra presente ora, pulirla con solventi, e rimpiazzarla con terra nuova;
considerato che:
Genova è una città costretta a convivere da 40 anni con il dissesto idrogeologico e problemi ambientali generati dalle attività umane, discutibili dal punto di vista amministrativo e senza prospettive urbanistiche adeguate, prive di piani sviluppo compatibili con l'ambiente circostante e la conformazione geologica e territoriale;
ad opinione degli interroganti, sommandosi ad altri numerosi ed annosi problemi che la attanagliano, purtroppo si fatica ad intravedere, nel prossimo futuro, un vero cambiamento che possa rendere questa città una vera smart city europea, capace di proiettarsi come esempio di innovazione e green management;
i cittadini genovesi ricordano ancora nitidamente il disastro della nave "Haven" affondata al largo di Arenzano, un danno a cui non si è rimediato totalmente, prova ne è il relitto ancora presente sul fondale, così come ricordano le alluvioni degli ultimi anni, i torrenti coperti dal cemento degli anni dell'industrializzazione forsennata e che naturaliter si ribellano, esplodono, complice una manutenzione troppo poco sistematica, in special modo nei quartieri devastati dall'acciaio, che stentano a rilanciarsi,
si chiede di sapere:
quali misure il Ministro in indirizzo intenda porre in essere, al fine di garantire l'incolumità e la sicurezza della salute della popolazione genovese coinvolta, suo malgrado, in questa incresciosa vicenda;
quali sistemi di controllo saranno messi in campo e quali saranno gli organismi esistenti che verranno attivati, con l'obiettivo di valutare la perfetta e sistematica realizzazione di ogni futuro meccanismo di bonifica ambientale ed in particolar modo marina e costiera;
se vorrà realizzare piani di investimento territoriale, eseguiti con l'intento di mettere in sicurezza strutture "sensibili" simili ed analoghe all'impianto che ha ceduto, provocando questo danno ambientale.