Pubblicato il 23 marzo 2016, nella seduta n. 598
SPILABOTTE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
la retribuzione media professionale dei dirigenti scolastici italiani è fortemente diminuita, a seguito dei tagli stabiliti dal "decreto Tremonti", di cui al decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010;
il "decreto Tremonti" intendeva impedire un aumento della retribuzione dei dirigenti pubblici, in conseguenza della loro riduzione numerica, evitando che i fondi unici nazionali (FUN) fossero ripartiti fra un minor numero di dirigenti;
il decreto stabiliva dunque che i FUN non potessero aumentare e venissero diminuiti proporzionalmente alla diminuzione del personale. Stabiliva, inoltre, che la retribuzione per i dirigenti, come per il resto del personale della pubblica amministrazione, non potesse aumentare se non in relazione ad un mutamento, nel senso dell'incremento del lavoro, degli incarichi assegnati. Tale norma era finalizzata al raggiungimento di obiettivi di riduzione della spesa pubblica;
nel 2011/12, in sede di prima applicazione del "decreto Tremonti" ai dirigenti scolastici, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca determinava il FUN (utilizzato per la retribuzione di posizione e di risultato) secondo una modalità di calcolo che riduceva la sua consistenza in rapporto alla diminuzione dei dirigenti e sottraeva al FUN le RIA (retribuzioni individuali di anzianità) dei dirigenti pensionati, che il primo contratto della dirigenza scolastica (2001) aveva stabilito dovessero annualmente incrementare il FUN;
venivano sottoscritti i CIR (contratti integrativi regionali) con FUN inferiore al 2010/11 e regolarmente erogate le retribuzioni ai dirigenti in servizio;
nello stesso modo si procedeva nel 2012/13 e venivano sottoscritti tutti i CIR. In alcune regioni, previa certificazione da parte dell'UCB (ufficio centrale per il bilancio presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca) e previa registrazione, si procedeva alla loro applicazione, mentre tutti gli altri venivano bloccati da un rilievo dell'UCB di giugno 2013;
la sostanza del rilievo era rinvenibile in una diversa modalità di calcolo della riduzione del FUN, richiesta dal Ministero dell'economia e delle Finanze, rispetto a quella utilizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
da luglio 2013 sono rimasti bloccati i CIR firmati per il 2012/13 e non sono stati certificati i FUN successivi, con la conseguenza che solo nel Lazio e in Abruzzo sono stati applicati nel 2012/13 e anche negli anni successivi i CIR sottoscritti per il 2012/13, mentre nelle altre regioni sono stati applicati i CIR del 2011/12;
i FUN successivi al 2011/12 sono stati certificati nel mese di luglio 2015 (i FUN 2012/13 e 2103/14) e nel mese di ottobre 2015 quello del 2014/15, mentre ancora manca la certificazione del FUN 2015/16, che dovrebbe contenere gli aumenti previsti dalla legge n. 107 del 2015;
i dirigenti scolastici italiani debbono quindi ancora avere (perché non l'hanno ricevuta) una parte della loro retribuzione per gli anni 2012/13, 2013/14 e 2014/15 (anche i numerosi pensionati): retribuzione di risultato, pagamento delle reggenze e, soprattutto molti dei nuovi assunti, retribuzione di posizione variabile;
considerato che a quanto risulta all'interrogante:
i CIR degli anni 2012/13, 2013/14 e 2014/15 sono stati quasi tutti sottoscritti, ma sono stati tutti oggetto di ulteriori rilievi da parte dell'UCB. Tutti i contratti prevedono una diminuzione della retribuzione di posizione parte variabile dei dirigenti scolastici rispetto al 2010/11;
l'applicazione del "decreto Tremonti" ai dirigenti scolastici ha quindi determinato, dal 2011 al 2015, un risparmio per la spesa di pubblica di oltre 160 milioni di euro, ben oltre quindi la previsione fatta al momento della sua emanazione e ha prodotto una diminuzione della retribuzione dei dirigenti e non un contenimento;
i dirigenti scolastici, nel 2010/11, erano 9.169 e le istituzioni scolastiche 10.415, con una popolazione scolastica di 7.817.796 alunni. Nel 2015/16, rispetto al 2010/11, la popolazione è leggermente aumentata (7.864.582 alunni) mentre le istituzioni scolastiche sono state accorpate, diventando 8.572 e i dirigenti scolastici in servizio sono 7.505. Un minor numero di dirigenti (ridotto del 18 per cento) fa funzionare un sistema scolastico aumentato nel numero di utenti e nella complessità e riceve una minore retribuzione;
la retribuzione professionale media dei dirigenti scolastici italiani è diminuita di circa 4.000 euro all'anno (nel 2015/16 rispetto al 2010/11), perché nel 2010/11, una parte dei dirigenti aveva una retribuzione tabellare e di posizione e risultato, alla quale si aggiungeva la RIA. Nel 2015/16 la maggior parte dei dirigenti è costituita da assunti dopo il 2008 e non ha la RIA. La loro retribuzione è di 350/450 euro mensili netti, più bassa dei (ormai pochi) loro colleghi con una anzianità più alta. Per i dirigenti pubblici non è prevista una retribuzione, legata all'anzianità e la RIA è parte della retribuzione solo per la minoranza dei dirigenti scolastici, che erano in servizio prima dell'istituzione della dirigenza pubblica come presidi o direttori didattici;
la retribuzione media attuale di dirigenti scolastici è quindi più bassa della somma prima indicata (350/450 euro netti mensili) rispetto a quella del 2010/2011;
sul FUN 2015/16, che contiene gli aumenti stabili e una tantum previsti dalla legge n. 107 del 2015, il Ministero dell'economia e delle finanze chiede di operare la riduzione di 7,5 milioni di euro per recuperare tale somma assegnata in più sul FUN 2011/12 a suo tempo utilizzato per sottoscrivere CIR certificati e registrati e 7 milioni di euro per somme spese in più rispetto al FUN 2012/13, nelle regioni che hanno avuto il CIR registrato;
gli aumenti una tantum verranno dunque ridotti per un recupero richiesto dal Ministero dell'economia e delle finanze di 14,5 milioni e le retribuzioni dei dirigenti scolastici, dopo un aumento nel 2015/16, diminuiranno di nuovo del 5 per cento nel 2016/17 e dell'11 per cento nel 2017/18, per il venire meno dei finanziamenti previsti dalla legge n. 107 del 2015 solo per il 2016 e il 2017;
i dirigenti scolastici denunciano un trattamento retributivo inaccettabile, che viola i loro diritti contrattuali e mortifica il loro ruolo nelle scuole, e lamentano un generale disinteresse per la loro condizione lavorativa, caratterizzata da sempre più pressanti responsabilità e carichi di lavoro crescenti;
le organizzazioni sindacali hanno indetto lo stato di mobilitazione dei dirigenti scolastici, lamentando il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo, e hanno attivato il prescritto tentativo di conciliazione, che, al momento, non è stato chiuso a seguito della richiesta dell'assunzione di precisi impegni politici,
si chiede di sapere:
quali azioni i Ministri in indirizzo intendano attivare, per quanto di competenza, al fine di:
a) modificare, anche per via legislativa se necessario, l'interpretazione data al "decreto Tremonti" per i dirigenti scolastici, che ha prodotto la paradossale conseguenza, per cui, a fronte di un maggior carico di lavoro e di responsabilità, i dirigenti scolastici vengono pagati di meno;
b) restituire dal 2015/16 ai dirigenti scolastici tutta la retribuzione individuale di anzianità (RIA) dei dirigenti pensionati nel periodo precedente;
c) pagare ai dirigenti scolastici le spettanze arretrate relative agli anni scolastici 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015;
d) uniformare il comportamento dell'ufficio centrale del bilancio e degli uffici scolastici regionali, così da evitare che si pervenga alla stipula di contratti integrativi regionali, relativi alla retribuzione accessoria dei dirigenti scolastici (retribuzione di posizione e di risultato), che riducono la retribuzione dei dirigenti scolastici e incidono negativamente sul trattamento pensionistico e sulla liquidazione;
e) avviare il confronto contrattuale con le organizzazioni sindacali, per risolvere il problema della sperequazione retributiva interna ed esterna.