Atto n. 4-05570

Pubblicato il 31 marzo 2016, nella seduta n. 602

FAZZONE - Ai Ministri per gli affari regionali e le autonomie, del lavoro e delle politiche sociali, della salute e dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

nel 1879, il Signor Francesco Saverio Maresca, meglio noto come Padre Simpliciano della Natività, ha fondato" l'Ospizio di Santa Margherita" in Roma;

per la continuità della sua opera, il 21 febbraio 1886, il medesimo Padre Simpliciano della Natività, ha fondato la Congregazione delle Suore Terziarie Francescane dette "Margheritine";

Padre Simpliciano, defunto in data 25 maggio 1898, con testamento olografo pubblicato il 26 maggio 1898, datato 25 febbraio 1898, a rogito notaio dottor Feliciano De Luca, ha lasciato in perpetuo all'Ospizio di Santa Margherita la proprietà dell'immobile adiacente alla Basilica di Santa Balbina in Roma, con espresso vincolo di destinazione a continuare l'opera caritatevole di riabilitazione delle ragazze ed in particolare testualmente "allo scopo di riabilitare alla vita cristiana e sociale le giovani donne cadute e preservare dalla corruzione tante infelici giovanette ed orfanelle pericolanti" senza che nessuno possa pretendere o tutto o parte degli immobili e beni acquistati o in essi esistenti in quanto, anche frutto delle fatiche delle suore Margheritine stabilendo, altresì, che le Margheritine, da lui istituite, siano le sole direttrici ed istitutrici tanto dell'Ospizio di Santa Margherita quanto di tutti gli altri che si troveranno aperti all'epoca della sua morte;

a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 6972 del 17 luglio 1890, l'Ospizio di Santa Margherita in Roma è stato trasformato, ex lege, in Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (IPAB);

nel 1903 la Congregazione delle Suore Terziarie Francescane, cambia denominazione, assumendo quella di Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori;

la Regione Lazio ha approvato lo Statuto dell'IPAB Santa Margherita con deliberazione n. 6991 dell'11 novembre 1997, ignorando completamente il vincolo di destinazione di cui al testamento di Padre Simpliciano;

immobili dell'Ospizio che dovrebbero essere funzionali allo scopo dell'Ospizio stesso (secondo la volontà di Padre Simpliciano) risultano in locazione, tra gli altri, alla fondazione Lepanto (istituzione di carattere religioso), al CSM (Centro di salute Mentale), all'associazione Famiglia domani, nonché al vivaio "Le mura";

la locazione degli immobili è avvenuta senza alcun rispetto, tanto da parte dell'IPAB quanto da parte della Regione Lazio, del vincolo posto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, dal momento che la locazione avrebbe dovuto essere preceduta dalla domanda per il cambio di destinazione d'uso alla Soprintendenza ed al Comune di Roma;

l'assistenza agli anziani viene esclusivamente prestata dalle Suore Francescane dei Sacri Cuori secondo ritmi e condizioni spregevoli delle disposizioni normative in materia di "funzionamento delle strutture che prestano servizi socio-assistenziali" e delle recentissime prescrizioni regionali in materia;

la delibera della Giunta regionale n. 124 del 24 marzo 2015 e successive modificazioni e integrazioni ha, da ultimo, stabilito i requisiti per l'accreditamento ed il funzionamento delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale che prestano servizi socio-assistenziali nella Regione Lazio;

l'allegato "A" della delibera della Giunta regionale detta regole e requisiti specifici in materia di "funzionamento" delle strutture, atti a far sì che il sistema di offerta eroghi effettivamente servizi di qualità, che vadano cioè incontro nel miglior modo possibile ai reali bisogni degli ospiti in quanto persone fragili e bisognose, da assistere al meglio nel pieno rispetto della loro dignità umana;

la delibera della Giunta regionale individua specifici requisiti di "Qualità del Personale"; specifici requisiti di "Qualità Organizzativo-Gestionali; specifici requisiti di "Valutazione del Servizio";

tra questi, grande rilievo viene dato alla "qualità della struttura"; alla "qualità del lavoro", inteso anche come predisposizione di condizioni lavorative volte a contrastare l'instabilità del rapporto di lavoro ed il turnover degli operatori, nonché l'ovvio rispetto dei contratti collettivi di lavoro; al "benessere degli ospiti", attraverso una particolare cura all'igiene personale e degli ambienti, nonché al "benessere fisico, psichico e relazionale degli ospiti" che, nel caso di strutture ospitanti anziani, si realizza attraverso attività fisica quotidiana, attività di animazione e ludico-creativa, attività di socializzazione e attività formativo- culturale;

l'aspetto sicuramente più rilevante posto in risalto dalla delibera della Giunta regionale è quello relativo ai "requisiti di qualità del personale", che si realizza attraverso la garanzia che il personale in servizio sia in possesso di requisiti certificati ed atti a garantire la consona assistenza agli anziani, soprattutto a quelli non auto-sufficienti o che necessitano di terapia medico-infermieristica;

all'interno dell'IPAB Santa Margherita pare si assista, ormai da anni, ad una palese violazione di ogni più basilare ed elementare norma regolatrice l'assistenza agli anziani, nonché, da ultimo, a quelle contenute nella delibera della Giunta regionale n. 124 del 24 marzo 2015, dal momento che l'assistenza agli anziani verrebbe esclusivamente prestata dalle Suore Francescane dei Sacri Cuori secondo ritmi e condizioni spregevoli delle disposizioni normative in materia di "funzionamento delle strutture che prestano servizi socio-assistenziali" citate;

le suore opererebbero non solo in assenza di convenzione, scaduta da anni, ma senza alcun rispetto dei contratti collettivi di categoria e con ritmi di lavoro di oltre 15 ore giornaliere;

all'interno dell'IPAB, che ospita anche anziani non autosufficienti, non si troverebbe adeguato personale qualificato per affiancare l'opera caritatevole delle Suore Francescane dei Sacri Cuori;

è sotto gli occhi di tutti il grave degrado di tutti gli immobili gestiti dall'IPAB e le cui spese di manutenzione sono contrattualmente ed esclusivamente a carico dell'IPAB stessa, pena la restituzione della piena proprietà all'originario dante causa e/o aventi diritto;

allo stesso modo è sotto gli occhi di tutti anche il grave degrado dell'adiacente Chiesa di Santa Balbina, le cui spese di manutenzione sono contrattualmente ed esclusivamente a carico dell'IPAB stessa, pena, anche in questo, la perdita del possesso e la restituzione della piena proprietà;

la delibera della Giunta regionale n. 429 del 4 agosto 2015 (promanante proprio dalla Direzione regionale delle Politiche sociali) ha, invece, imposto una vigilanza sull'attività delle IPAB dettando, pure, chiare prescrizioni alle medesime, in merito allo svolgimento delle attività delle IPAB stesse;

quelle prescrizioni (ivi comprese quelle riguardanti le spese per il personale di cui si proclama il contenimento nella citata delibera della Giunta regionale) risulterebbero tutte puntualmente disattese all'interno dell'IPAB Santa Margherita;

i fatti descritti sono anche stati formalmente esposti per conto delle Suore Francescane dei Sacri Cuori, mediante formale atto di diffida e messa in mora da parte dello studio legale del professor Massimo Cesare Bianca con raccomandata del 28 novembre 2014;

l'atto di diffida, nonostante sia preliminare ad una instauranda azione giudiziaria, che potrebbe avere gravi ripercussioni, anche in termini di danno erariale a carico della Regione Lazio, è rimasto, anche in questo caso, privo di riscontro;

considerato che:

la sentenza della Corte costituzionale n. 396 del 1988 ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per violazione dell'articolo 38 della Costituzione, dell'art. 1 della legge n. 6972 del 1890, recante norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, nella parte in cui non prevede che le IPAB regionali ed infraregionali possano continuare a sussistere assumendo la personalità giuridica di diritto privato;

esistono all'interno della Regione Lazio diversi precedenti di riconoscimento in tal senso, come ad esempio la privatizzazione dell'IPAB "Opera Pia degli Infermi di S. Giovanni dei Fiorentini" avvenuta attraverso la delibera della Giunta regionale n. 2143 del 21 marzo 1995 e quella dell'Istituto della Santissima Assunta, detto Tata Giovanni, avvenuta con la delibera di Giunta regionale n. 7083 del 6 agosto 1991;

stante tutto quanto enunciato, non vi sarebbero motivi ostativi alla trasformazione dell'IPAB Santa Margherita in fondazione di diritto privato, come richiesto dai legali di fiducia di Suor Teresa Vanore (rappresentante legale della Congregazione delle suore Francescane dei Sacri Cuori) con atto formale di diffida e messa in mora del 28 novembre 2014, rispettando, così, le disposizioni testamentarie di Padre Simpliciano fino ad oggi violate,

si chiede di sapere:

se ci siano, e quali siano, i motivi ostativi alla trasformazione dell'IPAB Santa Margherita in fondazione di diritto privato come richiesto dai legali di fiducia di Suor Teresa Varone (rappresentante legale della Congregazione delle suore Francescane dei Sacri Cuori) con atto formale di diffida e messa in mora del 28 novembre 2014, rispettando, così, le disposizioni testamentarie di Padre Simpliciano fino ad oggi violate;

se, e perché, sia stata consentita la locazione di immobili dell'IPAB, senza la preventiva domanda di cambio di destinazione d'uso alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma ed al Comune di Roma, trattandosi di immobili soggetti a vincolo;

quali siano le spese di personale che l'IPAB Santa Margherita sostiene: la tipologia contrattuale (ivi compresa l'anzianità di servizio), nonché il trattamento retributivo corrisposto a ciascun dipendente interno o facente parte degli organi di amministrazione;

se risulti il motivo per il quale la delibera della Giunta regionale n. 429 del 4 agosto 2015 non trovi applicazione nel caso dell'IPAB Santa Margherita;

se corrisponda al vero che l'assistenza agli anziani, anche non autosufficienti, viene esclusivamente prestata dalle Suore Francescane dei Sacri Cuori, secondo ritmi e condizioni spregevoli delle disposizioni normative in materia di "funzionamento delle strutture, che prestano servizi socio-assistenziali" e delle recentissime prescrizioni regionali in materia.